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Pestaggio a Teramo. «Cosa aspetta Alfano? Le rivolte?»
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(03 novembre 2009) - fonte: Avvenire - inserita il 03 novembre 2009 da 31
«Abbiamo rischiato la rivolta: un detenuto non si massacra in sezione, si massacra di sotto».
È questa la frase shock contenuta in cd audio recapitato al quotidiano di Teramo, « La Città», che fa riferimento a un colloquio tra due agenti di polizia penitenziaria del carcere di Castrogno a Teramo.Frase inquietante che ha indotto la Procura e il ministro della giustizia ad aprire due inchieste. Un cd autentico, posto che lo stesso comandante dei carcere, Giuseppe Luzi, avrebbe riconosciuto la sua voce.
Episodio, però, tutto da verificare, visto che gli stessi reclusi, avvicinati ieri mattina nella sua visita da Rita Bernardini, parlamentare radicale, sembrano non aver confermato l`effettiva aggressione a uno dei 400 ospiti della struttura carceraria. Il solo sospetto della violenza consumata, d`altra parte, ha fatto scattare l`allarme.Proprio la Bernardini, al termine dell`ispezione, è scura in volto e si rivolge dritto al Gurdasigilli:
«Cosa aspetta Alfano? Le rivolte? Aspetta forse che i detenuti mettano le carceri a ferro e fuoco? Qui a Teramo, a fronte di 250 posti ci sono 400 detenuti , mi dicono senza uno straccio di progetto di studio o lavoro. La situazione è grave a Teramo e lo è in Italia, dove 61 reclusi si sono tolti la vita e la popolazione carceraria cresce al ritmo di 800, 1000 all`anno. Bisogna prendere provvedimenti urgenti - conclude la Bernardini - e credo che, da questo punto di vista, il ministro Alfano si sia un po` addormentato».Castrogno come una polveriera, insomma, anche se a gettare acqua sul fuoco è Eugenio Sarno, segretario generale Uil Penitenziari: «Una frase da caserma, sicuramente, ma soltanto un eccesso verbale nei confronti di un detenuto che dava in escandescenze. Non dimentichiamoci che gli agenti, a Teramo come altrove, lavorano in condizioni pesantissime e dove già in 14 hanno riportato ferite in altrettante aggressioni».
Un altro appello rivolto alle istituzioni e al ministro Alfano è stato lanciato da Sulmona: «La situazione del carcere è preoccupante - dice l`assessore provinciale, Teresa Nannarone - il susseguirsi di fatti gravi e inquietanti come le continue aggressioni ai danni degli agenti e i tentativi di suicidio, hanno aggravato una situazione già tesa».
Un detenuto, sabato, aveva tentato di togliersi la vita cercando di incendiare la celle e 7 agenti sono rimasti intossicati.
Fonte: Avvenire | vai alla pagina » Segnala errori / abusi