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Dichiarazione di Claudio CECCHINI
Diritto alla salute: far quadrare i bilanci non significa sopprimerlo
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(09 gennaio 2013) - fonte: Ufficio Stampa di Caudio Cecchini - inserita il 07 febbraio 2013 da 22726
D’accordo la revisione di spesa, d’accordo sulla necessità di riequilibrare i conti di un welfare in profonda crisi, d’accordo l’obiettivo di fare passi avanti sull’abbattimento del debito pubblico, ma non a discapito di un diritto fondamentale senza il rispetto del quale nessuna vita decente può essere vissuta. È il diritto alla salute, che i tagli allo stato sociale che si sono susseguiti in questi ultimi anni, stanno mettendo in forte discussione. I conti nella sanità del Lazio, frutto di anni di cattiva gestione che risalgono lontano e a cui la gestione di centro sinistra ha cercato con fatica di rimediare, sono conosciuti. Ma la recente Relazione annuale fatta dal CNEL al Parlamento mette in luce un fenomeno drammatico: ci sono sempre più persone che non possono curarsi perché non hanno i soldi per pagare le prestazioni urgenti e che il servizio sanitario pubblico non riesce a soddisfare. Un imprevisto, a volte, ipoteca pesantemente la loro qualità della vita. E se non si curano peggiorano l’opportunità di fare bene il proprio lavoro, il percorso di studi dei figli, la vita di relazione e quella di svago. È il diritto alla base di ogni diritto, senza il quale, quello alla vita, diventa un puro principio astratto. Le proteste che si susseguono nei presidi sanitari della nostra Regione non possono essere trattate come mere manifestazioni di tutela del posto di lavoro – già legittime e che debbono essere ascoltate (se espresse nei corretti confini della legalità) anche solo per questo -c’è di più. C’è la consapevolezza che sta cambiando il modo di concepire lo stato sociale come lo abbiamo conosciuto e, perché no, per certi versi apprezzato, in Italia dal dopoguerra in poi. Uno stato sociale che garantiva molto a tutti, in maniera forse indiscriminata. E che quindi va rimodulato, per esigenze di equità, efficacia ed efficienza. Non però, in maniera tale da compromettere i diritti fondamentali. Questo non va bene: e in particolare per la tutela della salute, che a tutti deve essere sì garantita, ma chiedendo a ciascuno il giusto grado di compartecipazione alle spese secondo le proprie possibilità economiche. E qui entra in gioco la capacità di uno Stato serio e organizzato di accertare, con velocità e giustizia, il reale stato delle condizioni economiche di un individuo o di una famiglia. Scovando i mentitori, e premiando i corretti. Ma questo è un altro discorso. Che richiede un approfondimento che ci porta lontano.
Fonte: Ufficio Stampa di Caudio Cecchini | vai alla pagina » Segnala errori / abusi