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«C'è stata anche corruzione di pubblici ufficiali» - INTERVISTA
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(25 ottobre 2011) - fonte: il Fatto Quotidiano - inserita il 25 ottobre 2011 da 31
«Se qualche parlamentare, per il cambio della sua casacca, ha chiesto che diventasse direttore o primario di una clinica qualche suo amico, ci sarà pur stato un direttore generale, cioè un pubblico ufficiale che lo ha nominato, o no?".Di Pietro torna pm per un paio d'ore e in un'intervista al Fatto Quotidiano spiega il perchè dei numerosi esposti alle procure sui 'cambi di casacca' di alcuni parlamentari negli ultimi mesi.
Se ci sono i corrotti ci sono i corruttori
«A questo punto esiste una corruzione del pubblico ufficiale che ha venduto l'atto contrario ai propri doveri d'ufficio e il concorso nella stessa corruzione come collaboranti esterni sia del parlamentare che ha venduto il proprio voto sia di chi gliel`ha chiesto».
Fuori i nomi
Di Pietro fa anche nomi eccellenti, rispondendo a una domanda diretta del giornale.
"Potrebbe essere il caso - chiede il Fatto - dell`On. Razzi al quale, come raccontato dal suo ex portavoce Pillera a Il Fatto il 12 dicembre, il ministro degli Esteri Frattini avrebbe permesso di segnalare un nome come prossimo console onorario di Lucerna. E Alfano, allora ministro della Giustizia gli avrebbe garantito la rielezione?".
«Sì - risponde Di Pietro - Il ministro della Giustizia Alfano e il ministro degli Esteri Frattini sono entrambi pubblici ufficiali. Per giunta, il ministro Frattini, allorché deve procedere alla nomina delle rappresentanze consolari, è anche nell'esercizio delle sue specifiche funzioni. Costoro, quindi, se fosse riscontrata la segnalazione di Pillera, potrebbero essersi macchiati del reato di corruzione in atti parlamentari, nella loro inedita veste di corruttori, visto che sono entrambi pubblici ufficiali».
Dov'è l'illecito
«I fatti nella loro materialità sono pacifici e documentati nel senso che il mercato del voto c'è stato davvero. Il problema è l'interpretazione giuridica che il magistrato ne dà. Il principio di mandato è libero, uno può cambiare idea quante volte vuole e ne risponde solo alla sua coscienza, ma se il salto viene compiuto in maniera illecita è soggetto alla legge. Chi decide se tutto rientra nel diritto costituzionale di ogni parlamentare a cambiare idea e quindi voto, ovvero se, nel caso di specie, vi sia stato un abuso illecito dell'esercizio di questo diritto? Il magistrato. È una valutazione, ripeto, che spetta solo alla magistratura».
Ma quanto riferito al Fatto Quotidiano dai parlamentari di Futuro e Libertà con tanto di nomi e cognomi non costituisce un reato?
«Dal mio punto di vista sì, ma questo debbono stabilirlo i magistrati. Io ho espressamente chiesto che venissero sentiti i diretti interessati. Il punto sta nell'accertare se la compravendita del parlamentare ha riguardato anche pubblici ufficiali».
Fonte: il Fatto Quotidiano | vai alla pagina » Segnala errori / abusi