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Franco MIRABELLI in data 01 ottobre 2012
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» Conflitto d'interessi all'Unione dei Comuni della Valsaviore.
Severino DAMIOLINI in data 28 settembre 2012
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» Lettera aperta. Le mie proposte per l'Italia.
Laura PUPPATO in data 28 settembre 2012
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» Soddisfazione per la firma del governo italiano, annunciata per domani, alla Convenzione di Istanbul
Patrizia TOIA in data 26 settembre 2012
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» Crisi Bella Zoilo. Con i 60 lavoratori porterò a Roma il caso.
Daniela SBROLLINI in data 25 settembre 2012
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» «Nel 2010 chiedevo l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. Molti compagni anche del Pd mi dicevano: vacci piano con la trasparenza. Spaventi» - INTERVISTA
Emma BONINO in data 24 settembre 2012
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Giovanni ALEMANNO in data 23 settembre 2012
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» «No a Grillo nella coalizione»
Antonio DI PIETRO in data 22 settembre 2012
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» Scandalo Lazio. Pd: «Via i nostri consiglieri. Avviata la raccolta di firme per le dimissioni»
Esterino MONTINO in data 22 settembre 2012
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» Scandalo Lazio. «C'è bisogno di un elettroshock. In campo azioni concrete per tornare al voto»
Enrico GASBARRA in data 22 settembre 2012
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» «Per rinnovare non c'è bisogno di rottamare»
Pier Luigi BERSANI in data 21 settembre 2012
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» «Ciò che noi chiamiamo moderati ha impedito all'Italia la modernità»
Nichi VENDOLA in data 21 settembre 2012
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» Pari opportunità, Italia e Germania a confronto
Delia MURER in data 19 settembre 2012
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» “Macché rottamazioni, alle primarie voto Bersani e spiego perché”
Pier Paolo BARETTA in data 19 settembre 2012
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» Violenza di genere, subito la legge
Delia MURER in data 19 settembre 2012
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» «Da premier vorrei subito il piano Fiat» - INTERVISTA
Laura PUPPATO in data 18 settembre 2012
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» Bersani apra a doppio turno e semipresidenzialismo | 15 firmatari
Paolo GIARETTA in data 18 settembre 2012
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» «Nichi scenderà in campo e spariglierà le carte» - INTERVISTA
Francesco GIORDANO in data 18 settembre 2012
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» «I politici devono tornare in mezzo alla gente e ascoltare davvero i loro problemi»
Andrea Riccardi in data 18 settembre 2012
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» «Basta vendere sogni, i politici lo ricordino. L'abolizione dell'Imu non è realizzabile»
Elsa Fornero in data 18 settembre 2012
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» «Sul tema legge elettorale ogni parola utile è stata consumata»
Pino PISICCHIO in data 17 settembre 2012
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» Legge elettorale. «Rottamateci il Porcellum, non se ne può più»
Giuliano Pisapia in data 17 settembre 2012
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» «L’auto blu non mi bastava. Avevo un tremendo bisogno di questo Suv» - INTERVISTA
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» «Né coi rottamatori né con l'usato sicuro. Le primarie così sono solo un teatrino» - INTERVISTA
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Dichiarazione di Laura PUPPATO
La donna che sfida Bersani e Renzi - INTERVISTA
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(13 settembre 2012) - fonte: la Repubblica | Concita De Gregorio - inserita il 18 settembre 2012 da 31
«Un'anima bella? Eccomi».Il suo primo partito è stato il Pd. Ha preso la tessera quando Grillo si è fatto insistente: la voleva con sé come testimonial ai comizi «ma io avevo da lavorare, e poi non mi è mai piaciuto quel tono, quel disfattismo apocalittico. Qui in questa terra impariamo da piccoli che è più difficile e importante costruire che distruggere». Pd, dunque. Fuori dalle correnti e dalle appartenenze. Sessantamila preferenze a sorpresa alle europee del 2009, non ci credeva nessuno. Le hanno sempre preferito altri candidati: per la segreteria, per la presidenza della Regione. Questa Puppato, mah. Poi, alle regionali, ha fatto il pieno un'altra volta: quasi la metà dei voti sono andati a lei. Talmente tanti che non poteva non diventare capogruppo Pd in Regione.
Sorride. Sorride sempre e dentro il sorriso dice cose di granito. Che bisogna avere il coraggio di fare delle scelte, i partiti esistono per questo: darsi un obiettivo, provare a raggiungerlo, se non ci si riesce ritirarsi. Che bisogna pensare a "riparare il mondo", come diceva il suo amico Alex Langer, e non a farci soldi per sé sfruttandolo ora e pazienza per gli altri. Che non è finita la politica, la vecchia politica: è finito il tempo della cattiva politica. Che non siamo in crisi economica, siamo in crisi di un modello economico dal quale nessuno sembra aver voglia di uscire, perché conviene restarci.
Poi fa esempi concreti e luminosi: una scuola, un sistema di gestione dei rifiuti, un modo per ridurre il consumo di energia che genera lavoro e felicità. Poi dice, davanti a una parmigiana di melanzane - «chè anche questa storia che la magrezza è bellezza è una bufala» - che «non posso vedere il mio partito dilaniarsi in una battaglia fratricida per le primarie, diventa una carneficina così, quante energie stiamo perdendo? Abbiamo tutti la stessa tessera, no? Allora possiamo provare a fare una proposta che si rivolga agli elettori e dica: questi siamo noi. Decidete. Mettiamoci in gioco per il bene comune, per quanto possiamo e sappiamo. Io lo faccio».
Lei lo fa. Laura Puppato si candida. «Ma non contro Bersani o contro Renzi. Per un'idea di futuro possibile. Per i nostri figli. Io ne ho una di trent'anni, sto per diventare nonna. Questa discussione sull'età è davvero curiosa. Quando è che abbiamo cominciato a credere che sia l'anagrafe a decidere se hai buone idee e buoni propositi? A me sembra un trucco per distogliere l'attenzione dalla vera posta in palio».
Qual è la vera posta in palio?
«Un'altra idea di mondo, che altro? Questo è alla fine. Non c'è salute, non c'è lavoro, non ci sono diritti. Impera la corruzione, la convenienza privata, l'interesse. Un partito deve indicare un'altra rotta. Dire qual è il suo obiettivo, nominarlo anche a costo di scontentare qualcuno. Dare contentini a tutti è facile. Bisogna avere coraggio e andare altrove anche quando tutti dicono: impossibile».
Riparare il mondo, diceva. Ha conosciuto Langer?
«Eravamo molto amici. Nel movimento ambientalista insieme. Io vengo da lì e continuo a pensare che l'anima verde sarà la salvezza del paese. Non c'è dubbio che sia così, se poi ha tempo le dico perché. Alex ci ha dato una mano quando andavamo in Jugoslavia a portare camion di viveri, durante la guerra. Abbiamo fatto non so più quanti viaggi al fronte. Mio figlio Francesco, che oggi ha 19 anni, è nato in viaggio. Lo ha battezzato un prete croato. Sono cattolica, si».
Poi è arrivata la politica.
«Mi sono candidata a Montebelluna, ho vinto. Abbiamo iniziato a parlare di salute, cultura, di raccolta differenziata dei rifiuti contro le mafie dei megaimpianti al veleno. Abbiamo mostrato che basta cambiare mentalità per sconfiggere certi interessi. Non è stato mica facile. Risparmio energetico, riciclaggio. Ci sono voluti anni. Abbiamo dato lavoro. Le pratiche virtuose creano lavoro. Se non si mettono in atto è perché ci sono interessi economici contrari. Sa quanti soldi sono a disposizione oggi per cambiare modo di vita?».
No, quanti?
«L'Europa mette 14 miliardi di euro per progetti per le smart cities, 180 per l'incremento dell'efficienza energetica. Il futuro è lì, basta tendere la mano. Parchi, mobilità sostenibile, città digitali. In media nel mondo un edificio ha un bisogno energetico di 160 kilowatt per ora. Noi abbiamo fatto un asilo che ne consuma 20, e senza pannelli solari. Solo costruendo con raziocinio. L'energia che costa di meno è quella che non consumi. Ma non parlo di stare a luce spenta, sa? Parlo di sprechi. Certo che l'Enel questo ragionamento non lo vuole sentire, ma il mondo va lì. Deve andare lì, lo dobbiamo a chi verrà dopo. Centinaia di migliaia di persone trovano lavoro nella costruzione di un mondo pulito. Certo servono anche altre riforme: la giustizia, l'amministrazione».
