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Dichiarazione di Guido Bertolaso

Alla data della dichiarazione:  Sottosegretario  Presidenza del Consiglio delega Protezione Civile


 

«Lavori in sei mesi o chiudiamo le case» - INTERVISTA

  • (30 aprile 2009) - fonte: La Stampa - Guido Ruotolo - inserita il 30 aprile 2009 da 31

    Il capo della Protezione civile tra terremoto e rischi d`esondazione "Ad Alessandria diciamo da sempre che il ponte va abbattuto"

    L`emergenza Alessandria è stata superata, anche se diversi cittadini non sono ancora rientrati nelle loro case. E posso dire che ciò è stato possibile perché eravamo preparati. Insomma, l`evento era stato previsto e i rischi sono stati ridotti ai minimi termini».
    Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, insiste sulla necessità di rendere l`Italia «un Paese sicuro».
    Proprio la gestione dell`esondazione del Tanaro viene presa a mo' d'esempio di una efficace politica di «previsione» per ridurre i danni.
    C`è poi l`altro corno del problema che sta a cuore a Bertolaso, la «prevenzione» per la riduzione dei danni provocati dai terremoti (ma anche dalle eruzioni vulcaniche):
    «C`è una grossa novità nel decreto per il terremoto abruzzese. Mi sono molto battuto - dice soddisfatto - perché si crei una mappa dettagliata di verifiche urgenti degli edifici a rischio vulnerabilità nelle aree sismiche».
    Il suo predecessore, Franco Barberi, consegnò il suo rapporto sugli edifici a rischio nelle aree sismiche nel 1999. In dieci anni non è successo nulla, o quasi. Abruzzo docet...
    «La novità è una rivoluzione. Perché censiti gli edifici a rischio, lo Stato finanzia i lavori di messa in sicurezza degli stessi. Se entro sei mesi i lavori non vengono avviati, quegli edifici vengono dichiarati inutilizzabili. Se si tratta di una scuola, per esempio, le lezioni vengono sospese».
    Nel decreto si fa riferimento a interventi necessari su immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nelle aree dell`Appenino centrale contigue a quelle interessate dagli ultimi eventi sismici. Perché?
    «Abbiamo deciso di iniziare questo screening dalle zone dove siamo più presenti in questo momento con tecnici e strutture operative utili a raggiungere l`obiettivo. E` evidente che è l`intero arco appenninico ad essere zona ad alto o altissimo rischio sismico e sarà data la stessa attenzione a tutte queste aree».
    Un segnale che questa volta si fa sul serio. Immaginabili le reazioni da «muro di gomma» di istituzioni o cittadini. Come è accaduto in queste ore con l`alluvione di Alessandria...
    «Non vorrei che qualcuno pensasse che abbiamo sottovalutato la situazione, in Piemonte.
    Che, presi dall`emergenza Abruzzo, dall`organizzazione del vertice del G8, non abbiamo messo in conto che con l`arrivo delle piogge avremmo corso il rischio di esondazione del Po e dei suoi affluenti. La Protezione civile si è mossa in tempo, e possiamo tirare un sospiro di sollievo. Avevamo anche ipotizzato, il 27 marzo, la necessità di demolire il ponte Cittadella di Alessandria. Un invito caduto nel vuoto per le perplessità espresse dai Beni Culturali e da certi comitati di cittadini».
    Dunque, avevate previsto l`alluvione di Alessandria?
    «Ci siamo mossi subito, quando abbiamo letto le previsioni meteo che davano un peggioramento della situazione. Abbiamo spedito il nostro direttore del Servizio previsione e prevenzione, Giovanni Menduni, che fino all`anno scorso è stato il segretario generale dell`Autorità di bacino dell`Arno, ad Alessandria, dove si è messo in contatto con il prefetto e la provincia.
    Nello stesso tempo abbiamo fatto rientrare alla base alcuni volontari e vigili del fuoco impegnati in Abruzzo. In un primo tempo si è attivata la sala operativa della protezione civile di Torino, poi i nostri uomini si sono trasferiti ad Alessandria».
    Che il Tanaro potesse esondare era alquanto scontato. C`è la strozzatura del Ponte della Cittadella...
    «Da tempo quel ponte è una diga nel centro di Alessandria. Anche chi non mastica argomenti tecnici di idraulica comprende che quell`ostacolo va rimosso. Con la piena, il ponte dovrebbe garantire un deflusso di 3800 metri cubi d`acqua al secondo e invece ne garantisce 2500-2600».
    Anche il governatore Bresso si è convinta dell`abbattimento del Ponte.
    «Noi l`abbiamo detto il 27 marzo scorso in un vertice tenuto al Comune di Alessandria».
    Come sempre, fino a quando non succede l`irreparabile scelte dolorose trovano ostacoli insormontabili. Le inondazioni, le frane, i terremoti, il rischio vulcanico. Bertolaso, la sua sembra una battaglia contro i mulini al vento.
    «Dobbiamo rendere sicuro il Paese. Il terremoto dell`Aquila ci serva da lezione. Con la prevenzione, nel caso dei terremoti, e la previsione, la vicenda di Alessandria ne è una conferma, possiamo ridurre il danno. C`è poi il capitolo terremoto sul quale, come ho detto, il decreto legge interviene rivoluzionando il sistema. Infine, dobbiamo affrontare anche il rischio vulcanico».
    Nei paesi vesuviani si sono costruiti interi quartieri e strutture pubbliche persino sulle bocche eruttive del Vesuvio.
    «Questo è un nodo che prima o dopo dovremo sciogliere».

    Fonte: La Stampa - Guido Ruotolo | vai alla pagina
    Argomenti: infrastrutture, territorio, piemonte, protezione civile, case, allagamenti, strutture, Vigili del Fuoco, terremoto in Abruzzo, fiume po | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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