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Dichiarazione di Furio COLOMBO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Chi detta la linea a Pontida

  • (18 giugno 2011) - fonte: Il Fatto Quotidiano - inserita il 18 giugno 2011 da 31

    Caro Colombo, sono settimane ormai che tutti i leader leghisti – se intervistati sulle questioni più importanti del momento – rispondono: “Bossi detterà la linea a Pontida”. In una democrazia la frase mi sembra insensata. Tu come la giudichi? Rinaldo.

    Ho ascoltato anch’io la frase, ripetuta come un talismano da ciascun boss della Lega. L’ultima volta il luogo era un Tg3 della sera in cui un adulto con serie responsabilità politiche, di nome Roberto Cota, di professione presidente della Regione Piemonte, ha risposto alle varie domande sul dopo referendum (un gomitolo di materie complicate che riguardano anche la Lega): “Su tutto questo Bossi a Pontida detterà la linea”.

    È strano che intere pattuglie di dirigenti di un partito che, fino a poco fa, ha avuto buone e fruttuose relazioni con il corpo elettorale, almeno nel Nord, scelga una risposta così umiliante. Non sto parlando dell’umiliazione che i vari personaggi di spicco della Lega scelgono di autoinfliggersi. Sto parlando della pubblica svalutazione del loro partito.
    O qualcuno “detta” la linea o non c’è nessuna risposta da dare.

    Naturalmente i leghisti possono dire che un esponente Pdl su due offre la stessa umiliante risposta, o almeno lo faceva prima degli ormai famosi referendum che hanno letteralmente rovesciato a zampe in su (attive, ma nel vuoto) il grande pachiderma detto Popolo della libertà. Però il vanto della Lega è sempre stato quello di una diversità originata dal famoso “legame con il territorio”.

    In attesa che Bossi parli, non dice niente a Cota. Il territorio? Non gli dice niente il numero di elettori che hanno partecipato ai referendum e votato al 95 per cento contro il governo Berlusconi-Bossi?

    Non gli dice niente l’estesa partecipazione, ormai accertata, di tanti solidi elettori leghisti a quei referendum e a quei risultati? Quanto a Bossi, la cui voce è attesa – ci dicono – come quella di un oracolo, forse dovrebbero ricordarci che Bossi ha già parlato.

    Ha dato il suo sostegno alla Moratti a Milano, e la Moratti è affondata. Ma l’oracolo aveva già parlato nel corso di una sgangherata campagna elettorale che ha condotto fianco a fianco con Berlusconi, sostenendone ogni esibizione per quanto grottesca, a partire dal manifesto “fuori le Br dai tribunali” da cui c’è stato solo un quasi irrilevante distacco durato un minuto. Ma quel che dovrebbe contare di più, ripeto, è che l’oracolo ha parlato sui referendum.

    Ha detto di non votare a un suo popolo preoccupato per l’acqua e ostile al nucleare. E quasi metà della Lega è andata a votare, assieme a governatori e ministri, come dire, subito prima di Pontida, che un conto è la realtà e un conto sono paesi inventati, come la Narnia e la Padania. Diciamo pure che il discorso di Bossi è atteso. Ma soprattutto per vedere se riesce ancora a camminare sulla corda, tra gli insulti di Borghezio e la volgarità di Gentilini. O se i tempi sono (lo sono) definitivamente cambiati.

    Fonte: Il Fatto Quotidiano | vai alla pagina

    Argomenti: Lega Nord, Referendum Abrogativo, Bossi Umberto, Nord, moratti, Berlusconi Bossi, leghisti, Referendum 2011 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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