Ti trovi in Home  » Politici  » Flavia PERINA  » Lettera alle donne del Pdl: non vi sentite a disagio?

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Flavia PERINA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) 


 

Lettera alle donne del Pdl: non vi sentite a disagio?

  • (04 settembre 2010) - fonte: Secolo d' Italia.it - Flavia Perina - inserita il 04 settembre 2010 da 31

    La “donna del nemico” sfila, metaforicamente rapata a zero e con al collo il cartello del disonore, sulle prime pagine di “Libero” e del “Giornale” da oltre tre settimane.
    È uno spettacolo indecente, e viene da chiedersi come mai nell’area del centrodestra soltanto Irene Pivetti abbia sentito il dovere di difenderla, esprimendo pubblica solidarietà per la «quotidiana e tragica azione di killeraggio» contro Elisabetta Tulliani. Cosa ne pensa la responsabile delle donne del Pdl Barbara Saltamartini? Cosa ne pensa un giovane ministro donna come Giorgia Meloni? E il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna? Il linciaggio della compagna del presidente della Camera è il dato centrale di questo agosto indecente, che ha segnato un salto di qualità persino rispetto alle vette – che a torto ritenevamo insuperabili – della lapidazione mediatica di Veronica Lario, la “velina ingrata” dell’estate scorsa, esposta al pubblico ludibrio per aver chiesto pubblicamente e ad alta voce la separazione dal “capo”. Inseguita in spiaggia mentre gioca con le sue figlie, bersagliata dalle insinuazioni malevole di gente come Sgarbi (uno che dice: «la donna va dominata, se non sei capace lascia perdere»), vivisezionata dagli specialisti in gossip malevolente, paragonata addirittura alla Petacci dal mondadoriano “Oggi” (chissà se le auguravano pure la stessa fine), è stata Elisabetta Tulliani più che Gianfranco Fini a subire il “trattamento Boffo” a suo tempo evocato dall’on. Straquadanio. Ed è su questo accanimento contro una donna che ci piacerebbe interpellare le colleghe che abbiamo prima citato.

    Cara Barbara, cara Giorgia, cara Mara, non vi vengono i brividi a vedere lo scalpo della “donna del nemico”, una moglie e una madre che non ha cercato in alcun modo la ribalta, sventolato pubblicamente come un trofeo di guerra?
    Non è solo questione di solidarietà personale o femminile. Questa estate indimenticabile rischia di incardinare nell’immaginario del partito uno stereotipo a nostro giudizio intollerabile e del tutto estraneo alla destra dalla quale proveniamo. Secondo questa visione, le donne si dividono in due categorie: le belle-e-compiacenti a destra e le racchie a sinistra. Chi si sottrae a questa catalogazione, deve esservi ricondotto con le buone o con le cattive. Abbiamo visto in passato la bastonatura mediatica di Alessandra Mussolini, colpevole di essersi distaccata dal clichè dell’obbedienza pronta, cieca e assoluta. Ma ne hanno prese, e di sonore, anche Chiara Moroni e Barbara Contini, che per il loro eccesso di indipendenza sono state letteralmente travolte da una valanga di veleno: di Chiara si è arrivati a dire (per bocca di Lucio Barani) che ha tradito perché si è innamorata di un giornalista dell’Espresso; di Barbara che è invidiosa della prestanza fisica di chi può permettersi tacchi a spillo (il copyright è di Daniela Santanché).
    Ma ricordiamo a suo tempo sinistri avvertimenti contro Stefania Prestigiacomo, colpevole di essersi spesa per le quote rosa. E la stessa Mara Carfagna ha dovuto difendersi dall’accusa di simpatizzare per i finiani solo per la moderazione con cui in tv si è espressa sul tema dell’immigrazione e dei diritti. Che lo stesso schema denigratorio sia applicato a Elisabetta Tulliani, che con il partito non c’entra affatto, non deve stupire: nella visione berlusconiana, come è ben noto, non c’è distinzione tra il personale e il politico, categorie perfettamente sovrapposte nel bene e nel male. Così, può capitare che quando si deve fare una lista elettorale si reclutino amiche e conoscenti (o igieniste dentali). Oppure può succedere che per demolire un avversario interno si meni sua moglie o i suoi figli come è accaduto non solo a Gianfranco Fini ma anche a Italo Bocchino e ad Adolfo Urso.E allora, care Barbara, Giorgia, Mara, care colleghe del Pdl, non vi viene voglia di dire qualcosa in proposito? Tutte “veline ingrate” le ragazze o le signore di destra che avanzano critiche sul partito o entrano nel mirino del Cavaliere? E davvero nessuna intravede dietro al film di questa estate una escalation maschilista sgradevole per tutti e intollerabile per la destra?

    Vi sembra normale il trattamento ancillare riservato alle “fedelissime” tra cene al castello, complimenti e regali e la brutalità che è toccata alle “dissidenti”? Chi come noi viene da An ha impegnato decenni nel tentativo di liberare la destra italiana dallo stereotipo machista che gli avversari gli avevano cucito addosso: anni di impegno, di letture, di scritti, di manifestazioni e convegni, di ragionamenti sui diritti e sui doveri, di pubblica solidarietà per la causa delle donne in tutte le sue sfaccettature. E ora dovremmo far finta di non sentire, di non vedere, di non capire quelli che «la donna va dominata e se non sei capace lascia perdere»? O addirittura dargli una mano a pubblicizzare il concetto?

    Fonte: Secolo d' Italia.it - Flavia Perina | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, destra, centrodestra, pdl, an, donne e politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato