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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

Costituzione. «Quelle parole erano rivolte a me, però adesso non voglio scontri»

  • (23 aprile 2009) - fonte: La Repubblica - Claudio Tito - inserita il 23 aprile 2009 da 31

    Berlusconi da più di un mese non sale al Quirinale ed evita la polemica col Presidente Napolitano
    Sono tentato dal dialogo sulle riforme: "Ma guido io"

    "So bene che quelle parole erano rivolte a me. Ma non voglio aprire un fronte con il Quirinale. Non è il momento di un conflitto istituzionale". A Silvio Berlusconi non è certo piaciuto il discorso pronunciato da Giorgio Napolitano a Torino. Il richiamo al rispetto della Costituzione e la citazione di Norberto Bobbio che associava la "denuncia dell'ingovernabilità" a "soluzioni autoritarie" hanno in qualche modo indispettito il presidente del consiglio. Eppure non intende rispondere.

    Il Cavaliere è convinto che in questa fase sia indispensabile mantenere un rapporto dialogante con il Colle. "Non subire - è la sua sintesi - ma nemmeno attaccare". Una linea che ieri è stata trasmessa a tutti i "big" del Pdl come una vera e propria parola d'ordine. Un ragionamento fatto anche ai tre coordinatori del Popolo delle libertà convocati ieri sera a Palazzo Grazioli.

    A Palazzo Chigi, quindi, preferiscono cogliere esclusivamente gli aspetti considerati positivi. "Alla fine - ha spiegato il premier a tutti i suoi interlocutori - è stato un discorso equilibrato. Anche il capo dello Stato non nega la necessità delle riforme, né l'esigenza di garantire una maggiore governabilità". Non per niente Sandro Bondi, in qualità di coordinatore del Pdl, ha diramato un comunicato per definire "saggio" e "corretto" l'appello di Napolitano. Una nota concordata per filo e per segno con il capo del governo.

    Rispetto all'inizio della legislatura, però, qualcosa si è rotto tra il Quirinale e Palazzo Chigi. Dopo lo scontro durissimo sul caso "Eluana" e quello sull'uso dei decreti legge, i rapporti sono stati sempre più formali. Basti pensare che è ormai più di un mese che i due non parlano faccia a faccia. L'ultimo incontro risale al 17 marzo. E si è trattato di un vertice allargato a numerosi ministri per discutere delle scadenze europee. Per non parlare poi della lettera spedita una settimana dopo, il 24 marzo, in cui l'inquilino del Colle metteva nero su bianco le sue osservazioni sull'eventuale "piano casa" varato per decreto. Insomma, il "patto" che era stato sottoscritto tra presidente della Repubblica e presidente del consiglio nella prima riunione dopo la formazione del governo, sembra venuto meno.

    Nonostante tutto, però, il premier ha spiegato ai fedelissimi, e ha confermato al sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, di considerare "inopportuno" uno scontro con Napolitano. "La mia popolarità è ai massimi, alle europee avremo un risultato straordinario - sottolinea - non c'è bisogno di aprire un contenzioso". Soprattutto in questa fase - dopo il terremoto in Abruzzo - in cui si è persuaso della convenienza di un confronto con l'opposizione. "Anche sulle riforme - ripete in tutte le riunioni del centrodestra -. Ma ad una condizione: il dialogo non mi deve essere imposto. Non voglio subire la mediazione della Lega sul federalismo o di An sul resto. Si fa tutto in Parlamento e il dialogo lo guido io". Il riferimento è diretto pure alla sintonia che sistematicamente unisce il capo dello Stato e il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il quale ieri ha fatto sapere di aver apprezzato l'intervento della più alta carica dello Stato. Fini, fanno notare i suoi uomini, "sottolinea costantemente la centralità del Parlamento". Sulle eventuali modifiche alla Costituzione, allora, il Cavaliere ha in mente un metodo ben preciso. L'esempio che ormai si è fatto strada nello staff di Palazzo Grazioli fa perno sui criteri adottati per la data del referendum: concordata tra i gruppi parlamentari con la regia del governo. Su questa scia, allora, non è escluso che alla fine Berlusconi contatti Napolitano nei prossimi giorni. Magari per il 25 aprile.

    Fonte: La Repubblica - Claudio Tito | vai alla pagina

    Argomenti: presidente Napolitano, Costituzione, presidente della Camera, Letta Gianni | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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