Cosette...
«Noi agli imprenditori dobbiamo dire: La pubblica amministrazione ti deve dare una risposta in 30 giorni. La giustizia deve emettere un giudizio in 180. Noi, partito politico, vogliamo questo: questo è il nostro obiettivo. Se non ci riusciamo avanti un altro».
Le diranno che è un'anima bella.
«Me l'hanno già detto, in effetti. Si vede che loro si sentono brutte, io preferisco stare nel primo gruppo. Li conosco i cinici. Un giorno D'Alema mi ha detto: io non mi sento più un politico, mi considero un intellettuale. Benissimo, c'è posto per tutti. Gli intellettuali sono indispensabili».
Fra Bersani e Renzi chi avrebbe votato?
«No, guardi. Servono l'energia di Renzi, la competenza di Bersani. Ciascuno faccia quello che sa fare e dica quali sono i suoi obiettivi. Mettiamo insieme le forze, non una contro l'altra.. La gente non è interessata alle battaglie di potere. Viviamo un'epoca drammatica, i giovani non hanno lavoro, i loro padri che lo perdono si uccidono. Quale dev'essere lo scopo di un grande partito di sinistra se non indicare un orizzonte di sviluppo possibile? Allora io dico: zero metri quadri. Facciamo una politica urbanistica senza un metro quadro di costruzione in più. Ristrutturiamo, restauriamo. Abbiamo il paese più bello del mondo, proteggiamolo. Creeremo lavoro, cultura, bellezza, felicità. So di cosa parlo, l'ho fatto. Quando Grillo è venuto a premiarmi come primo sindaco a cinque stelle l'ho ascoltato. Le sue denunce sono giuste, quasi tutte. Quello che è sbagliato è la rabbia, il risentimento, l'ansia di abbattere tutto, il disprezzo della politica. La politica è fatta di persone: bisogna affidare il compito nelle mani giuste, avere fiducia in chi la merita, avere coraggio. I partiti, anche il nostro, soffrono di un eccesso di servilismo: i giovani sono scelti dai vecchi non per i loro meriti ma per la fedeltà. Rompiamo questo meccanismo. Andiamo avanti, invece, lontanissimo: rinnoviamo, sì, dando fiducia al merito e al coraggio».
Con questa legge elettorale...
«Appunto. No ai pateracchi. Facciamo le primarie, per far scegliere i candidati ai cittadini. Se si va a votare con la vecchia legge lasciamo l'80 per cento delle liste agli elettori e il 20 per cento, al massimo, per figure tecniche, storiche...».
E le alleanze?
«Quello delle alleanze non può essere il tema della campagna elettorale. Noi dobbiamo essere noi. Dobbiamo crescere, essere credibili, guadagnare la fiducia degli elettori. Questo è un grande partito. Metta da parte i potentati. Abbia il coraggio di rischiare. Dica quello che vuole, e come lo vuole. Sul lavoro, sui diritti civili, sulla salute e sulla scuola, sullo sviluppo. Gli altri verranno da noi, dopo. Se non ci votano è perché non scegliamo. Diciamo parole chiare. Poi sarà su quello, su quel che diciamo che si decideranno le alleanze. Sono stanca, davvero stanca, di vedere invece che il Pd che è anche casa mia è diventato l'autobus di cui si serve chi vuole fare la sua personale fortuna per scendere alla prima fermata. Tutti vogliono vendere la loro merce. Io vorrei partecipare a un mercato comune, invece. Vorrei dire: ho questo da offrire, e voi? Vorrei sconfiggere le destre, vorrei che tutti ci ricordassimo i pericoli che abbiamo attraversato e che corriamo ancora, vorrei proporre un'idea che sia utile ai nostri figli e miei nipoti, non a me. Se serve un'anima bella - ride ordinando il dolce - ho deciso: io ci sono».
Fonte: la Repubblica | Concita De Gregorio | vai alla pagina » Segnala errori / abusi