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Dichiarazione di Nichi VENDOLA

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Puglia


 

«Niente alchimie nelle alleanze. Le urne? Le ho chieste io per primo» - INTERVISTA

  • (31 gennaio 2011) - fonte: la Repubblica - Casadio Giovanna - inserita il 01 febbraio 2011 da 31

    «Il ricorso alle urne è indispensabile ma non mi piacciono le alchimie di D'Alema».

    Vendola, quindi lei è d'accordo sul voto?

    «Dovrebbero chiedermi scusa per avermi tanto criticato quando dicevo che la strada erano le elezioni. L'Italia è un paese ferito nel proprio decoro e nell'immagine internazionale: è un paese allo sbando. Berlusconi rivendica l'impunità e si presenta come un sovrano medioevale "legibus solutus", vantando le sue amicizie con il fiorfiore dei dittatori, avendo con Ben Alì e Mubarak una confidenza indifferente al tema della democrazia e dei diritti.
    L'immagine poi, di un ministro degli Esteri, Franco Frattini che viene in Parlamento non per parlare dell'incendio che divampa nel Mediterraneo ma delle carte che gli ha dato il governo di un paradiso fiscale nell'intento di utilizzarle contro il presidente della Camera, dà la misura della gravità assoluta in cui siamo piombati».

    Elezioni urgenti, insomma: il Pd avrebbe dovuto insistere prima?

    «Persino Confindustria dice che si stanno perdendo mesi fondamentali mentre l'Italia sprofonda in questo pantano. Non è possibile stare dentro una logica del rinvio permanente. La crisi è politica, istituzionale, sociale. La crisi del berlusconismo si sta riverberando drammaticamente sull'Italia intera, sta infettando il paese ed è urgente un momento di igiene democratica, cioè le elezioni. Si sente cattivo odore e bisogna fare pulizia. È importante inoltre aprire squarci sul vuoto di prospettiva di una intera generazione, sulla violenza dei processi di precarizzazione del mercato del lavoro, sui colpi furibondi inferti alla scuola e all'università, sulla dittatura della volgarità del maschilismo e del sessismo».

    Per tutte queste ragioni, comunque lo si definisca - fronte di "salute democratica", o "repubblicano", "patto costituzionale" o "un'alleanza strategica" - la vedrebbero della partita?

    «La politica ha il compito di contesa tra modelli sociali, programmi e culture politiche alternativi. Non ci può chiudere la stagione del berlusconismo se non si dicono parole chiare sui diritti di libertà, sui diritti umani e quelli sociali. Necessaria è un'alternativa forte e credibile».

    All'appello di D'Alema risponde sì o no?

    «Rilancio con un altro appello: apriamo un cantiere, discutiamo della crisi della società italiana e di come restituire speranza a una generazione che non può aprire una finestra per affacciarsi sul futuro. Mettiamo al centro la vita materiale, i dolori, le speranze di un paese in cui il ceto medio si sta squagliando, la povertà interroga anche chi ha un contratto di lavoro, il welfare è stato colpito alla nuca. Oggi la prima cosa è sbarrare la strada alla violenza di una proposta di federalismo che marginalizza irreparabilmente il mezzogiorno del paese.
    Voglio una grande alleanza per salvare l'Italia, per difendere la laicità dello Stato, per dare ossigeno ai ceti popolari ma le formule alchemiche mi lasciano perplesso. Il gioco di Palazzo mi imbarazza e non mi interessa parteciparvi».

    Ci vogliono manifestazioni di piazza per convincere Berlusconi a dimettersi?

    «Penso si stia consolidando un sentimento popolare di reazione all'insopportabilità di questo clima tossico. La compravendita dei parlamentari non mette al riparo il premier, che non ha la convenienza a fare marcire questa situazione temendo che nel Pdl si possano aprire tentazioni di fuga dalla nave che affonda».

    Fonte: la Repubblica - Casadio Giovanna | vai alla pagina

    Argomenti: welfare, pdl, D'Alema, diritti umani, elezioni anticipate, crisi politica, crisi sociale, crisi istituzionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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