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Dichiarazione di Nichi VENDOLA

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Puglia


 

«Archiviare Monti premier. Rottamare l’ingiustizia sociale» - INTERVISTA

  • (15 ottobre 2012) - fonte: Il Secolo XIX | Alessandro Di Matteo - inserita il 16 ottobre 2012 da 31

    «Si parla di antipolitica, ma c'é una gigantesca domanda di buona politica».

    Bersani ha detto che è pronto ad allearsi con Casini. Lei dice “mai con Casini”. Non dovreste dire una parola chiara?

    «O si fa l’alleanza con me o si fa l’alleanza con Casini. Lo dico ora per serietà nei confronti degli elettori, Casini é un impedimento al cambiamento. Ma Bersani dice una cosa corretta: sulla lotta contro il populismo e su quel passo in avanti epocale che sono gli Stati Uniti d’Europa, va bene trovare una convergenza con le forze democratiche e i liberali. Altra cosa e un compromesso per governare l’Italia».

    Nel Pd c’é una mezza rivolta contro la rimozione dell’agenda Monti…

    «Le mie preoccupazioni non riguardano la psicologia del ceto politico. Bisogna rottamare l’ingiustizia sociale, ciò che mi preoccupa è quando il centrosinistra si separa dalle giovani generazioni e dal mondo del lavoro. Veramente si pensa che l’Italia possa subire nel 2013 tagli per decine di miliardi alla protezione sociale, alla scuola, alla sanità, al trasporto pubblico locale? La lezione della Grecia e della Spagna ci dice che queste misure ci precipitano nella recessione».

    Ma dobbiamo arrivare al pareggio di bilancio…

    «Bisogna, insieme a Francois Hollande, fare massa critica per aprire un negoziato con gli euro-burocrati di Bruxelles. Se Helmut Kohl avesse avuto in Costituzione il pareggio di bilancio non avrebbe potuto procedere alla riunificazione tedesca, e come mettere fuori legge il keynesismo. È stato un errore gravissimo, da parte delle forze di sinistra, votare queste cose: chiederemo di aprire un negoziato in Europa. È un problema dell’Italia, non di Sel; si calcola che l’anno prossimo bisognerà tagliare la spesa pubblica di 45 miliardi di euro, devono spiegare dove si trovano questi soldi».

    Cambierete le riforme delle pensioni e del lavoro?

    «Non chiamatela riforma, chiamatela controriforma. Sembra un contesto “orwelliano”: un tempo la parola riforma indicava il miglioramento delle condizioni di vita delle persone, oggi ha un suono minaccioso. La riforma di cui l’Italia ha bisogno è quella che rimette al centro i diritti e il benessere, quella che dice che il lavoro non è merce, che la previdenza é un raccordo tra le generazioni, Riforma dovrebbe essere difendere il carattere pubblico dell’istruzione e della sanità, che di taglio in taglio stanno scivolando nella palude di una vera privatizzazione».

    Napolitano ha detto che bisogna garantire gli impegni economici assunti…

    «L’unica cosa che nessuno riuscirà a farmi fare è una polemica con il Quirinale. Non riesco a dimenticare il ruolo di garanzia che Napolitano ha rappresentato negli anni della devastazione della banda berlusconiana…».

    Anche quando critica i “vasti raggruppamenti elettorali” parlando di riforma elettorale?

    «Apprezzo la sollecitazione di Napolitano a derubricare il “porcellum”. Poi, tocca alle forze politiche decidere il sistema elettorale nuovo. Il problema è che rischiano di usare un metro meschino, confezionare una legge elettorale che impedisca al centrosinistra di vincere. E poi, abbiamo sopportato alleanze “solide” che hanno devastato il Paese…».

    A proposito di Quirinale, Bersani chiede che Monti continui a “dare un contributo”. Lo voterebbe come presidente della Repubblica?

    «Io non ho un giudizio negativo sulla persona, ma sulla politica di Monti. Inoltre, capisco che nell’articolazione dei ruoli istituzionali si debba tenere conto anche delle diverse culture politiche che esistono nella società; quando si vincono le elezioni non si deve fare “cappotto”. Ma è una domanda prematura, l’essenziale e archiviare le politiche liberiste».

    Nella “carta d’intenti” c’e la disciplina di coalizione. Se ci fosse un intervento militare come in Libia casa fareste?

    «Queste domande propongono una visione falsata della realtà. Noi al governo non avremmo “danzato”’ il bunga-bunga insieme a Gheddafi. La politica di pace e di disarmo non è passività, deve dare impulso alle diplomazie. Faccio fatica a capire perché hanno bombardato la Libia e non la Siria: forse perché non c’entrano niente i diritti umani e c”entra il greggio. Parliamo di come si reimposta la legittimità del diritto internazionale, a partire dall’Onu e dalla sua governance. È comunque, durante il governo Prodi fui d’accordo sulla missione di pace in Libano, e fui anche orgoglioso perché tra quei militari c’erano molti pugliesi».

    È vero che potreste ricucire l’alleanza con Di Pietro?

    «Sarebbe innaturale mutilare il centrosinistra di una parte del suo popolo, quello di Idv. È inspiegabile rinnegare l’alleanza che governa in tanti comuni e regioni».

    Renzi contesta le regole delle primarie…

    «Sono un po’ infastidito da questa polemica tutta intestina al Pd. La diffidenza nei confronti delle regole mi preoccupa, veniamo da un ventennio in cui le regole sono state calpestate. Ne va del carattere cristallino del processo democratico. Se qualcuno vuole fare le primarie del centrodestra anziché quelle del centrosinistra, lo dica».

    Anche lei, come D'Alema, pensa che se vince Renzi è la fine del centrosinistra?

    «No, sono battute che servono soltanto a ingrandire la bolla mediatica intorno a Renzi. E comunque, che vinca lui mi pare fantapolitica».

    Fonte: Il Secolo XIX | Alessandro Di Matteo | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, welfare, missioni internazionali, tagli, centrosinistra, alleanze, Presidente della Repubblica, bilancio dello Stato, primarie, elezioni politiche 2013, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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