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Dichiarazione di Italo BOCCHINO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI)  - Vicepres. Camera VICE PRESIDENTE GRUPPO DEPUTATI POPOLO DELLA LIBERTA'  (Gruppo: AN) 


 

«AI PdI non serve il monarca Silvio» - INTERVISTA

  • (20 gennaio 2009) - fonte: Il Riformista - Alessandro De Angelis - inserita il 20 gennaio 2009 da 31

    «Non sarà il partito dell`uomo solo al comando»: Italo Bocchino vicepresidente dei parlamentari del Pdl fissa i sui paletti sul nuovo partito.
    Gazebo andati male, statuto in alto mare, data del congresso non definita. Che succede nel Pdl?
    Partirei da un`analisi politologica: accade sempre, quando i partiti sono al governo, che per un paio d`anni si concentrino più sui problemi del paese che sulle questioni interne.
    Vuole dire: nessun problema?
    Il dibattito di questi giorni è fisiologico visto che siamo alla vigilia di un passaggio anche burocratico. Ma, politicamente, il Pdl è già nato. Alle elezioni, presentandoci insieme, abbiamo preso più della somma dei due partiti. Nei gruppi parlamentari ci muoviamo come esponenti del nuovo partito e non come Forza Italia o An. Ora si tratta di affrontare questioni spinose: sedi, incarichi, organizzazione, statuto. Ed emerge qualche difficoltà. In fondo, è più facile innamorarsi che mettere su casa insieme.
    Come sarà la nuova casa?
    Questo è un grande tema. Anche perché le case di provenienza sono ben chiare. Forza Italia, che non è un partito di plastica, si può definire, usando la brillante espressione di Tremonti, una "monarchia anarchica". An invece si è mossa sulla base di un presidenzialismo costituzionale, in cui Fini decideva, eccome, ma all`interno di una dialettica interna.
    Quale sarà la sintesi?
    Una via di mezzo. Il modello dove uno decide per tutti non funziona: chi appartiene a un partito non può seguire in silenzio le decisioni altrui.
    Propone una sorta di monarchia costituzionale?
    Qualcosa di più. La monarchia prevede un uomo solo al comando. lo dico che il Pdl deve avere una leadership duale. O, per dirla con un termine che si è usato per Mediobanca, una governance duale. Così come le liste unitarie hanno preso più della somma dei singoli partiti, la governance Berlusconi-Fini rende di più della somma tra i due.
    Significa che vuole un partito democratico?
    Noi possiamo anche fare una norma nello statuto che prevede che finché farà politica Berlusconi resta leader e decide quello che vuole, sempre d`intesa con Fini ovviamente. Ma il punto è che dobbiamo costruire un partito per i prossimi cinquant`anni, altrimenti non ha senso e preferisco stare a casa mia. Come modello penso a una moderna Dc.
    Intende radicato e non di plastica?
    Intendo strutturato nella società, con aderenti, moderne forme di iscrizione. Insomma fatto non solo di internet e blog ma in cui il territorio decide. Possiamo non chiamarle sezioni, ma uno non può apprendere le candidature al suo Comune leggendo i giornali.
    Berlusconi è abituato a fare così.
    Berlusconi ha un tratto antipolitico nel suo modo di essere che lo rende geniale. E' abituato ad affidarsi all`intuito e ai sondaggi. E capisco che per lui una direzione con cento persone che parla di candidature è una sofferenza. Ma un sistema di regole serve. E occorrono luoghi in cui se uno non è d`accordo si possa alzare e dirlo.
    Dentro An ci sono malumori. Alemanno ha detto: no ad annessioni.
    Questo lo abbiamo detto tutti. E infatti stiamo lavorando per costruire una cosa nuova. Tra l`altro il patrimonio culturale della destra nel nuovo partito lo abbiamo già portato. Basta vedere le nostre proposte sulla sicurezza o sull`economia.
    Il matrimonio sarà in comunione dei beni?
    Sarà in comunione dei beni futuri. La dote che portiamo è il rimborso elettorale. Se si riferisce agli immobili di An, diciamo che quelli fanno parte invece del patrimonio della famiglia di provenienza.
    Il governo perde cinque punti nei sondaggi. Come reagirete al malessere del Nord?
    Costruendo il partito. Dopodiché non si può accontentare sempre il rivendicazionismo della Lega. Un riequilibrio è un problema di tutti, ma soprattutto del premier, visti i suoi incontri periodici ad Arcore con Bossi, e anche del ministro dell`Economia che ama molto il Caroccio. Altrimenti il rischio di pagare in termini elettorali è evidente.
    E il federalismo?
    L`accordo è fatto e manterremo gli impegni. Ma sul Mezzogiorno dobbiamo fare di più. Penso a un istituto di credito, a un utilizzo serio dei Fas, a ridurre l`assistenzialismo nell`uso dei fondi pubblici, alla meritocrazia. Il Sud è una partita tutta da giocare.

    Fonte: Il Riformista - Alessandro De Angelis | vai alla pagina
    Argomenti: fondi pubblici, Candidature, forza italia, pdl, an, federalismo, patrimonio immobiliare, fondi FAS, Nord | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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