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Dichiarazione di Rita BERNARDINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Pestaggi nel carcere di Castrogno. «Alfano apra subito un'indagine su Teramo»

  • (30 ottobre 2009) - fonte: La Città di Teramo - inserita il 30 ottobre 2009 da 31

    Aperta un'inchiesta sulla registrazione, recapitata al quotidiano teramano, del diaologo tra due agenti, in cui si fa riferimento a pestaggi nel carcere di Castrogno. Il caso sbarca in Parlamento con un'interrogazione della radicale Rita Bernardini

    Sollecitata dal radicale teramano Renato Ciminà, la parlamentare della rosa Rita Bernardini, da sempre impegnata nelle battaglie civili in difesa della popolazione carceraria, sia che si tratti dei detenuti sia delle condizioni di difficoltà degli agenti di custodia, è stata ieri tra i primissimi ad interessarsi al “caso” teramano.

    Nel pomeriggio, poi, all’interessamento del mattino ha fatto eco la presentazione di un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia Angelino Alfano.

    Nel testo dell’atto parlamentare, l’onorevole Bernardini, riprendendo il nostro articolo di ieri, premette che
    «...la registrazione di cui si parla è giunta al quotidiano in un plico contenente un CD e una lettera indirizzata al Direttore; nella lettera, non firmata e forse volutamente sgrammaticata, ma sedicente voce dei detenuti del carcere, si legge:

    “Qui qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così, e da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una guardia”.
    E ancora: “Il fatto e che noi siamo detenuti e non siamo mai creduti invece la guardia è la legge e credono di poter fare tutto quello che vogliono. Ci sono state volte che alcuni di noi hanno aggredito loro ma non sempre e cosi”...» spiegando poi però che, correttamente, il nostro giornale «giunge alla plausibile considerazione che la lettera che accompagnava il CD, non sia stata scritta da un detenuto, ma forse da un agente, visto che per un carcerato sarebbe stato difficile far uscire dall’istituto un plico contenete un CD, tanto più se indirizzato al direttore di un giornale ».

    L’oggetto dell’interrogazione ad Alfano, ovviamente, è il contenuto del CD, quella registrazione di un dialogo tra agenti nel quale le fonti del nostro giornale hanno riconosciuto distintamente la voce del capo reparto Luzi.

    «Quanto alla registrazione, La Città scrive: “La voce è nitida. Quanto la collera che ritma la conversazione tra due persone, una delle quali sicuramente titolato a rimproverare l’interlocutore per aver disatteso un incarico - riporta l’onorevole Bernardini - «Abbiamo rischiato una rivolta eccezionale, una rivolta… », si sente ripetere al primo.
    I tentativi del secondo di fornire una giustificazione dicendosi ignaro dell’accaduto. E ancora, il primo continua:
    «Ma perché, scusa, non lo sai che ha menato al detenuto in sezione? ». E l’altro: «Io non c’ero, non so nulla».
    Il tono di voce cresce: «Ma se lo sanno tutti?» Pochissimi secondi e poi: «In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto». Lapidario. Sotto. Non in sezione. Un detenuto non si massacra. Anzi si, si può massacrare ma non in pubblico.
    «Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto…», conclude lasciando aperte decine di interrogativi. Specie se si riesce ad avere la conferma, come ottenuto da La Città attraverso due fonti attendibili vicinissime alla vita del carcere, che la voce registrata sul CD apparterrebbe al Comandante di reparto degli agenti di Polizia Penitenziaria di Castrogno, Giovanni Luzi.

    L’interlocutore? Un sovrintendente che il giorno della presunta aggressione “al contrario”, da agente a detenuto, sarebbe stato di turno come capo-posto ossia come coordinatore delle quattro sezioni in cui sono ospitati i circa 400 detenuti”»

    La stessa onorevole Bernardini, ricordando al Ministro come «l’articolo 13, comma 4, della Costituzione stabilisce che è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà mentre l’art. 27 sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»

    In conclusione, la parlamentare radicale chiede al ministro Alfano se sia a conoscenza del fatto riportato da La Città, e «se ritenga di dover accertare se corrispondano al vero le documentate e a quanto pare verificate notizie riportate dal quotidiano La Città di Teramo e provincia;
    se ritenga di promuovere un’indagine nel carcere di Castrogno di Teramo per verificare le responsabilità non solo del pestaggio di cui si parla nella conversazione registrata nel CD, ma anche se la brutalità dei maltrattamenti e delle percosse sia prassi usata dalla Polizia Penitenziaria nell’istituto».

    Fonte: La Città di Teramo | vai alla pagina

    Argomenti: violenza, Interrogazione, carcere, ministro della Giustizia, Polizia Penitenziaria, detenuti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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