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Affondo di bisturi nelle primarie - INTERVISTA
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(13 gennaio 2011) - fonte: Il Resto del Carlino - Rita Bartolomei - inserita il 14 gennaio 2011 da 31
"Come in sanità dovrebbe prevalere il merito"Dopo il caso Sant’Orsola il suo arrivo in città rischia di agitare gli animi.
«Spero che invece non si agiti nessuno. Ho detto con molta serenità che non credo ai complotti». Ignazio Marino, il chirurgo e senatore del Pd ‘rifiutato’ dall’ospedale, perché aveva osato sfidare alle primarie Pierluigi Bersani — c’è scritto in una sentenza —, è di fatto la prova vivente che le consultazioni possono essere una grande bugia, come ebbe a definirle don Giovanni Nicolini, e ci voleva un prete. Eppure Marino non si piega. Domenica pomeriggio nella Multisala Nosadella di via Berti animerà la maratona organizzata dai rottamatori di Matteo Renzi — che però non ci sarà — e proverà a regalare qualche emozione alle stanche primarie del centrosinistra. Tanti gli interventi in programma. Parteciperanno sicuramente i tre candidati: Amelia Frascaroli, Virginio Merola, Benedetto Zacchiroli.
Professore, dicono che lei faccia il tifo per Amelia.
«Non la conosco, ho letto il suo curriculum. Certo è figura di un mondo a cui mi sento vicino. Ho visto che ha lavorato per la Caritas. Ma non faccio il tifo anche perché non conosco i programmi dei candidati».
Neanche i bolognesi, veramente.
«Questo lo dice lei».
Invece lei cosa dirà domenica? Farà la parte del ‘rottamatore sanitario’?
«No guardi, io credo in qualcos’altro. Parlerò cinque minuti cinque, il tempo previsto per ciascuno di noi».
Messaggio?
«Sono per portare nel nostro Paese la cultura del merito».
Chi potrebbe darle torto?
«Però qualche risultato c’è. Sono molto orgoglioso di aver firmato l’articolo 20 della legge Gelmini».
Quella tanto osteggiata.
«Sì, ma quel punto prevede di attribuire i fondi pubblici per la ricerca solo ai più bravi. I progetti devono essere valutati da commissioni internazionali. Non è stato facile».
Adattando questo bel principio al Pd?
«Anche in politica deve valere la stessa regola, le primarie devono selezionare i migliori».
Veramente a Bologna c’è una tradizione diversa: selezionano i più raccomandati. Ha perso la speranza anche un prete.
«Sono un inguaribile ottimista. Il mondo lo si cambia cercando di introdurre i principi in cui si crede. Ognuno deve cercare di fare la propria parte».
La sua è sostenere la ditta?
«No, io ci credo davvero».
Ma proprio lei, scusi, è l’esempio vivente che le primarie fanno vincere il predestinato.
«Diciamo che c’è un work in progress».
Che effetto le fa tornare a Bologna da ‘caso Marino’?
«Non faccio il giudice di mestiere. Certo, ho letto con interesse le parole severe del magistrato».
Contro di lei una decisione politica, ha stabilito.
«In ogni circostanza è opportuno che la politica faccia un passo indietro dalla gestione della sanità, al di là della mia vicenda personale, e la prego di scrivere quest’inciso. Sono rabbrividito qualche settimana fa quando ho letto le dichiarazioni di esponenti importanti della Regione Lombardia. Che dicevano in sostanza: direttori generali e primari devono essere proporzionali ai voti ottenuti. Così la sanità diventa pericolosa».
Quindi, incrociando la sentenza bolognese con il caso Lombardia s’intuisce che a sinistra si fanno ma non si dicono; dall’altra parte si dichiarano proprio.
«Questa è una sua conclusione. Ho sempre detto che il problema riguarda tutta la politica. Poi, bisogna riconoscere che l’Emilia Romagna ha un’assistenza sanitaria tra le migliori del Paese».
A sentire la sinistra ha anche un primato sul welfare. Solo che è appena morto un bimbo povero di pochi giorni in piazza Maggiore.
«In molte aree della nostra comunità aumenta il rifiuto del più debole. Lo vedo in giro per l’Italia con gli ospedali psichiatrici giudiziari, veri e propri lager, sto cercando di chiuderne tre su sei. Non è solo un problema di Bologna, è che ci stiamo proprio dimenticando l’attenzione per la dignità della persona».
Fonte: Il Resto del Carlino - Rita Bartolomei | vai alla pagina » Segnala errori / abusi