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Patrizia TOIA in data 17 luglio 2012
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Franco MIRABELLI in data 17 luglio 2012
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Franco MIRABELLI in data 17 luglio 2012
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Franco MIRABELLI in data 17 luglio 2012
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Franco MIRABELLI in data 15 luglio 2012
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Arturo Mario Luigi PARISI in data 14 luglio 2012
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» Deputati Pd sostengano nostro ddl sui matrimoni
Antonio DI PIETRO in data 14 luglio 2012
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Pier Luigi BERSANI in data 14 luglio 2012
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Matteo RENZI in data 14 luglio 2012
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Franco MARINI in data 13 luglio 2012
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Gennaro MIGLIORE in data 13 luglio 2012
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Pietro ICHINO in data 13 luglio 2012
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» Ue/Crisi: Europa fuori dall'empasse grazie all'azione del governo italiano
David-maria SASSOLI in data 11 luglio 2012
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Marco FOLLINI in data 11 luglio 2012
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» «In aula si vedrà finalmente chi fa sul serio e chi ostacola. Le preferenze? Pericolose» - INTERVISTA
Dario FRANCESCHINI in data 10 luglio 2012
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Arturo Mario Luigi PARISI in data 10 luglio 2012
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Stefano ESPOSITO in data 10 luglio 2012
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Rosy BINDI in data 08 luglio 2012
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» Dichiarazione congiunta. «Solo le banche escono vittoriose dal Summit europeo»
Paolo FERRERO in data 07 luglio 2012
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» Diaz «La clamorosa sottovalutazione riguarda anche il centrosinistra» - INTERVISTA
Roberto DELLA SETA in data 07 luglio 2012
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Anna Margherita MIOTTO in data 04 luglio 2012
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» «Il PD e Casini. Non capisco e non mi adeguo» - INTERVISTA
Nichi VENDOLA in data 02 luglio 2012
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Enrico LETTA in data 02 luglio 2012
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Franco MIRABELLI in data 02 luglio 2012
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Carlo GIOVANARDI in data 27 giugno 2012
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Dichiarazione di Nichi VENDOLA
«Pd-Udc? Una resa. Così non ci sto» - INTERVISTA
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(28 giugno 2012) - fonte: Daniela Preziosi - Il Manifesto - inserita il 28 giugno 2012 da 31
Presidente Nichi Vendola, Bersani e Casini si trovano d’accordo su un patto fra «le forze progressiste e quelle democratico-costituzionali». Il suo partito, Sel, è interessato?È sempre più difficile trovare il bandolo della matassa di una politica vissuta come pura alchimia, indifferente ai problemi, ai dolori, alle speranze della società. Se qualcuno pensa che Sel sia aggregabile a un polo neomoderato fondato sull’alleanza strategica fra Pd e Udc, spiace deludere, si sbaglia. Non siamo gregari di un’ipotesi che non metta in campo una proposta forte e chiara di alternativa al ’paradigma Monti’.
Voi sarete comunque contro Monti?
La mia prospettiva è «contro Monti». Quella di Bersani è «oltre Monti». Quella di Casini è «Monti dopo Monti». Ed è importante: questo paradigma ha a che fare con l’analisi della crisi e con l’idea di ricostruzione del profilo economico-sociale di un continente devastato dal mucchio selvaggio dei finanzieri, degli speculatori e dei tecnocrati di scuola liberista. Ma com’è possibile immaginare, nel cuore di una crisi così drammatica, un discorso così politicistico? In questi anni mi sono battuto perché il centrosinistra vivesse e fosse il campo di una ricerca larga, di un’interconnessione fra politica e società, fra partiti – la foto di Vasto – e movimenti critici che molto più dei partiti hanno smascherato le malefatte del berlusconismo. Senza steccati o veti. Si può immaginare l’allargamento ai moderati. Ma così si consegna loro la cifra culturale di una coalizione. Che rischia di essere solo uno stimolo all’antipolitica.
Però Casini e Bersani a lei fanno molti complimenti. Criticano invece Di Pietro. Sarebbe accettabile per voi un’alleanza senza Idv?
Ci sono cose per me incomprensibili. Si comincia a parlare di primarie. C’è un leader, come il sindaco di Firenze, che è una variabile estremista del liberismo. E un altro, come Bersani, che è un amabile socialdemocratico. Ma queste non sono primarie, è il congresso del Pd. E io non sono interessato a partecipare: se Renzi rende maggioritaria l’anima liberista del Pd, ne traggo le conseguenze.
Quali conseguenze?
Io sono antagonista ai liberisti ovunque collocati. Per lo meno nella stessa modalità delle forze del socialismo europeo. Quindi torniamo alle primarie: intese come sommovimento democratico, e non somma dei partiti, presuppongono l’esistenza di una coalizione, di una carta di valori. Ci possono essere delle varianti, ma in un contesto comune. Invece la coalizione non c’è. Vinciamo le amministrative insieme, ma il centrosinistra viene degradato al rango di una coalizione territoriale. Ed io mi vedo cooptato, fra il dileggio e il reclutamento, in un progetto in cui non si parla di come uscire dalla palude della destra. E dalle secche di un governo fallimentare: ci troviamo alcuni ministri fondamentali che sono gaffeur impagabili. Passera è il ministro della paralisi industriale, Fornero assomiglia al ministro dei temporali di Antonio Albanese. Lo dico agli innamorati dell’efficientismo: sono tra i peggiori ministri mai avuti, incapaci di affrontare anche uno solo dei dossier sul tavolo. Quindi vorrei fare una domanda a Bersani.
