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«Spregiudicato uso degli incarichi di governo da parte di Zaia e di Brunetta. Si dimettano dal governo prima della campagna elettorale per consentire alla competizione di essere paritaria»
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(21 febbraio 2010) - fonte: Il Gazzettino.it - inserita il 21 febbraio 2010 da 31
«Berlusconi è il re della competizione: come grande imprenditore dovrebbe avere il culto del mercato. Se ce l'ha, garantisca la parità di condizioni»Non si limita a confrontare i secondi delle apparizioni televisive, i 1600 di Brunetta contro i 3 di Orsoni.
E non si limita nemmeno a definire "dopata" questa campagna elettorale. Pier Ferdinando Casini chiede nientemeno che le dimissioni di Luca Zaia e Renato Brunetta. Di più: ammonisce l’Autorità di vigilanza perché «non chiuda gli occhi». E si rivolge ai direttori dei tg nazionali, compreso quello del Tg1: «Anche Minzolini, certo».Nella sala al quarto piano del Candiani prenotata per la presentazione al pubblico del capolista dell’Udc Ennio Fortuna, il presidente dell’Unione di centro spiega perché a Venezia si è alleato con il centrosinistra e altrove col Pdl, contesta il dilagare mediatico dei ministri che sono anche candidati in barba alla par condicio, dice che il Veneto non può essere «svenduto» alla Lega.
Più volte rinviata per impegni parlamentari, la visita a Mestre di Pier Ferdinando Casini comincia in via Palazzo, nel municipio dove ad aspettarlo c’è Massimo Cacciari. Un incontro a porte a chiuse che dura una ventina di minuti e senza l’annunciato "briefing stampa" finale. Accompagnato dal candidato governatore Antonio De Poli, da Ugo Bergamo e dai segretari locali Roberto Panciera e Luca Scalabrin, Casini quando esce dal municipio si trova faccia a faccia con Giorgio Orsoni.
E ai giornalisti che gli chiedono com’è andato l’incontro con il sindaco, risponde abbracciando l’avvocato: «Il sindaco per me è Orsoni, Cacciari è l'ex sindaco». Stringe mani e distribuisce baci. Anche ad Annamaria Miraglia che lo avvicina: «Ti ricordi di me?».Al Candiani lo aspetta Ennio Fortuna, ma in sala ci sono anche tanti esponenti degli altri partiti, molti del Pd, pure Luana Zanella dei Verdi e Renato Darsiè del Pdci.
Anche un interprete per i sordomuti che siedono nelle prime file. «Le elezioni di marzo non sono le prove generali delle elezioni politiche - dice Casini per spiegare perché l’Udc a Venezia sta col centrosinistra e altrove no.Contrariamente da Berlusconi e Bersani, io dico che le elezioni di marzo sono elezioni regionali e comunali.
Importanti, certo. A Venezia, come nelle Marche e anche in altre parti, si è radicato un protagonismo del centro nel rapporto con il Pd. Ma è sbagliato usare termini come centrodestra e centrosinistra, sono desueti, non significano più niente. A Venezia c’è un protagonismo dei moderati, dei riformisti, delle persone che vogliono guardare avanti, ma senza demagogia».E parte l’attacco alla Lega: «Io non ridicolizzo la Lega - precisa Casini - so che interpreta uno stato d’animo degli elettori, ma noi riteniamo che il ruolo della politica non sia quello di enfatizzare. E la differenza tra noi e Brunetta è che lui usa gli effetti speciali, ma poi le cose non cambiano mai: agli spot non seguono i fatti».
Cita il Piano casa, la sicurezza e le ronde, l’immigrazione. Non si scompone del fatto che alcuni dell’Udc abbiano lasciato il partito: «Ci sono tanti opportunisti, ma - ironizza - dobbiamo avere comprensione: teniamo tutti famiglia».Denuncia lo «spregiudicato uso degli incarichi di governo da parte di Zaia e di Brunetta». Chiede che Zaia e Brunetta «si dimettano dal governo prima della campagna elettorale per consentire alla competizione di essere paritaria».
Aggiunge: «In questi giorni c'è una statistica che dimostra che Brunetta ha surclassato Orsoni, 1.600 secondi a 3: io credo che questo non sia un problema da continuare a sottovalutare. Chiediamo alle autorità di vigilanza di non chiudere gli occhi e facciamo appello anche alla responsabilità dei direttori dei telegiornali, pubblici e privati. Anche al direttore del Tg1, sì: perché Minzolini è una persona perbene, anche se le sue idee non sono le nostre, e quindi non può far finta di non vedere che tutte le sere nei pastoni politici dei telegiornali ci sono Zaia, Cota, tutti i candidati del centrodestra».
Ma Casini non dimentica il premier: «Berlusconi è il re della competizione: come grande imprenditore dovrebbe avere il culto del mercato. Se ce l'ha, garantisca la parità di condizioni».
Fonte: Il Gazzettino.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi