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Dichiarazione di Filippo Patroni Griffi

Alla data della dichiarazione:  Ministro  Funzione pubblica


 

«Colpiscono i ragazzi per difendere le loro poltrone» - INTERVISTA

  • (09 novembre 2012) - fonte: Il Messaggero | Claudio Marincola - inserita il 09 novembre 2012 da 31

    Ministro Patroni Griffi, lei può considerarsi il principale protagonista di questa riforma che porterà alla riduzione delle province di cui si parlava da anni. Ma ora chi pagherà la bolletta del riscaldamento nelle scuole?

    «La questione delle riduzioni di spesa è diversa da quella del riordino. Sono due piani di spesa distinti. Il mio ministero, insieme con quello dell'Interno, si è occupato di tutto ciò che riguarda il nuovo assetto istituzionale e dunque: funzioni, dimensioni e governance». La relazione tra le due cose però è evidente. «Sicuramente risparmi di spesa e revisione degli apparati vanno insieme. Avremo certamente riduzioni in termini di beni e servizi e risparmi sull'uso degli immobili, per esempio le sedi. Avremo in media un consiglio provinciale al posto di tre».

    Che fine faranno le sedi?

    «Quelle in affitto si potranno dismettere subito».

    E i dipendenti?

    «Si potrà porre un problema di spostamenti tra uffici. Non prima di un anno, comunque. E in ogni caso andranno stabiliti i criteri nel confronto con i sindacati. Tutto avverrà con gradualità».

    Saitta ha accusato il governo di fare il gioco delle tre carte sui ricorsi delle regioni. E si è risentito quando lei lo ha invitato a mantenere un profilo più istituzionale.

    «Saitta sia da vice presidente dell'Upi che da presidente della Provincia di Torino era stato collaborativo e aveva seguito da vicino il riordino. L'ho invitato a non usare espressioni che non possiamo meritare o accettare. Abbiamo una linea chiara, un nuovo sistema di governane fondato su funzioni indirette e sulle dimensioni indicate nel riordino. Demonizzare questa linea non serve a nessuno. E penso sia sbagliato mettere sullo stesso piano il riscaldamento delle scuole con il taglio delle poltrone».

    Rieti contro Viterbo. Pisa contro Livorno. Frosinone che si mobilita contro Latina. Chieti e Teramo sul piede di guerra.

    «Per la verità in questi giorni mi è parso di trovare più senso di responsabilità in chi fa abitualmente satira di mestiere. Guardi, penso che le reazioni sul piano locale, i campanilismi, insomma, siano persino comprensibili. Però non dobbiamo lasciarci prendere dall'onda emotiva bensì ragionare su come organizzare al meglio il governo del territorio».

    C'è chi teme una perdita identitaria.

    «E si sbaglia, non bisogna drammatizzare: le città restano, non le stiamo abolendo. Stiamo solo intervenendo nel riordino delle province che sono enti amministrativi con funzioni ben precise. Ho sentito in questi giorni un po' di tutto, anche qualcuno che parlava di anschluss, una parola che francamente non mi è mai piaciuta».

    Qualcuno chiedeva di abolirle in toto.

    «Quelli che dicono cancelliamo tutti ci sono stati e ci saranno ancora. Non vorrei che fosse chi in realtà non vorrebbe cambiare niente. Il meccanismo per abolirle tutte infatti è molto lungo e complesso. In questo modo riusciamo invece e intervenire. Abbiamo individuato alcune funzioni e risparmieremo centinaia di milioni.Il ministro Giarda li sta calcolando».

    Ministro, quante pressioni ha subito in questi giorni?

    «Beh, guardi, posso dirle che tutte le volte che mi avvicinava un parlamentare mi chiedevo quale fosse la sua provincia di origine. Le pressioni ci sono state e c'erano state anche per i tribunali».

    Più raccomandazioni dal Sud o dal Nord?

    «Sotto certi aspetti l'Italia è un Paese molto più uniforme di quanto si pensi».

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    Le tappe:

    Il Salva-Italia

    Il 15 dicembre 2011 entra in vigore il decreto che prevede lo svuotamento delle Province che diventano organi di secondo grado, cioè con un presidente e un piccolo consiglio d'amministrazione eletto dai soli consiglieri comunali del loro territorio.

    La riduzione

    Lo scorso agosto il governo corregge il tiro. Oltre a svuotarle, l'esecutivo decide di diminuirle accorpandole. E chiede alle Regioni di fare proposte, sulla base di alcuni criteri, dopo aver sentito gli enti locali.

    Nuova stretta

    24 ottobre: un decreto riduce da 86 a 51 le Province delle 15 Regioni a statuto ordinario. Le province accorpate perderanno anche prefettura e direzioni provinciali di una ventina di strutture pubbliche.

    Fonte: Il Messaggero | Claudio Marincola | vai alla pagina

    Argomenti: enti locali, scuola, abolizione delle Province, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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