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Dichiarazione di Fabio RAMPELLI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

«La sovranità popolare va sempre rispettata» - INTERVISTA

  • (28 ottobre 2008) - fonte: Avvenire - Danilo Paolini - inserita il 29 ottobre 2008 da 31

    «Serve un’ampia partecipazione dei cittadini, così si rischia la tecnocrazia»

    Una politica in cui i partiti sono sempre più «grandi contenitori mediatici», il voto di preferenza rappresenta «l’ultimo appiglio» di democrazia reale e, forse, l’ultimo scudo contro l’avvento della «tecnocrazia». Fabio Rampelli, deputato del Pdl, di consensi personali ne ha sempre raccolti tanti, facendo politica in Alleanza nazionale a Roma e nel Lazio. Premette di «non avere alcun pregiudizio ideologico verso l’abolizione delle preferenze, però...».
    Però, onorevole?
    Se togliamo le preferenze, occorre fare in modo che le forze politiche siano vincolate a criteri precisi per la scelta dei candidati. Una scelta che deve essere condivisa con gli iscritti. Si potrebbe pensare, per esempio, all’introduzione per legge delle primarie. La sovranità popolare è il principio cardine della democrazia, va rispettato.
    Ma il governo pensa che le preferenze servono solo a sprecare soldi.
    E magari che per reperire quei soldi, il candidato stringa legami poco chiari... Ma non sta scritto da nessuna parte che per ottenere consensi bisogna essere corrotti, rifiuto questa equazione semplicemente perché so che non è vera: io non ho mai speso un euro, eppure ho sempre preso migliaia di preferenze, soltanto lavorando e facendomi conoscere dalle persone. Comunque, ripeto, non sono pregiudizialmente pro o contro le preferenze: sono per la tutela della sovranità popolare.
    E se il testo della nuova legge elettorale per le europee restasse quello attuale?
    Mi pare difficile poter condividere una linea del genere, ma spero che in Parlamento ci siano i margini per inserire criteri che garantiscano una più ampia partecipazione dei cittadini al funzionamento dei partiti e una maggiore trasparenza nei criteri di selezione dei dirigenti. Il rischio vero non è l’oligarchia, ma un mostro perfino peggiore: la tecnocrazia.

    Fonte: Avvenire - Danilo Paolini | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, democrazia, elezioni europee, preferenze, Governo Berlusconi, oligarchie, tecnocrazia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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