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Dichiarazione di Emma BONINO
«Nessuno in Italia s'indigna per i diritti calpestati?»
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(01 luglio 2009) - fonte: Oggi - inserita il 01 luglio 2009 da 31
Certo, anche contro la repressione degli ayattolah c’è chi è sceso in piazza. Ma dove sono le «armate» dei pacifisti?Risponde Emma Bonino
Non appena ci sono giunte le prime notizie, e soprattutto le prime immagini, dalle strade di Teheran, all’indomani di elezioni evidentemente fraudolente, Radio Radicale e Il Riformista hanno organizzato a Piazza Farnese a Roma una manifestazione pubblica coinvolgendo tutte le forze politiche, i sindacati, le associazioni.
Ci sono poi state tante altre manifestazioni in giro per l’Italia, ad esempio a Trieste durante il G8 dei ministri degli Esteri, come pure in giro per il mondo.Il ruolo sempre crescente di Facebook, Youtube o Twitter aiuta a canalizzare sostegno e solidarietà: per questo ritengo che la Rete sia uno strumento potente di comunicazione per una mobilitazione che richiede sforzo e organizzazione, come i cortei, i sit-in o i concerti come quello promosso da Joan Baez. Ma tutto questo non basta.
Non ho per esempio visto alcuna mobilitazione dei pacifisti, di solito così solerti a scendere in piazza: forse perché non c’era alcuna bandiera americana o israeliana da bruciare?Di fronte all’oppressione che non accenna a diminuire, le voci di gruppi o di singole persone, anche autorevoli, che continuano ad alzarsi in Occidente – punto di riferimento per una moltitudine di iraniani – non devono rimanere isolate ma aumentare fino a creare quella massa critica che è finora mancata.
E’ presto per dire se in Iran la violenza del regime soffocherà l’Onda Verde di protesta ma noi dobbiamo fare di tutto affinchè questo processo innescato da una forte richiesta di cambiamento non si spenga e, anzi, diventi irreversibile.
Un modo per farlo è di non distogliere lo sguardo neppure quando il regime oscura la Rete o quando cesserà il fermento nelle piazze.
Fonte: Oggi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi