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Dichiarazione di Enrico MELASECCHE GERMINI
Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Umbria (Lista di elezione: FI) - Consigliere Consiglio Comunale Terni (TR) (Lista di elezione: UDC) - Consigliere Regione Umbria (Gruppo: UDC) - Consigliere Regione Umbria (Lista di elezione: FI)
Occorre un nuovo protagonismo delle associazioni di categoria e degli ordini professionali
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(27 gennaio 2009) - fonte: web site - enricomelasecche - inserita il 27 gennaio 2009 da 3225
A chi giova che le associazioni di categoria e professionali rimangano dietro le quinte a tendere la mano al Presidente o al Sindaco di turno per ottenere talvolta un finanziamento specifico, una variante particolare, un’area PAIP in deroga, un incarico professionale o una consulenza ad personam? Non di certo alle migliaia di operatori economici che combattono e soffrono quotidianamente per stare sul mercato, per difendersi da una concorrenza spietata e spesso sleale, per fare in modo che la progettualità degli Enti Pubblici sia di qualità? Purtroppo questo è accaduto con una certa frequenza ma fa parte di un costume levantino cui un certo tipo di politica ha abituato, talvolta obbligato chi fa impresa o libera professione. A Terni abbiamo esempi a profusione. A livello nazionale le Associazioni più rappresentative hanno da tempo, seppure a fasi alterne, abbandonato la scelta di fare da applausometro ai vertici di turno della politica, per seguire la strada molto più complessa ed impegnativa del confronto, rispettoso ma senza subalternità culturali o timori reverenziali. La consapevolezza della forza di associazioni di categoria ed associazioni professionali con iscritti numerosi genera anche l’orgoglio dell’appartenenza per il ruolo sociale dell’impresa e della libera professione e consente di svolgere un ruolo che non è solo di difesa degli interessi rappresentati ma, quando invoca trasparenza, efficienza, abbattimenti dei costi, servizi moderni, fa crescere la società nel suo insieme. Ovviamente quando tale ruolo viene esercitato da vertici in grado di reggere il confronto ed aperti al nuovo. A livello regionale tale funzione è svolta con una certa capacità e fa pesare interessi ed indirizzi di politica economica ma a livello dei singoli Comuni si è preferito spesso interloquire in modo timido, talvolta subalterno.
Da qualche tempo però anche a Terni, con il rinnovo graduale dei vertici, si percepisce una maggiore consapevolezza, una migliore difesa dei propri interessi a fronte di un rapporto da parte di sindaci ed assessori di chiusura e conservatorismo e, da quello della forma, spesso ben al di là della normale educazione. Settori in grave crisi penalizzano anche le imprese, basti pensare alla situazione penosa in cui versano CMM, ASFM, ASM e SII per comprendere quanta ricchezza è stata gettata al vento in questi anni cui le imprese devono supplire in termini di tariffe, tasse, disfunzioni e mancato sviluppo. Ebbene qualcosa si muove. E’ significativo il fatto che un noto imprenditore di Terni, proprietario di una delle pasticcerie storiche, abbia trovato il coraggio di redarguire con puntualità atteggiamenti e decisioni di Sindaco ed Assessore che hanno penalizzato da troppi anni l’intero centro storico di Terni ormai in mano a rivenditori cinesi, con negozi sfitti da anni, con una capacità attrattiva sempre più bassa. Un trend inequivocabile di decadenza. Mai la volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di ascoltare almeno alcune delle proposte sulla politica dei parcheggi, sull’enormità dei permessi per disabili rilasciati, sulla opportunità di ridurre l’estensione dell’area pedonale facendo però rispettare seriamente lo shopping dei cittadini-consumatori costretti spesso a fare lo slalom fra le auto. Altro caso è quello della Tassa-Nera che penalizza studi professionali, opifici, botteghe e laboratori artigianali oltre alle abitazioni degli stessi. Esiste una ragione al mondo che legittima la vessazione di una parte soltanto del territorio umbro rispetto ad un’altra esente? Non credo. Ebbene pochi sono stati quegli imprenditori che hanno detto basta. Alcuni rappresentanti di categoria hanno preferito voltare il capo e non vedere, trattare con il Comune problemi specifici, salvo poi lanciare le solite banali frasi di circostanza sui soliti politici affastellati tutti insieme in un unico giudizio liquidatorio. Chi fa politica ha spesso gravi o gravissime responsabilità sul declino di un territorio ma non di meno sono quelle di chi, ai vertici delle Associazioni di categoria, non rivendica dalla politica trasparenza, incisività e risultati. Se non si esercita questo diritto-dovere non ci si può lamentare se le cose vanno male perché la forza d’urto di una categoria compatta è molto forte, a condizione che si sia in grado di farla valere nel gioco complesso della locale democrazia.
Fonte: web site - enricomelasecche | vai alla pagina » Segnala errori / abusi