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Dichiarazione di Giancarlo GALAN

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: FI)  - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: FI) 


 

«Zaia sul nucleare ha risposto come Vendola. È una delusione, così dura due anni» - INTERVISTA

  • (31 dicembre 2009) - fonte: Il Gazzettino - Alda Vanzan - inserita il 31 dicembre 2009 da 31

    «Tosi costretto dalla Lega ad agire come ai tempi di Stalin»

    Venezia - «Zaia mi ha deluso, da un governatore mi aspetto uno standard superiore, altrimenti durerà due anni». Giancarlo Galan apre già il fuoco contro il candidato della Lega a succedergli alla guida della Regione. E poi altre stoccate: «Sul nucleare ha risposto come Vendola», «Dopo il caso del Prefetto di Venezia gli consiglio di evitare vendette ed epurazioni».

    Presidente Galan, con Zaia sono già scintille.

    «Non ho nessuna intenzione di fare polemica con Zaia e mi delude che lui la faccia. Uno che si appresta a fare il presidente del Veneto dovrebbe avere standard più elevati. Cos’è che ha detto? "Io non prenderò ordini, io non alzerò il telefono". Vuole che gli ricordi che sul Passante io sono quasi andato in causa con un ministro del mio governo? O che sono l’unico che si è espresso contro il condono? Io sono stato più libero di quello che sembra essere il futuro governo del Veneto nei confronti delle imposizioni romane. D’altra parte sono anche l’unico che in questa lunga vicenda non ha mai detto "tanto decidono Bossi e Berlusconi"».

    Però hanno deciso Bossi e Berlusconi.

    «Male, bisognava fare qualcosa perché non fosse così. Le battaglie si fanno. Io l’ho fatta e ho perso, hanno prevalso le logiche romane».

    Tornasse indietro cambierebbe strategia?

    «Non ho nulla da rimproverare né a me né ai miei amici».

    Però i suoi amici, dopo essersi esposti, potrebbero rimproverarle di essere rimasti soli.

    «Sono rimasto per loro. Se avessi voluto abbandonarli sarei andato a fare il presidente dell’Eni».

    Ha detto che non farà campagna elettorale per Zaia.

    «No, ho detto che farò la battaglia per le preferenze, chiedendo di votare non miei amici ma persone che si sono comportate con lealtà e correttezza nei confronti miei e del partito che ho fondato in Veneto nel 1993, persone che ritengo degne di rappresentare una tradizione e soprattutto di difendere le straordinarie conquiste che abbiamo fatto in questi anni. Che non sono le opere soltanto. Sono le conquiste in campo sociale, le migliori politiche di welfare e per l’integrazione degli immigrati. Mai nessun provvedimento di cui ci si possa vergognare nei prossimi 20-30 anni».

    Mentre con la Lega pensa che ci si vergognerà?

    «Vedo alcune posizioni inquietanti. Non voglio fare confronti con le posizioni della Lega, il mio successore invece avrà qualcosa con cui confrontarsi e sono 15 anni di governo che ha cambiato la faccia del Veneto e l’ha cambiata in meglio. Certo si deve andare avanti, ma sarà difficile. E non si farà con l’esordio deludente di Zaia sul nucleare: troppo facile rispondere "consulteremo la gente", questo è il modo con cui ha risposto Vendola, il modo per non fare le cose. Come, all’epoca, con il Passante».

    E adesso la Romea commerciale?

    «Sono andato in Giunta proprio per togliere Manzato dall’imbarazzo di presentare il provvedimento della Romea al quale la Lega gli aveva ordinato di essere contrario».

    Comunque farà votare Zaia?

    «Sì. Ma non chiedetemi di fare serate, filippiche, comizi per Zaia. Non chiedete a me di fare quello che avete chiesto e ottenuto di far fare a Tosi. Come ai tempi di Stalin al Politburo, dove quello che era contrario a un provvedimento doveva relazionare a favore, così Tosi ha proposto lui il nome di Zaia: una cosa che per chi ha un minimo di cultura fa ridere».

    Zaia è adeguato al ruolo di governatore?

    «Spero di sì. È sicuramente quello che meglio si presenta dei suoi, ma non basta l’immagine, né inseguire il consenso con provvedimenti facili. Deve dimostrare di saper governare, altrimenti regge due anni».

    Ritiene un errore aver dato il Veneto alla Lega?

    «È stato un errore. E ho letto le varie posizioni che ci sono state su questa vicenda».

    Qualcuna in particolare?

    «Il grande coraggio e l’eleganza del patriarca Angelo Scola.
    Che, non "uti singuli", ma come capo della Chiesa, ha fatto un elogio importante a due amministratori, il presidente della Regione e il sindaco di Venezia. Se l’ha fatto il patriarca, un minimo di coraggio potevano averlo anche gli imprenditori, come associazione, che ne hanno goduto più del patriarca e della chiesa. Dire "noi dobbiamo mantenere una posizione equidistante" è facile, ai miei occhi deludente».

    Un consiglio al suo successore?

    «No vendette, no purghe, no epurazioni».

    C’è questo timore?

    «Sì, diffuso e palpabile. Dopo il caso del prefetto di Venezia...».

    Zaia ha detto che "scollerà" i sederi dalle sedie.

    «Non so cosa voglia dire. Forse che i dipendenti devono lavorare di più? Sono già i migliori d’Italia. Eliminerà alcune poltrone? Bene, sono con lui, però il suo partito finora le ha moltiplicate».

    Con la Lega l’Udc è tagliata fuori.

    «E mi dispiace. Io non giudico inutile la presenza degli amici dell’Udc, anzi: una parte delle conquiste del welfare si deve a loro. Rappresentano una tradizione. Cosa che non è per la sinistra».

    Il ministro Sacconi ha detto che il Pdl dovrà avere assessorati importanti.

    «Ha detto cose ovvie. Quali assessorati? Per me sono importanti quelli che servono a mantenere i risultati raggiunti in questi 15 anni. E poi la Cultura: da lì si misura la civiltà di un governo».

    È vero che vuole Lia Sartori vicepresidente?

    «Mai detto niente al riguardo, non appartiene a me questo modo di fare».

    Lei avrà l’Agricoltura o un altro dicastero?

    «Non lo so. So che farò il ministro. Me l’hanno caldamente chiesto. E continuerò a fare politica».

    Era reale l’ipotesi di una sua lista alternativa?

    «Ci sono andato molto vicino. Tanti amici, anche mia moglie, insistevano. La scelta di non rompere alla fine è stata mia: non potevo tradire la mia vita».

    Il rapporto con Berlusconi si è incrinato?

    «Non si incrina un rapporto che dura da 23 anni, devo tutto a lui. Certo, nell’ultimo incontro ci siamo divertiti meno».

    Doveva ancora portargli il regalo di compleanno.

    «Gliene ho portati due: 2500 bulbi di tulipano e 100 bicchieri di Seguso»

    Fonte: Il Gazzettino - Alda Vanzan | vai alla pagina

    Argomenti: centrodestra, veneto, regione veneto, Lega Nord, elezioni regionali 2010 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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