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Dichiarazione di Cesare DAMIANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Il governo è inerte» - INTERVISTA

  • (26 agosto 2010) - fonte: L'Espresso - (v.l.) - inserita il 26 agosto 2010 da 31

    «Il lucido intervento del presidente Napolitano è la migliore garanzia dei diritti non solo costituzionali ma del rispetto delle leggi». Per Cesare Damiano capogruppo del Pd in commissione lavoro della Camera ed ex ministro la lettera del Capo dello Stato ai tre operai di Melfi che la Fiat si rifiuta di reintegrare al lavoro dovrebbe indurre la Fiat ad ascoltare di più senza radicalizzazioni riavviando un confronto con i sindacati.

    Prima deve reintegrare i tre operai di Melfi?

    «Chiediamo all’azienda di farli rientrare al lavoro perchè come ha detto Pietro Ichino, l’ordinanza cautelare del giudice deve essere rispettata integralmente, anche se la si ritiene sbagliata».

    Come giudica le scelte Fiat su accordi separati, licenziamenti e sfida ai giudici?

    «C'è il rischio che in Fiat si vada radicalizzando un atteggiamento non utile se si vuole l'attuazione degli investimenti in Italia e far emergere una piattaforma strategica capace di guardare al mercato europeo e nord africano».

    Lo scontro vanifica tutto questo?

    «La priorità dovrebbe essere l'attuazione del piano di Fabbrica Italia. Il permanere di una situazione di conflitto certamente non agevola. Il rischio è finire in un vicolo cieco».

    Come superare il conflitto con la Fiom e la Cgil?

    «Ritengo che per vincere la sfida della competitività globale, i lavoratori possano essere associati nella definizione delle scelte strategiche dell’impresa. Lo scopo è di evitare delocalizzazioni selvagge e una competizione fondata esclusivamente sui costi. L’esempio tedesco dei comitati di sorveglianza è certamente un modello di riferimento utile»

    La Marcegaglia parla di deroga al contratto nazionale.

    «Non amo la logica delle deroghe che piace invece al ministro Sacconi. Penso che il contratto nazionale sia necessario ma al suo interno è possibile l’individuazione di specifiche normative per i settori, a partire da quello dell’auto, per quanto riguarda il regime dei turni, la prestazione straordinaria e l’organizzazione del lavoro»

    Come valuta l’atteggiamento del ministro del lavoro Sacconi?

    «Il governo è inerte e ha un ruolo da spettatore passivo. Il ministro Sacconi quando non si rifugia nel no comment, si sta invece caratterizzando come il ministro delle imprese a differenza dei suoi illustri predecessori come Brodolini e Donat-Cattin che amavano definirsi ministri dei lavoratori. Sacconi almeno questo dovrebbe ricordarselo».

    Pomigliano e l'accordo separato senza la Fiom tracciano la strada di future relazioni industriali?

    «Nel caso di Pomigliano la Fiat ha utilizzato la tattica negoziale del prendere o lasciare che garantisce poco spazio alla contrattazione. In questo, come in altri casi, il sindacato dovrebbe comunque fare il proprio mestiere e la stessa Fiom doveva avanzare proposte alternative. Mi auguro che dalla difficoltà del confronto possano nascere proposte innovative per coinvolgere i lavoratori nelle strategie della Fiat»

    Fonte: L'Espresso - (v.l.) | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, sindacati, Marcegaglia, presidente Napolitano, lavoratori, Fiat, Sacconi Maurizio, Fiom, Pomigliano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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