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Dichiarazione di Matteo RENZI

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Firenze (FI) (Partito: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Firenze (FI) (Lista di elezione: Cen-sin) 


 

«Chiuso in sé e arroccato in difesa: il Pd così non va» - INTERVISTA

  • (20 agosto 2009) - fonte: l'Unità - Pietro Spataro - inserita il 20 agosto 2009 da 31

    Nel nostro Parlamento ci sono persone che farebbero fatica ad essere elette persino in una bocciofila.

    No, no, non mi chieda nulla del congresso del Pd perché non dico nulla». Matteo Renzi ci accoglie così, in jeans e camicia a righe, nella sua stanza da sindaco a Palazzo Vecchio. «Vede – dice sedendosi – questa è la sedia che ha sostituito quella che era costata duemila euro e che ho rimandato indietro. Certo, su questa a dir la verità si suda un po’…». Sulla sfida Bersani-Franceschini-Marino non vuole dire una parola ma sul Pd alla fine si lascia andare. Ed è uno sfogo. Quasi un atto di accusa. «Siamo sempre in difesa, siamo vittime della malattia devastante dell’autoreferenzialità». E sul futuro di Firenze fa un annuncio importante: «La tramvia del Duomo? Meglio la pedonalizzazione…»

    Allora, sindaco, questo Pd sta messo male?

    «Guardi sono appena stato a Cortina a un dibattito con Alemanno. Il pubblico era un po’ mondo leghista e un po’mondo dei vip. Ho detto loro con nettezza che occorre capire le ragioni degli immigrati che vengono in Italia. Sa che è successo? Mi hanno fischiato. Segno che ho colpito giusto. Ecco, se giochi in contropiede loro vanno in difficoltà».

    E il Pd non gioca in contropiede?

    «Ma per carità. Faccio un altro esempio. Se sulla sicurezza dici che, invece di privatizzare il controllo, bisogna dare i soldi alla polizia metti a nudo una debolezza del governo. Pensi che la polizia scientifica di Firenze ha 1500 euro di budget l’anno. Millecinquecento euro. E negli uffici hanno ancora la stampante a aghi… Ma noi queste cose non le diciamo».

    Ma perché secondo lei il Pd è così rauco?

    «Ma perché sono tutti impegnati nel dibattito congressuale, in cui se Bersani dice A Franceschini di- ce B e viceversa. È una dialettica surreale».

    Insomma un bel disastro?

    «Sì le cose non vanno. Però me lo lasci dire: è sempre meglio il nostro modo di fare che quello della destra. Ad Alemanno l’ho detto: meglio da noi che da voi dove andate avanti a forza di acclamazione».

    Ma il centrosinistra che cosa deve fare per reagire?

    «Abbiamo bisogno di prendere in mano i temi veri del paese. O ci apriamo all’esterno e ci rimettiamo in gioco oppure andremo male e vinceranno sempre i cooptati, quelli che sono succubi del leaderino di turno. Basta con il mondo autoreferenziale. L’autoreferenzialità è una malattia devastante. Vede, Berlusconi riesce a mascherare i suoi problemi, lui è il campione della sopravvivenza politica. Lui parla all’esterno. Noi siamo professionisti della discussione interna».

    Un quadro fosco. Sembra quasi non ci siano speranze…

    «No, affatto. Sta maturando invece nel Paese un gruppo nuovo, che non è fatto solo di giovani, che alla fine manderà a casa Berlusconi. Dobbiamo ricordarci che dopo le primarie del 25 ottobre la finale la giochiamo con la destra e non tra di noi.Però smettiamola di stare sempre in difesa, schiacciati nell’area di rigore…»

    Vediamo le cose che non vanno. La sicurezza, per esempio. Che ne dice delle scelte del governo?

    «Io dico che se mi mandano i militari e mi liberano un po’ di poliziotti va anche bene. Ma la sicurezza non la garantisci con le camionette nelle strade, non possiamo permettere che si restringa la libertà. Dovremmo avere il coraggio di dire: siamo noi il vero popolo della libertà».

    Le ronde…

    «Una boiata pazzesca come direbbe Fantozzi. È un tentativo demagogico di fomentare la paura senza risolvere nulla. Non possiamo accettare il proliferare di questo rambismo in miniatura. Sostenere per legge che il clandestino è un criminale è inaccettabile. Allora: possiamo dire che la responsabilità di questo dramma della sicurezza che non va e della giustizia che fa acqua da tutte le parti non è nostra?»

    In qualche modo sono cose che dicono i vescovi…

    «Ecco appunto, in Italia sembra ci sia solo la Chiesa a fare opposizione. E intanto noi del Pd non riusciamo a parlare al mondo cattolico che avrebbe tutti gli argomenti per stare con noi».

    Sindaco, lei che è il campione delle primarie pensa che per favorire il ricambio bastino o serve una nuova legge elettorale?

    «Le primarie vanno bene. Ma io dico che chiunque sarà il segretario del Pd deve battersi per fare una nuova legge al posto della “porcata”. Quale? Decidano liberamente, l’importante è che si garantisca il rapporto tra elettore e eletto. Nel nostro Parlamento ci sono persone che farebbero fatica ad essere elette persino in una bocciofila».

    Che ne dice del lavoro di sindaco dopo due mesi?

    «Un bel lavoro. Vedremo i frutti in seguito. Abbiamo lanciato una sfida ambiziosa: quella di declinare Firenze al futuro e non più al passato. Su questo mi gioco la carriera e credo ne valga la pena».

    E quel brutto progetto del tram che sfiora il Duomo?

    «Vedrà che finirà tutto con il buonsenso. Sono stati fatti degli errori e oggi serve la trasparenza assoluta. Io le dico che tra Piazza del Duomo così com’è adesso, con 1850 auto al giorno, e la tramvia senza fili io scelgo la tramvia. Se invece l’alternativa è tra la tramvia e la pedonalizzazione…»

    Sceglie la pedonalizzazione?

    «Sicuramente. Anzi diciamo meglio: se devo scommettere un euro lo scommetto sulla pedonalizzazione. Alla fine sono sicuro che arriveremo lì».

    Fonte: l'Unità - Pietro Spataro | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, immigrati, chiesa, centrosinistra, viabilità, pd, congresso pd, ronde, dirigenti, primarie, sindaco di Firenze | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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