Dichiarazione di Marco Scibona

Come sempre la nostra attività emendativa viene bocciata nella sua totalità.

Mercoledì pomeriggio si discute invece la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013 (doc. LVII, n. 1-bis).

Venerdì trattiamo la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province (1079).
Questo provvedimento ci arriva a ridosso della scadenza e quindi assistiamo a delle scene surreali.
I Presidenti delle commissioni competenti dichiarano palesemente che il testo aggira l’articolo 71 della costituzione.
Dicono tante belle parole…da “non possiamo più sostenere decreti legge omnibus” a “bisogna assolutamente cambiare” ma poi, come sempre, bocciano tutti gli emendamenti ed approvano il testo rinunciando persino agli interventi in modo da convertirlo prima della scadenza.

Dal canto nostro, dopo aver votato gli  emendamenti, non abbiamo partecipato al voto.
Non potevamo essere considerati complici di questo modo di fare politica, in questa decretazione d’urgenza abbiamo trovato 7 articoli su 12 che trattavano materie diverse dal titolo inoltre i temi estranei introdotti sono improponibili a norma della Costituzione e del Regolamento del Senato.
Si spazia infatti dal prolungamento della vita per gli organi provinciali al cambiamento delle divise dei vigili del fuoco, dall’inasprimento delle pene per chi fotografa o riprende i cantieri delle opere strategiche alla variazione dell’utilizzo delle forze militari in caso di sorveglianza in cantieri strategicamente rilevanti.

In Commissione invece, tra alcuni pareri, udiamo con i colleghi della Camera la neo costituita Autorità di regolazione dei trasporti sui futuri programmi attività e sull’istituzione del gruppo di lavoro, degli uffici e della macchina dell’Authority in tutte le sue prerogative.

Sabato mattina sono stato ricevuto dal Prefetto di Torino, ho avuto modo così di esporre anche a lei quelle che sono le nostre preoccupazioni nel caso in cui il trattato franco-italiano venga ratificato così come depositato alla Camera.

Oltre a fare di tutto politicamente mi sento in dovere di comunicare a tutti gli attori istituzionali  giudiziari ed amministrativi che non erano a conoscenza del rischio di infiltrazioni mafiose il problema insito in quel testo di legge.
Fonte: www.marcoscibona.it | vai alla pagina

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