Prego.
Qual è la base programmatica e ideale dell’incontro con Casini? L’Italia ha un arretrato sui diritti civili e sta arretrando sui diritti sociali. Il minimo che si può chiedere all’agenda del più pallido ed edulcorato centrosinistra è un avanzamento su questi due terreni. Se no perché mettere la parola sinistra?
Domani lei ha convocato una conferenza con Di Pietro. Cosa annuncerete?
Molti ci chiedono un’iniziativa. Sono affezionatissimo alla prospettiva del centrosinistra per governare il paese. Posso lavorare per costruire una piattaforma di compromesso. Ma il rischio oggi è l’ennesima resa della sinistra al centro.
Di Pietro però provoca. Ha dato un ennesimo ultimatum a Bersani: o va alla festa dell’Idv a settembre e si scatta una nuova ’foto di Vasto’, o è rottura.
Le intemperanze di Di Pietro sono figlie di questo vuoto: non c’è un luogo, un gruppo di lavoro, un telaio per costruire una tela comune. Poi, certo, la sensazione di essere un inquilino indesiderato produce atteggiamenti conseguenti. Ma dico: tutti mettono i voti al discolo Di Pietro: invece il caravanserraglio dei moralisti, degli omofobi, dei neoconfessionali, dei neocatecumenali, dei liberisti a oltranza, gode sempre di indulgenza plenaria? Vogliamo parlare delle intemperanze della ministra Fornero? Quelle di Di Pietro turbano il palcoscenico della vita pubblica, quelle della ministra turbano la vita di milioni di famiglie. Perché per me dev’essere normale allearmi con Buttiglione? Ripeto: sono pronto a lavorare a un compromesso, ma non a una resa. Pd e Udc non sono un centrosinistra allargato, sono un ibrido neomoderato. L’Udc ha un riferimento europeo certo in Angela Merkel.
Quale linea seguirebbero Pd e Udc in Europa? Il montismo?
Il montismo è un tentativo flebile di correzione della linea demenziale di Merkel. La ricerca fra la linea che porta alla deflagrazione dell’Europa e la lenta rianimazione è destinata al fallimento. La crisi propone un’alternativa. Come sinistra dobbiamo alzare la bandiera degli Stati uniti d’Europa.
Prima di dire sì a Casini, Bersani aveva confermato le primarie. Ma in una data lontana e indefinita.
Sembra che il Pd si ostini a non capire quanto profonda e radicale sia la richiesta di cambiamento. Basta vedere quello che è successo nelle città. O nei referendum: dai 27 milioni di sì all’acqua come bene pubblico alle norme montiane il passaggio è contradditorio. Fin qui il centrosinistra ha vinto suo malgrado.
Oggi lei sarà a Bruxelles al forum su «un’altra strada» per l’Europa. Di fronte a quest’assemblea potrà prendere l’impegno di portare quest’altra strada in un eventuale governo con il Pd?
I partiti non sono mummie. Tante delle culture del popolo democratico sono decisive per costruire il cambiamento. Leggendo l’Unità a me capita di provare una strana e beffarda sintonia. Mi chiedo: con alcuni lettori ’autorevoli’ di quel giornale c’è la stessa sintonia? Così quando leggo il quotidiano della sublime schizofrenia del centrosinistra (Repubblica, ndr): di spalla trovo le bellissime analisi degli intellettuali più robusti del mondo. In apertura invece ci sono gli editoriali politici del pensiero unico, persino ingiuriosi nei confronti di chi ha idee diverse.
E se l’apertura di Casini a Bersani fosse solo una tattica per alzare il prezzo di un’alleanza con il Pdl?
Non sono un dietrologo. Mi interessa capire qual è la loro idea per uscire dalla crisi. Vorrei discuterne fuori dalle dinamiche di palazzo, non come antichi e post-moderni alchimisti.
Di Pietro è tentato da un quarto polo. La sua Sel?
Sono certo che Di Pietro lavora per il centrosinistra. Poi se qualcuno ne prevede l’estinzione, bisogna consentire a chi viene escluso di essere riottoso. Succede anche me: qualche volta mi si vuole alleato ma suicida. Fin troppe volte è stato chiesto alla sinistra di suicidarsi per vincere. Credo che questa volta la sinistra voglia vincere da viva.
Da sinistra c’è chi le chiede di fondare la Syriza italiana. Ci stareste?
In Italia non esiste né Syriza né il partito socialista francese. Rischia invece di esistere la coalizione fra Pasok e Nuova democrazia. Sarebbe una prospettiva catastrofica per il paese.
Fonte: Daniela Preziosi - Il Manifesto | vai alla pagina » Segnala errori / abusi