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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

«Se cado si vota subito. Il Pd cambi registro e parleremo. Ed è possibile che nei prossimi giorni ne vedremo delle belle»

  • (03 novembre 2009) - fonte: La Repubblica - Gianluca Luzi - inserita il 03 novembre 2009 da 31

    «Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell’Italia, il più contento sarò io».

    Berlusconi saluta l’elezione del nuovo segretario del Pd con una apparente apertura mentre il fidatissimo ministro della Giustizia Alfano avverte l’opposizione:
    «Faremo la riforma anche senza di voi». Dopo venti giorni di assenza da Roma Berlusconi torna oggi pomeriggio per occupare di nuovo la scena e avverte gli alleati:
    «Se cado, elezioni subito».

    Domani dovrebbe andare all’Aquila per consegnare altre case ai terremotati, ma le grandi manovre elaborate nella clausura di Arcore vertono su un unico obiettivo:
    la giustizia, o meglio come salvarsi dai processi che lo aspettano, primo fra tutti il processo Mills.

    Berlusconi gioca il tutto per tutto e ha ordinato ai falchi di impedire ad ogni costo il processo. Per questo l’ultimo progetto in ordine di tempo escogitato dai deputati-avvocati è la prescrizione breve, ennesimo tentativo di legge ad personam subito “stoppato” dal Quirinale e da Fini.

    Ecco allora che parte l’ormai consueta offensiva del giornale di famiglia contro l’»asse» Colle-Montecitorio.
    L’attacco questa volta non è affidato a Feltri ma al vicedirettore Sallusti. La sostanza però non cambia: nel mirino ci sono «le manovre oscure della politica», con un titolo esplicito: «Napolitano e Fini osteggiano Silvio», e un sottotitolo che spiega: «C’è il tentativo di fermare l’azione di governo. E Berlusconi sbotta: “Basta colombe, adesso gioco con i falchi». Con un finale inquietante: «È possibile che nei prossimi giorni ne vedremo delle belle».

    Tanto basta perché Il Secolo d’Italia, quotidiano del Pdl, ex organo di An, insorga contro il Giornale. «È l’aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende, si diceva una volta — scrive il quotidiano diretto dalla deputata finiana Flavia Perina.

    Lo schema è caro al Giornale, ma questa volta la spada di Vittorio Feltri si è trovata a menare fendenti nel posto sbagliato tantochè Silvio Berlusconi lo ha dovuto richiamare nei ranghi in tempo reale, senza neanche dar tempo all’inchiostro di asciugarsi ».

    È vero, infatti, che Berlusconi ha dettato a Bruno Vespa un panegirico sul presidente della Camera «che si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima».
    E ha escluso «nel modo più assoluto» che Fini o Bossi pensino a una crisi. Però, pur negando che sia un’ipotesi reale, Berlusconi avverte sia Bossi che Fini che «se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un’ipotesi che non esiste, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate».

    Domani o giovedì Berlusconi, Bossi e Fini si incontreranno per definire la delicata partita delle candidature per le regionali, ma è inevitabile che — mentre discuteranno dell’ipotesi di un ticket Pdl-Lega al nord — nella trattativa si intrecci anche il tema-giustizia. Su cui sia Berlusconi che Alfano si augurano che l’opposizione venga ad un accordo, in mancanza del quale farebbero comunque da soli.

    La reazione del Pd è gelida: «Riforme che fanno gli interessi di poche persone — replica la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. Troveranno la nostra più ferma opposizione».

    Il dialogo infatti non inizia nemmeno: «Pensavamo che con Bersani cominciasse una nuova fase — commenta il portavoce del premier, Bonaiuti — ma se il buongiorno si vede dal mattino siamo già alla notte». «In tutti i paesi civili un presidente del Consiglio condannato per un grave reato sente l’opportunità di dimettersi », sostiene l’ex presidente della Camera Violante, ma Berlusconi ha già annunciato che non si dimetterà anche se condannato nel processo Mills.
    E aggiunge che non rinuncerà alle cause contro Repubblica e Unità, perché «ho il dovere di tutelare l’istituzione. Chi mi insulta, insulta milioni di italiani che mi hanno votato».

    Fonte: La Repubblica - Gianluca Luzi | vai alla pagina

    Argomenti: centrodestra, pd, riforma giustizia, Stampa, ministro della Giustizia, giornalisti, elezioni anticipate, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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