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Dichiarazione di Tiziano TREU

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo)  - Consigliere  Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) 


 

Treu: «Un Manifesto dei Valori più riformista grazie al Veneto»

  • (02 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino - ed. nazionale - - inserita il 02 febbraio 2008 da 31
    VeneziaSe il Manifesto dei Valori del Partito Democratico sarà pienamente riformista lo si deve al lavoro fatto dalla squadra veneta, e in particolare dai senatori Tiziano Treu e Paolo Giaretta (ma anche al napoletano Antonio Polito), presenti nella Commissione dei cento che oggi approverà in via definitiva la Carta dei principi fondamentali del nuovo soggetto politico. Un documento di otto pagine, diviso in sette capitoli, che fissa le grandi idee ispiratrici ma che resta cosa diversa dal programma vero e proprio al quale - assicura Treu - «stiamo comunque già pensando: di sicuro non avrà 280 pagine, saranno poche ma chiare». Al Manifesto dei Valori Treu ha dato un contributo importante presentando tre emendamenti "pesanti" su sviluppo economico, rapporto impresa-lavoro, autonomia e federalismo. Tre punti chiave, non a caso, della questione Settentrionale. «L'eguaglianza e la solidarietà sono sicuramente valori fondanti. Al tempo stesso - sottolinea l'ex ministro - dobbiamo riconoscere esplicitamente anche il ruolo centrale della crescita, altrimenti non può esserci nemmeno welfare. Rischiamo la povertà e non il benessere che meritiamo. La priorità è far ripartire lo sviluppo, quello che è mancato all'Italia negli ultimi anni». Come? «Le bussole sono l'innovazione e la qualità: con l'Est del mondo non si può certo pensare di competere sul piano dei costi. Come ben sanno le imprese venete: quelle che hanno saputo innovare si sono riprese e hanno addirittura aumentato la quota di export». Pertanto, sottolinea Treu, l'impegno riformatore del Pd «non può garantire l'eguaglianza di opportunità se non garantisce le condizioni della crescita», e se non sottolinea che «le imprese hanno un ruolo decisivo per vincere la sfida della competitività nel mondo globalizzato e per rimettere il Paese sulla via della crescita». La seconda integrazione firmata da Treu riguarda l'altra questione cruciale, il rapporto tra capitale e lavoro. «Abbiamo voluto marcare l'idea che non sono necessariamente in conflitto. Certo gli interessi sono diversi, ma in questa società competitiva mondiale sono più che mai interdipendenti. Per cui - aggiunge il senatore del Pd - si deve puntare sulla collaborazione, sui patti di produttività e non sul conflitto di classe. Ce lo chiedono anche le parti sociali». Ma non trova che oggi la bilancia penda nettamente a sfavore del lavoro? «Non c'è dubbio - risponde Treu - La globalizzazione rende tutto più difficile. Ma il mondo del lavoro sbaglierebbe nel chiudersi in un atteggiamento classista e di difesa. Così come le imprese devono dimostrare maggiore responsabilità sociale e rendersi conto che per competere sulla qualità devono coinvolgere il lavoro e dargli giusto riconoscimento, non schiacciarlo perchè più debole. È una sfida anche per loro, rispondere soltanto con la compressione dei costi o con vecchie logiche anti-sindacali non paga. Tutti temi che il Pd svilupperà nella conferenza sul lavoro in programma a Brescia il 29 marzo». Il terzo ed ultimo emendamento al Manifesto dei Valori del Pd riguarda invece «l'autonomia e la sussidiarietà, valori fortemente sentiti nelle regioni italiane, non solo del Nord». Spiega Treu: «Il Pd non deve diventare un partito centralista, vogliamo che si attui il principio di sussidiarietà che adesso è scritto anche nella Costituzione. Autonomia vuol dire riconoscere e valorizzare le capacità di autorganizzazione sociale e aprire le istituzioni alla partecipazione dei cittadini. Così come è fondamentale una piena attuazione dei principi della sussidiarietà e del federalismo. È impensabile governare tutto da Roma o tutto col pubblico in una società così mobile. Per questo deve esserci più privato e meno ingerenza dell'apparato statale. E sotto questo profilo bisogna che il Veneto dimostri più coraggio. Anche la Regione ha parlato molto di federalismo, grandi slogan e dichiarazioni, ma concretamente non ha fatto quasi niente». P.F.
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