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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«La prima riforma è mandare a casa Berlusconi» - INTERVISTA

  • (21 dicembre 2009) - fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone - inserita il 21 dicembre 2009 da 31

    Onorevole Antonio Di Pie­tro, Silvio Berlusconi, parlando del­l’attentato subìto una settimana fa, e dell’attentatore, dice che «un cli­ma d’odio influenza le menti labili».

    «Guardi: sul piano psichiatrico, Ber­lusconi ha certamente ragione. È pos­sibile che menti malate, o particolar­mente deboli, possano essere eccitate da una certa atmosfera che, purtrop­po, si respira nel Paese. Ma a me, a noi, il punto che interessa non è tanto quello psichiatrico, quanto quello poli­tico, giusto?
    E allora io mi doman­do: chi ha fomentato questo brutto cli­ma?».

    Lei, e il suo partito, l’Italia dei Va­lori, secondo la maggior parte degli esponenti del Pdl siete tra i maggio­ri indiziati

    «Ah sì?»

    Sì.

    «E no, proprio no… Io erano setti­mane che ovunque mi fosse possibile, sui giornali e alla televisione e persino sotto il palco di piazza San Giovanni, in quella magnifica manifestazione che fu il No B-day, ricordavo come il governo ignorasse pericolosamente tutto l’enorme disagio sociale montan­te. E non solo: arrivai ad essere persi­no esplicito. Dissi: attenti che qui, pri­ma o poi, a qualcuno saltano i ner­vi… ».

    (Antonio Di Pietro risponde al tele­fono cellulare da Montenero di Bisac­cia, il suo paese di origine, in Molise. Sono le sei del pomeriggio, è appena rientrato in casa. «Trovata gelida. E sa perché? Perché non c’era acqua nel­la caldaia…». Nonostante il piccolo imprevisto domestico, però, è di buon umore. Ha appena riposto la spesa nel frigorifero. «Mica posso campare d’aria…»).

    Insomma, onorevole: la notizia è che lei davvero non si sente responsabile nemmeno un po’ di questo cli­ma politico così aspro che…

    «Mi ascolti bene: non soltanto non mi sento assolutamente responsabile. Ma addirittura accuso e denuncio».

    Chi accusa?

    «Questo governo. Un governo che alimenta tensioni ignorando gli inte­ressi dei cittadini, la disoccupazione crescente, dimenticandosi di chi sof­fre e minando invece di continuo la Costituzione, perseguendo interessi privati di stampo… scriva bene: di stampo piduista. Un governo che pur di raggiungere i propri scopi fa un ignobile ricorso sistematico al voto di fiducia, che utilizza il Parlamento per assicurarsi ogni genere di impunità e che…».

    Capito. E la denuncia?

    «Denuncio il finto buonismo di una opposizione che, di fronte alle ne­fandezze che ho appena elencato, ha un atteggiamento pilatesco».

    D’Alema sostiene che ciò «che vie­ne chiamato inciucio a volte invece è un compromesso che può essere uti­le al Paese».

    «Le dico: io D’Alema lo rispetto, ma non lo condivido».

    Sia più preciso.

    «Cosa chiede D’Alema? Riforme. Chiede cioè quanto chiedono sessan­ta milioni di italiani, compreso, è chia­ro, il sottoscritto. Il problema è che per fare una riforma occorre essere in due: e purtroppo, in Italia, Berlusconi, da quando fa politica, ogni volta che si è seduto a un tavolo per discutere non è mai stato d’accordo su niente».

    Quindi quella di D’Alema è uto­pia? O ingenuità?

    «D’Alema è stato intempestivo. Ciò che propone è tecnicamente, material­mente, eticamente impossibile».

    Il ministro Giulio Tremonti però apre. Nell’intervista rilasciata al Cor­riere dice che è il momento di varare riforme condivise.

    «Se qualcuno chiedesse a Dracula di gestire la banca del sangue, Dracula si tirerebbe indietro?».

    Tremonti è Dracula?

    «No, Dracula è quel clan, quel grup­po di persone che gestiscono la politi­ca italiana, che condizionano le ban­che, che lavorano solo per ottenere be­nefici personali, o per le proprie azien­de… Perciò io credo che la prima rifor­ma da fare sia anche l’unica, per ora, possibile».

    Sarebbe?

    «Mandare a casa Berlusconi».

    Senta, nel dettaglio: sul cosiddet­to «legittimo impedimento», alter­nativa al ddl per il «processo breve», qual è la sua posizione?

    «Penso che sia inaccettabile sceglie­re la strada del male minore».

    Una strada che a molti osservato­ri, anche nell’opposizione, sembra tuttavia essere politica­mente ragionevole.

    «Ragionevole stabilire che la legge è uguale per tutti tranne che per Silvio Berlusconi?».

    Cosa pensa di D’Ale­ma candidato alla guida del Copasir, il Comitato parlamentare di control­lo sui servizi?

    «Ah! È candidato?».

    Sembra di sì.

    «Mah… Non ho precon­cetti. D’Alema ha sempre servito bene il Paese: è sta­to premier, ministro e, dunque, ha le carte in re­gola… Solo, ecco, con ama­rezza mi chiedo perché certe cariche così impor­tanti debbano essere deci­se nei sottoscala e non in Parlamento…».

    Regionali, alleanze. Aggiornamento sui rap­porticon l’Udc?

    «Io non ho preclusioni sull’Udc, ma su talune candidature non eticamente compatibili. È un mes­saggio importante dire ai lettori: guar­date, noi candidiamo solo gente per­bene. Io stesso, nel mio partito, sono molto vigile».

    Vigila anche su altro all’interno dell’Idv?

    «Non ho capito la domanda…».

    Vigila sui dissidenti?

    «Il prossimo anno avremo un bel congresso. Certo non so se il partito, così giovane, possa già fare a meno di me…».

    Un’ultima domanda: ha visto su YouTube quel video che mette in dubbio l’autenticità dell’attentato contro Berlusconi?

    «Sì, l’ho visto… Quel video è una so­lenne fesseria».

    Fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, D'Alema, Idv, crisi politica, youtube, crisi sociale, responsabilità politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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