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Dichiarazione di Ferruccio FAZIO

Alla data della dichiarazione:  Sottosegretario  Lavoro Salute e Politiche sociali


 

«Fondi ai ricercatori e non alle strutture» - INTERVISTA

  • (15 novembre 2008) - fonte: Il Messaggero - Claudio Marincola - inserita il 16 novembre 2008 da 31

    Il sottosegretario alla Salute: merito, dal 2009 selezioni più trasparenti con il metodo Usa

    ROMA - Università e ricerca si portano dietro le stesse accuse da sempre. Solo una percentuale minima dei finanziamenti viene assegnata in base ad una valutazione di merito,(peer-review), regolamentata da revisori indipendenti È un tormentone. Il titolo di coda, la didascalia che accompagna qualsiasi scoperta che possa dirsi anche lontamente “italiana”. «Dal 2009 il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali lancerà un bando da cento milioni di euro con criteri trasparenti e assolutamenti nuovi a tutti i ricercatori del servizio sanitario nazionale (Istituti di ricovero e cura a carattere sceintifico e ospedali). Se si farà in tempo li adotteremo anche per l’Università, c’è già un tavolo tecnico». Ad annunciarlo è Ferruccio Fazio, sottosegretario con delega alla Salute. Da professore e scienziato ha diretto e gestito gruppi di ricerca all’estero e in Italia. È stato più volte membro di commissioni scientifiche. Spiega: «Nei giorni scorsi ho avuto un incontro a Roma con Toni Scarpa, l’italo-americano responsabile del National Institutes for Health. È l’uomo che decide come fare in modo trasparente la valutazione delle proposte di finanziamento della ricerca negli Stati Uniti».
    Che cosa cambierà?
    «Abbiamo messo a punto un meccanismo simile a quello in vigore negli Stati Uniti. Prevede già per i prossimi bandi commissioni formate da esperti stranieri, referee.. Esaminaranno le domande, mentre le risposte verranno valutate da altri gruppi, anche stranieri, che lavoreranno in via telematica. Tutte le proposte finiranno poi in un unico grande listone per ordine di merito. Il sistema si dividerà in sottocommissioni per rispettare tutte le quote. Se, ad esempio, il bando prevede un 20% dei finanziamenti per l’oncologia, il 20% andrà effettivamente all’oncologia».
    Più stranieri più trasparenza?
    «Non credo che gli stranieri siano migliori di noi, sia chiaro, ma in questo modo ci mettiamo al riparo dal rischio di clientelismo, si riducono le possibilità»
    Resta il fatto che alla ricerca si continuerà a destinare solo l’1,1% del Pil nazionale, ben al di sotto della media europea. Che poi è uno dei punti che gli studenti contestano.
    «È un investimento basso, sono d’accordo. Stranamente però c’è un buon rapporto tra i soldi che vengono spesi e i risultati che poi otteniamo».
    A maggior ragione varrebbe la pena investire
    «Non c’è dubbio. Ma il nostro governo, lo ricordo, per i prossimi tre anni non ha tagliato le risorse alla ricerca pur avendo tagliato quasi tutte le altre voci. Personalmente mi auguro che in futuro, voglio dire quando usciremo fuori da questa recessione, si possano incrementare i finanziamenti».
    Quando si parla di trasparenza bisogna anche aggiungere che con Telethon e l’Airc spesso i fondi finiscono ai soliti noti.
    «Forse i soliti noti sono i migliori...ma l’importante, in tutti i casi, è poterlo verificare, avere un sistema di valutazione, come dicono gli americani, foul proof, (a prova di manipolazione)».
    Poi c’è il discorso anagrafico. I nostri ricercatori sono sempre più vecchi
    «Come già avvenuto nel 2007 e nel 2008, nel 2009 riserveremo una quota intorno al 10% per i giovani, per chi è al di sotto dei 40 anni. Ma la novità sostanziale saranno i finanziamenti alla persona e non più solo all’istituzione. Chi passerà da un ospedale, ad esempio, all’altro potrà portarseli dietro. E poi interverremo anche sulla durata: negli Usa la vita media di un finanziamento è di circa 7 anni, poi si fa qualcos’altro».
    E se si finisce precari a vita?
    «La ricerca è un’attività che si può fare per un certo periodo della propria carriera professionale. Non per tutta la vita».

    Fonte: Il Messaggero - Claudio Marincola | vai alla pagina
    Argomenti: usa, finanziamenti, ricerca, università, ricerca scientifica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 16 novembre 2008 da 31
    «La ricerca è un’attività che si può fare per un certo periodo della propria carriera professionale. Non per tutta la vita». Chissà cosa avrebbero pensato di questa frase Einstain, Fermi, Sabin o Leonardo etc. etc.

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