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Dichiarazione di Pietro ICHINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

La linea "chiara" del Pd non è il "pensiero unico"

  • (28 giugno 2011) - fonte: Europa - inserita il 29 giugno 2011 da 31

    Caro Direttore,
    Federico Orlando vuole scrivere un pezzo sul tema "Perché l`intellighenzia critica il suo partito quando vince?" e decide di creare una lettera fittizia che gli dia l`occasione per scriverlo (Europa, 24 giugno).
    Niente di male. Senonché questa idea - dice ora Orlando (Europa, 25 giugno) - gli è venuta leggendo «le affermazioni di Ichino nella tavola rotonda con Fassina e Alleva sull`ultimo numero di Micromega», che poi ha confuso con l`editoriale di Ricolfi sulla Stampa. Ma come è possibile costruire una polemica sulla confusione fra le 30 pagine di una tavola rotonda in tema di politica del lavoro pubblicate in una rivista mensile, con l`editoriale pubblicato in prima pagina da un quotidiano, dedicato a tutt`altro argomento (l`esito dei referendum)? La cosa più curiosa di tutte, poi, è che in quella tavola rotonda ora pubblicata da Micromega non esprimevo alcuna critica nei confronti del Partito democratico: perla precisione, né il Pd né alcun suo atto o documento è mai nominato, in alcuno dei tre interventi che ho svolto in quel dibattito. Mi limitavo a discutere molto pacatamente con il responsabile dell`Economia dello stesso Pd e con un giuslavorista molto vicino alla Cgil sul modo migliore per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. Che senso ha indicare nella mia partecipazione a quel dibattito la manifestazione di una «troppo frequente insoddisfazione di alcuni intellettuali verso il proprio partito»? O dobbiamo pensare che secondo Federico Orlando la disciplina di partito vietidi discutere le opinioni del responsabile dell`Economia del partito stesso?

    Per pura coincidenza venerdì scorso stavo partecipando alla Direzione del Pd, nel corso della quale, poco dopo aver letto su Europa la "risposta` di Federico Orlando all`immaginario lettore, ho sentito Cesare Damiano concludere il suo intervento con la stessa frase con la quale egli aveva commentato pochi giorni prima le conclusioni dell`Assemblea programmatica del Pd sul lavoro e le relazioni industriali: «C`è stato un dibattito aperto, ma ora sulla politica del lavoro il partito ha deciso la sua linea e tutti devono farla valere con una voce sola; non deve accadere che il giorno dopo leggiamo la solita intervista su di una linea diversa».

    Mi è parso di percepire, in questa conclusione dell`ex-ministro del Lavoro, il significato serio dell`intervento un po` sgangherato di Federico Orlando su Europa: basta con questi intellettuali saccenti e permanentemente insoddisfatti, il partito ha bisogno di più unità e più disciplina da parte di tutti! Ma nell`intervento di Orlando c`è qualche cosa di più rispetto a quello di Damiano: ora che il partito ha vinto le elezioni, viene meno il motivo del discutere. E un avvertimento implicito: comunque il partito, ora che ha vinto, ha anche la forza per far valere quella disciplina.

    Se è così, non posso che dissentire da questa istanza di Federico Orlando (e di Cesare Damiano): a norma dello statuto, oltre che di un elementare buon senso democratico, la disciplina di partito vincola soltanto nel momento del voto, non nel momento dello studio, dell`elaborazione e del dibattito, anche di quello che si svolge pubblicamente sulle pagine dei giornali.

    Sono convinto di quel che ho detto in apertura del mio intervento all`Assemblea di Genova: l`unità che rende forte il Partito democratico non è quella che nasce da un "pensiero unico", secondo il modello del partito monolitico del secolo scorso, ma è quella che nasce dalla volontà di stare insieme di persone con idee e retroterra culturali diversi.

    Il partito ha bisogno di una linea chiara, certo, ma anche di una attività di elaborazione e dibattito continuo, fonte di un patrimonio di idee e materiali programmatici che guardino anche al di là del politicamente possibile oggi, per costruire fin d`ora anche il politicamente possibile domani. Dell`utilità di questo patrimonio, del resto, proprio in materia di politica del lavoro abbiamo una prova evidente proprio in questi giorni: il partito dovrà pur aggiornare rapidamente il suo programma su questo terreno, dopo che le due parole d`ordine principali approvate dall`Assemblea di Genova due settimane fa - in materia di parificazione della contribuzione previdenziale e in materia di apprendistato - sono state immediatamente fatte proprie dal governo.

    Fonte: Europa | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, pd, Damiano Cesare, relazioni industriali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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