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Dichiarazione di Mattia De Bonis

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Zola Predosa (BO) (Lista di elezione: PD) 


 

Intervento Consiglio Comunale straordinario crisi azienda Verlicchi

  • (13 aprile 2011) - fonte: Registrazione Consiglio Comunale - inserita il 24 luglio 2011 da 20709
    Signor Presidente del Consiglio Comunale, Signor Sindaco, Colleghi Consiglieri, Cittadini e Lavoratori, fra 8 giorni sarà passato un anno esatto dal Consiglio Comunale straordinario sulla crisi della Fini Compressori e oggi ci ritroviamo troviamo a trattare di un’altra crisi aziendale, di un’altra lotta dei lavoratori che ancora una volta si sono mobilitati per il futuro della propria azienda. Ed è proprio salutando e ringraziando i lavoratori della Verlicchi che vorrei incominciare questo mio intervento. Persone, i lavoratori della Verlicchi, che abbiamo imparato a conoscere durante queste concitate settimane. Persone stupende e ferme che certo non si meritavano tutto questo e che davanti all’ingiustizia hanno alzato un muro. Un muro dietro il quale anche altri si ripareranno in futuro proprio perché la lotta che stanno portando avanti, costituisce un esempio ed un precedente per il nostro territorio. Proprio di questo esempio parliamo oggi in questo Consiglio Comunale, e ringraziamo il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale per la convocazione di oggi proprio perché la vicenda Verlicchi ha bisogno di essere approfondita all’interno delle sedi istituzionali con il contributo di tutti coloro che giorno dopo giorno sono a contatto con le realtà produttive del territorio i lavoratori, i sindacati, le categorie d’impresa La situazione va approfondita proprio perché stiamo parlando della crisi di un’azienda leader nel proprio settore, quello della produzione di telai per motociclo. Una azienda, la Verlicchi, che fino a due anni fa fatturava 44 milioni di euro, mentre nel 2010 ne ha fatturati solamente 8. C’è da considerare sicuramente la crisi economica e il conseguente fallimento di alcuni dei clienti più importanti (come la Moto Morini o la Malaguti) oltre che al calo di commesse da parte di altri quali BMW o Ducati. Stiamo però parlando di un’azienda che agli inizi degli anni ‘90 lavorava a zero indebitamento. Niente mutui e niente ipoteche; comprava in cash i materiali per la produzione. Un’azienda con una produzione di alta qualità e adesso, il blocco di quella produzione, sta creando seri problemi ai vecchi clienti della Verlicchi proprio perché è difficile trovare una qualità simile sul mercato. Nonostante ciò, nel febbraio di quest’anno, la famiglia Verlicchi ha venduto l’azienda al costo di un euro. L’acquirente è la Jbf di Pontedera, una polisportiva di basket femminile, controllata dal Gruppo Caponi, proprietario a sua volta di un’altra società, la Tecnocontrol sotto la quale però sono passati l’ufficio del personale della Verlicchi di Bologna e tutto lo stabilimento della Verlicchi di Casoli che tutt’ora produce telai e addirittura assume nuove maestranze. Bad company e good company non so se vi ricorda qualcosa. Innanzitutto, una parola su questa operazione finanziaria va detta, proprio perché il rischio più grosso è che passi come normale questo metodologia scellerata di cessione e acquisizione di aziende, con persone che di notte smontano i macchinari per portarli chissà dove. Inutile parlare con chi amministra la JBF controllata del Gruppo Caponi. Son persone ben note alle Procure per i loro trascorsi giudiziari e sicuramente con un “curriculum niente male” Una parola vorremo però spenderla in merito alla lettera, pubblicata sui principali quotidiani locali, che la famiglia Verlicchi ha inviato alle OO.SS. Nella missiva i Verlicchi prendono le distanze dal comportamento del Gruppo Caponi. Ci permetta allora una considerazione la famiglia Verlicchi proprio perché i casi sono due: - o non sapevate chi erano questi personaggi e avete ceduto al buio un’azienda che dava da lavorare a 196 famiglie senza nessuna assicurazione sul loro futuro, - o sapevate chi erano e cosa avrebbero fatto e vi andava bene. In tutti e due i casi ciò la dice lunga su chi abbia fino ad adesso gestito l’azienda. Nella lettera, i Verlicchi, hanno anche declinato qualsiasi tipo di responsabilità in ordine al fallimento dell’azienda utilizzando come bersaglio i fornitori, le banche, i sindacati. Noi del Partito Democratico abbiamo come piccolo vizio quello di diffidare dal “non sono stato io” dell’ultima ora e chiediamo alla precedente proprietà: Siete proprio sicuri che non ci sono state pecche nei rapporti con i clienti piuttosto che nella gestione della produzione? Chi è senza peccato scagli la prima pietra disse qualcuno. Non credo che da parte vostra possa essere gettato null’altro che le scuse ai 196 lavoratori che avete lasciato a casa. Lavoratori quelli della Verlicchi che hanno creduto fino all’ultimo nella loro azienda e che ci credono ancora, lavoratori che hanno bloccato i camion in arrivo per portar chissà dove i macchinari e che da più di un mese presidiano i cancelli della loro fabbrica. Di giorno, di notte, al freddo, al caldo con la solidarietà di tanta gente che a tutte le ore è passata e passa dallo stabilimento di via brodolino per portare generi alimentari e sostegno. Allo stato attuale lo stabilimento di Via Brodolino è sotto sequestro e nelle mani sicure del custode cautelare nominato dal tribunale il Sindaco di Zola Stefano Fiorini che qui pubblicamente ringraziamo per essersi assunto i rischi e le responsabilità che tutto ciò comporta dimostrando uno spirito di servizio rispetto al suo territorio che va oltre alle prerogative del ruolo che ricopre. L’auspicio ora è che con l’udienza di dopodomani inizi un percorso per garantire gli ammortizzatori sociali e gli arretrati ai lavoratori oltre che per aprire la strada a nuovi imprenditori che riportino la verlicchi ai livelli di un tempo. Concludo Presidente con una citazione, non si tratta di un famoso capo di stato e neanche un leader religioso piuttosto che un politico affermato. Vorrei citare un lavoratore della Verlicchi. Si chiama Cesare Evangelisti. Nel corso di una iniziativa dello SPI CGIL a Casalecchio di Reno, chiamato per portare a conoscenza dei presenti la situazione della Verlicchi si rivolgeva così alla platea di pensionati: “E’ importante per noi essere qui in questo momento perché voi prima di essere pensionati eravate lavoratori e come lavoratori avete lottato, avete lottato veramente tanto ed è grazie al vostro esempio che noi proveremo a resistere un pochettino di più perché se voi avete lottato un tempo a noi tocca lottare adesso”. Questo è l’esempio di cui parlavo prima. L’esempio per il quale il Partito Democratico si è mobilitato in questi giorni concitati. L’esempio di chi ha lottato, di chi lotta e di chi lotterà per i propri diritti. La Verlicchi Nino&figli per le norme del diritto è passata per diverse mani in queste settimane: prima i Verlicchi poi la JBF e quindi Caponi. Sostanzialmente però, coloro che hanno sempre creduto in questa azienda sono stati i lavoratori. Ci appelliamo quindi al mondo produttivo perché imprenditori seri si affaccino e si uniscano insieme a questi lavoratori per continuare a portare avanti un’eccellenza del nostro territorio che da più di 50 anni garantisce lavoro, progresso e prosperità.
    Fonte: Registrazione Consiglio Comunale | vai alla pagina
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