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Dichiarazione di Davide GARIGLIO

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: PD) 


 

Gariglio imita Renzi: "Io contro il Pd romano"

  • (26 gennaio 2011) - fonte: http://www3.lastampa.it/ - inserita il 26 gennaio 2011 da 12104

    L'affondo: «I leader nazionali si sono schierati tutti con Fassino»
    Anrea Rossi

    Difficile dire se la parte gli si addice. Di sicuro non è uno di primo pelo: ha 43 anni e fa politica in città da una ventina. Però Davide Gariglio, superate le 700 firme necessarie per correre alle primarie, ha deciso di tentare la «carta Renzi», e non solo per il filo diretto che lo lega al sindaco fiorentino tramite il capogruppo del Pd in Provincia Claudio Lubatti. Come l’inquilino di Palazzo Vecchio che, da outsider e in aperta sfida al Pd fiorentino e nazionale, riuscì a farsi largo a suon di attacchi frontali alla nomenclatura democratica e inni al ricambio generazionale, l’ex presidente del Consiglio regionale ha deciso che da qui al 27 febbraio - giorno in cui contenderà a Piero Fassino e forse a un terzo avversario la candidatura a sindaco per il centrosinistra - farà leva sulle stesse parole d’ordine.

    E allora, se Fassino si fa forte dell’appoggio di buona parte della «città che conta», Gariglio rovescia il quadro. «Sabato mattina, quando lancerò la campagna elettorale al PalaIsozaki, in prima fila farò sedere i torinesi, la gente comune. Non vedrete nessun esponente dei poteri forti». E se l’ex ministro è il candidato su cui il Pd nazionale ha deciso di investire, l’avversario sfrutta l’endorsement a suo vantaggio. «Tutto l’establishment nazionale del partito si è schierato compattamente. Voglio sperare che d’ora in poi il Pd garantirà pari dignità a tutti i candidati. La segretaria regionale e quella torinese l’hanno già fatto. Roma no: i dirigenti nazionali hanno fatto pressione sui loro riferimenti a Torino perché appoggiassero Fassino». Anche il leader, Pier Luigi Bersani, finisce nel mirino: «Gli ricordo che è stato eletto anche con i miei voti, visto che al congresso ero dalla sua parte, a differenza di Fassino che stava con Franceschini. Il partito nazionale non ha esercitato un ruolo super partes. Del resto è da un pezzo che non ne azzeccano una».

    Un’utilitaria contro un carro armato. Gariglio proverà a trasmettere quest’immagine di sé, contrapposta all’ex ministro, sostenuto da uno staff imponente e da appoggi influenti. «Non sarò uno sparring partner. In partenza il rapporto di forze era squilibrato, eppure abbiamo raccolto 711 firme, tutte già verificate, mentre lui è arrivato a 1200 ancora da controllare». Al suo fianco il consigliere regionale Mauro Laus - uno dei suoi grandi elettori, insieme con l’assessore comunale Mangone - affonda il colpo: «Noi le firme le abbiamo raccolte una per una. Non ce ne hanno portate 350 in un colpo solo».

    Il riferimento è chiaro: nel mirino ci sono Salvatore Gallo e il figlio Stefano, consigliere comunale, vicini al vicesegretario nazionale Enrico Letta - stesso riferimento romano di Gariglio - che hanno mobilitato le loro truppe a sostegno di Fassino. «Noi, invece», incalza Gariglio, «non abbiamo incassato nessun pacchetto di tessere né ricevuto aiuti da terzi. Le nostre 740 firme appartengono a persone che hanno compiuto una scelta scomoda, difficile, quella che offriva meno garanzie».

    Fonte: http://www3.lastampa.it/ | vai alla pagina

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