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“No a parallelismi tra la crisi del PDL e il PD”
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(20 settembre 2010) - fonte: PartitoDemocratico.it - inserita il 03 gennaio 2011 da 15492
Non esistono parallelismi tra la crisi del Pdl e il Pd. Così Dario Franceschini, Capogruppo Pd alla Camera, ha iniziato l’intervista davanti alle telecamere di Repubblica.tv. E interviene sul docuemnto dei 75: "Uno degli errori del documento di Walter Veltroni, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni è stato quello di offrire spazio per l'immagine di due crisi speculari collegate tra loro, quella del centrodestra e quella del centrosinistra. Ma così non è. La crisi della destra è strutturale, profonda, lì è esploso un modello di destra italiana anomalo rispetto ai modelli europei, i quali pur scontrandosi con gli avversari, rispettano i fondamenti costituzionali ed hanno una leadership contendibile. Per diversi mesi - ha continuato - siamo riusciti a mettere in campo un Pd compatto. Nel centrodestra con l'iniziativa di Fini c'è ora un problema irrisolvibile. Da noi invece c'è una discussione interna che era meglio se restava più interna. Ma è una discussione, e nulla di più serio".Insomma adesso, "non è il momento di stare divisi, ma uniti. E naturalmente lo si fa intorno a chi ha vinto le primarie. I nostri elettori non ne possono piú quando anche con le migliori intenzioni si rappresenta un partito che litiga sui giornali... è sempre capitato così. Eletto un leader, dal giorno dopo calci nelle caviglie. A Veltroni, Occhetto, Prodi, Amato... dico basta. C'è anche un problema di mantenimento della parola data agli elettori. Walter ha detto che non avrebbe fatto ad altri quello che era stato fatto a lui. Io allora ho condiviso. Nel momento in cui ci si mette a raccogliere delle firme, chiedendole a qualcuno sì e ad altri no, si dà vita a una corrente. Io stesso il documento l'ho visto solo quando era già pubblicato".
Che fare? "Accantoniamolo come un errore e ragioniamo come nel Pd ci possa essere un dibattito vero senza dividere il partito. Per me – ha concluso Franceschini - questa vicenda è segnata da una grande amarezza personale e politica e vorrei fermarmi qua, perché penso che non ci fosse bisogno di queste cose adesso. In un partito come il Partito democratico deve esserci spazio per un dibattito interno, però deve essere costruttivo non autolesionista".
Il capogruppo democratico ha ragionato poi sulla possibilità che il premier decida di andare al voto anticipato con l’attuale legge elettorale: “Se ci fosse un colpo di mano di Berlusconi, nel Pd siamo tutti d'accordo. In quel caso si fa appello a tutti quelli che ci stanno in parlamento per andare al voto con una diversa legge elettorale “. Franceschini ha poi commentato l’atteggiamento del capo del governo che cerca disperatamente in questi giorni di assicurarsi una maggioranza. "Questa oscenità a cui stiamo assistendo, cioè l'acquisto di singoli parlamentari per garantirsi una maggioranza senza Fini, è assolutamente in linea con quello che è accaduto: è stato dimenticato che se il governo Prodi è caduto, perché Berlusconi ha convinto, tra virgolette, alcuni senatori a tradire il mandato elettorale è a far cadere il governo. Quei senatori, che hanno un nome e un cognome, sono stati ricompensati – ha aggiunto - venendo candidati nelle liste di Berlusconi non alle Politiche ma un anno dopo alle Europee". "Io per principio e per garanzia non credo mai alle parole di Berlusconi". Così Dario Franceschini ha risposto indirettamente al premier che si dice convinto di concludere il mandato di legislatura. "Bossi e Berlusconi –ha aggiunto - ne raccontano una al giorno".
Franceschini partecipa alla conferenza dei capigruppo, dove le opposizioni possono calenderizzare alcune proposte, così non ha chiuso le porte alla proposta avanzata da Arturo Parisi e Walter Veltroni per una mozione di sfiducia al presidente del Consiglio. Ma ha avvertito: "I finiani ci hanno già detto che voterebbero contro una mozione antipremier. Non è molto astuto pensare delle cose che compattano la maggioranza e mettono Fini in braccio a Berlusconi.. Chi ha una responsabilità parlamentare deve ottenere dei risultati, non fare belle figure".
Sulla necessità di una pronta riforma elettorale che garantisca un ruolo da protagonista agli elettori, Franceschini ha dichiarato di essere favorevole “per il doppio turno alla francese, come deciso tre mesi fa dal partito".
Fonte: PartitoDemocratico.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi