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Dichiarazione di Giovanni RUSSO SPENA


 

Quasi trecentomila tra ragazzi e operai sono scesi in piazza insieme per frenare il degrado culturale e sociale che opprime formazione, ricerca e lavoro.

  • (10 ottobre 2009) - fonte: Terra.it - inserita il 11 ottobre 2009 da 31

    Quasi trecentomila distribuiti tra i cortei di Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Ieri ragazzi e operai sono scesi in piazza insieme per frenare il degrado culturale e sociale che opprime formazione, ricerca e lavoro.

    Sfilano uno di fianco all’altro. Nella stessa piazza. Metalmeccanici e studenti, perché le loro battaglie - dicono hanno un linguaggio comune. «La nostra scelta di manifestare insieme non è casuale: la Fiom chiede maggiore democrazia sui luoghi di lavoro così anche noi studenti chiediamo di poter dire la nostra sulle decisioni che ci riguardano», spiega Stefano Vitale dell’Uds. L’organizzazione si accoda con il proprio spezzone “giovanile” ai cinque cortei organizzati dalla Fiom a sostegno della vertenza contrattuale e contro l’accordo separato tra Federmeccanica e Fim e Uilm. È un successo.

    L’euforia dà i numeri: 100mila a Milano, 60mila a Firenze, 50mila a Napoli, 30mila a Roma e 10mila a Palermo. Nella Capitale, ad aprire la manifestazione lo striscione “Fermiamoli”. Dietro, la rabbia di migliaia di lavoratori, precari, cassaintegrati, disoccupati e, appunto, studenti. Gianni, che indossa una maglietta con su scritto “Licenziamento, il nostro futuro”, porta un cartello raffigurante la faccia di suo figlio, Tommaso, di appena 3 anni. «Dietro ogni dipendente c’è una famiglia - afferma -. Perdere all’improvviso il proprio posto è un vero dramma che il governo non vuol vedere».

    Tra i metalmeccanici, spiccano quelli della Alstom di Colleferro, che mercoledì hanno impedito ad alcuni manager di uscire dalla fabbrica. In piazza molti esponenti politici (da Rifondazione al Pd passando per Sinistra e libertà) e i Movimenti di lotta per la casa. «La manifestazione di oggi è la prova che pezzi differenti possono partecipare alla costruzione di un welfare migliore che garantisca lavoro degno, redditi e alloggio », urla dal megafono Bartolo di Action. A chiudere il vivace corteo, animato da fischietti e trombette, gli studenti con il loro striscione “Consulta, ora boccia anche la Gelmini”.

    «Vogliamo sottolineare - spiegano il valore costituzionale del diritto allo studio che viene calpestato ». Sono tanti. Tutti giovanissimi. Molti con look alternativi e le toppe dell’“ever green” Che Guevara. Chiedono il ritiro dei tagli alla scuola e del ddl Aprea, una legge sul diritto allo studio e la copertura finanziaria dei corsi di recupero. Il corteo finisce sotto gli studi Rai di via Teulada per denunciare la falsità dei media che parlano di una crisi già superata ».
    «Siamo qui per parlare dei lavoratori, non di Berlusconi, delle feste e dei festini», gridano i manifestanti.

    Intanto a Milano, sotto una pioggia battente, il serpentone della Fiom si snoda per le vie del centro. «Chiediamo il blocco dei licenziamenti, l’estensione degli ammortizzatori sociali e l’apertura di un confronto con il governo», dice dalla piazza il segretario generale, Gianni Rinaldini, rilanciando il tema democrazia nei sindacati perché «non siamo disponibili a fornire accordi senza il consenso dei lavoratori ». Come, invece, vorrebbero fare Fim e Uilm. «Un sopruso inaccettabile» per Rinaldini che conclude con una dura constatazione: «Siamo all’inizio della fase difficile dell’autunno e il governo non fa nulla».

    Fonte: Terra.it | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, scuola, studenti, sociale, precari, degrado, diritto allo studio, lavoratori, movimenti, manifestazioni, dignità | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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