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Dichiarazione di Enrico MELASECCHE GERMINI
Umbria Jazz e Terni in Jazz : ci sarà un cambio di rotta?
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(24 settembre 2009) - fonte: www.melasecche.blogspot.com - inserita il 24 settembre 2009 da 3216
Dopo un decennio di gestione ‘autarchica’ delle politiche culturali, che ha portato la nostra città a sprofondare in un anacronistico isolazionismo guerreggiante, dopo le nostre numerose interrogazioni – l’ultima delle quali è stata presentata ad agosto – non posso che plaudire all’iniziativa di Di Girolamo e Guerra che dichiarano di non voler più disperdere le poche energie esistenti e cercano di recuperare un rapporto sinergico con le altre forze in campo.Uno dei temi cardine di questo cambio di rotta è quello relativo al ruolo del festival Terni in jazz - strenuamente difeso dalla vecchia amministrazione e che, nonostante i notevoli finanziamenti assegnati da vari enti pubblici e sponsor privati, non è riuscito a decollare in termini di notorietà, attrazione di pubblico e turisti - e alla necessità di recuperare un rapporto con Umbria Jazz che rappresenta una delle manifestazioni musicali più conosciute a livello internazionale ed uno dei festival jazz più importanti al mondo che attrae numerosi turisti come accade anche ad Orvieto con la sessione winter. Ma lo stesso Guerra, pur arrivando a dichiarare che “è parso un po’ folle andare a fare concorrenza ad una corazzata come Umbria jazz, nel suo stesso campo di battaglia, non ne vedo il senso”, blocca la virata quando lancia la proposta di lasciare ai Vanni la gestione della stagione invernale e di affidare al patron di Umbria Jazz Carlo Pagnotta quella estiva, come se volesse salvare insieme alla capra anche i cavoli, di chi non si sa.
In un recente ed interessantissimo studio “Eventi culturali e sviluppo economico locale - Dalla valutazione d’impatto alle implicazioni di policy in alcune esperienze umbre” di cui consiglio la lettura, scritto dal Bruno Bracalente e Luca Ferrucci, viene confermato a livello scientifico quanto da anni andiamo sostenendo e, cioè, che se gli eventi culturali sono di altissimo livello, consentono un ritorno in termini di ricchezza e sviluppo per il territorio che giustifica l’investimento, mentre la distribuzione a pioggia di danaro per manifestazioni che si confondono nella pletora di centinaia o migliaia di altre consimili, servono soltanto a chi le organizza, ai pochi che ne traggono beneficio economico personale e a coloro che fruiscono in quel momento dello spettacolo.
Non solo, le grandi manifestazioni devono necessariamente essere circoscritte temporalmente per cui spendere il poco danaro che c’è per diluire il jazz tutto l’anno è un errore. Non siamo a New Orleans. Quindi si riprenda un rapporto di pari dignità con Umbria Jazz e si investano le altre risorse a disposizione per creare un nuovo evento per S. Valentino. Alzare bandiera bianca sul santo patrono, patrimonio degli innamorati di tutto il mondo è pura ignavia.
Sono peraltro favorevole alla proposta dell’assessore Rometti per la creazione di un logo unico in cui accomunare le varie manifestazioni umbre legate alla black music, limitatamente però a quelle di assoluto livello ed a patto che si riequilibri lo sforzo economico della Regione verso tutto il territorio umbro.
Enrico Melasecche
Fonte: www.melasecche.blogspot.com | vai alla pagina » Segnala errori / abusi