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"Tremonti? Lugubre. Sacconi? Sempre a gamba tesa. Di Pietro? Non condivido il suo modo di fare opposizione" - INTERVISTA
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(07 marzo 2009) - fonte: Affaritaliani.it - inserita il 23 aprile 2009 da 4488
A tutto campo. Senza risparmiare colpi. E' un Piero Fassino battagliero quello che risponde alle domande di Affaritaliani.it. "La proposta di Franceschini sugli assegni ai precari? Berlusconi dice no perché non ha idea dell'impatto della crisi sulla vita della gente. Tremonti? L'unica cosa che sa fare è presentarsi con il suo volto lugubre a dire che le cose vanno male. Sacconi? E' uno che entra sempre con la gamba tesa. E' uno che spacca sempre, che parli di Eluana o di Alitalia". E ancora, sul federalismo fiscale: "Al Senato ci siamo astenuti, ma quella legge è un manifesto. Se arriva così alla Camera ci comporteremo di conseguenza. L'Expo? Non rischiamo di perderlo, ma di sminuirlo".
Onorevole Fassino, ripartiamo dalle dimissioni di Veltroni...
"Spiegare cosa è successo è semplice. Le elezioni in Sardegna, nonostante ci fossero molte condizioni per avere un risultato positivo, ci hanno visto sconfitti. Questa sconfitta è venuta dopo che abbiamo perso le elezioni in Abruzzo e che 10 mesi fa avevamo perso le elezioni politiche e quelle per la città di Roma. E' successo che Walter Veltroni, di fronte a una sconfitta che veniva vissuta e percepita davanti alla propria gente e da tutta l'opinione pubblica in generale come un momento di crisi del progetto del Pd, ha pensato fosse necessario un atto forte, un cambio di passo".
Ecco, quindi, l'assemblea costituente.
"Ci siamo rimessi in cammino subito, dimostrando la vitalità di questo partito. Non so quanti partiti avrebbero convocato nel giro di poche ore un'assemblea di 1500 delegati che ha discusso, animatamente, su cosa fare. Ha deciso di votare un segretario. Non era affatto ovvio che andasse così. Io sono stato uno dei dirigenti che più ha sostenuto che bisognasse scegliere un segretario subito. Ho capito la richiesta di larga parte della nostra gente di fare le primarie. Ma ho fatto una valutazione: la crisi che stavamo passando non ci concedeva un tempo così lungo. Sono conscio però che molte questioni restano irrisolte. Ma sarebbe stato assurdo chiuderci per settimane in una discussione che sarebbe rimasta tutta tra di noi e su di noi. Avremmo anche fatto un esercizio di democrazia partecipativa vera, ma avremmo rischiato molto di allontanarci dal Paese."
Intanto Berlusconi è al governo.
Non c'è nessun paese dove nove mesi dopo le elezioni chi ha vinto è già in crisi e chi ha perso è già pronto a subentrare. Con questo non voglio dire che non possiamo fare niente. Bisogna solo avere la consapevolezza che l'alternativa a Berlusconi è un processo politico che va costruito, giorno dopo giorno, mese dopo mese".
Parliamo di cose concrete. Franceschini ha proposto l'assegno per i precari. Berlusconi dice che incentiva i licenziamenti...
"E' la dimostrazione che Berlusconi non ha nessuna consapevolezza di che cosa significhi nella vita della gente la crisi. E' vergognoso che Berlusconi dica che non si deve dare nessuna forma di sussidio a uno che ha perso il lavoro e non ha di che vivere. Adesso i membri del governo ogni giorno la sparano più grande, ad aggravare la crisi con aggettivi sempre più drammatici. Serve a giustificare il fatto che non si fa nulla. Noi invece le proposte le abbiamo fatte. C'è da mettere in campo un piano vero di opere infrastrutturali. Mica il solito Ponte di Messina. Tremonti invece l'unica cosa che sa fare è presentarsi con il suo volto lugubre a dire che le cose vanno male. Ma la verità è che una parte dei problemi che ha l'Italia sono imputabili proprio a lui. Ora fa la vestale che difende il rigore dei conti pubblici. Noi li avevamo messi a posto con Padoa Schioppa. E' una vergogna morale la beatificazione di Tremonti che si è fatta in questi mesi".
Sull'assegno è intervenuto anche Sacconi.
"Quando abbiamo avanzato la proposta è intervenuto anche quell'altro guastatore che si chiama Sacconi. Ha l'idea che bisogna sempre spaccare: si è occupato di Alitalia e ha spaccato i sindacati, si è occupato del caso Englaro ed è successo lo stesso... Sacconi è uno che entra sempre a gamba tesa. Abbiamo di fronte un esecutivo preoccupante".
Si è definito l'Expo 2015 una manifestazione "anticiclica". Che - in parole povere - consente di "combattere" la crisi. Dopo un anno, continuano le liti. Rischiamo di perderlo?
"Non rischiamo di perdere l'Expo. Però rischiamo di perdere un'occasione. L'Expo è assegnato, deve succedere il disastro assoluto perché venga revocato. Però l'Expo potrebbe essere in tono minore o in tono maggiore. Può essere un fatto milanese o una opportunità per l'Italia intera. Dipende da come lo si fa. Ho assistito all'illustrazione del sindaco Moratti alla commissione esteri: belli i progetti della solidarietà, dello sviluppo, della cooperazione. Ho l'impressione però che alle idee non corrisponda l'impegno finanziario. E' come una macchina che va in prima. Dopo un po', il motore si fonde".
Il Pd ha avuto con l'Italia dei Valori dei rapporti... altalenanti. Ora come si può configurare questo rapporto?
"La situazione è semplice. Ci sono tre forze di opposizione: Udc, Idv e Pd. Tutti i giorni leggo sui giornali che dobbiamo decidere. E che cosa? Che cosa devo fare? Mettere un vetro di separazione tra il mio banco e quello di Di Pietro? Non siamo al governo insieme, siamo all'opposizione insieme. Certamente poi abbiamo delle differenze nel modo di concepire l'opposizione: non c'è dubbio che Di Pietro pensi che si fa opposizione urlando di più. Io non la penso come lui. In certi momenti il suo modo di fare opposizione non coincide con il nostro. Però devo notare che il 95 per cento delle volte votiamo in Parlamento allo stesso modo. Per essere chiari: non ci siamo mai sposati, non c'è bisogno di divorziare. Stesso discorso con l'Udc: cerchiamo di avere convergenze all'opposizione perché sappiamo che tanto più si creano convergenze all'opposizione, tanto più poi ci possono essere alleanze di governo".
Passiamo al tema del federalismo fiscale. Al Senato vi siete astenuti. Cosa farete alla Camera?
"In realtà questi federalisti della Lega e i loro alleati hanno una visione propagandistica del federalismo. La loro legge è molto generica. Che non dice esattamente come sarà riorganizzato il sistema fiscale. Non dice quali competenze stanno definitivamente allo Stato e quali agli enti locali. E' una legge manifesto. E quindi se la portano alla Camera così com'è ci comporteremo di conseguenza. Non siamo contro il federalismo fiscale, per questo ci siamo astenuti al Senato. Alla Camera non so come voteremo perché non sappiamo cosa ci porterà il Governo".
Franceschini ha detto che non si ricandida. E Fassino?
"Il nodo non è chi si candida e chi non si candida. Quello che succede dopo il voto di giugno dipende dal risultato elettorale. Se il risultato replicherà quello che abbiamo avuto in Sardegna, le conseguenze saranno complicate. Non avremo il voto di nove mesi fa, non prenderemo il 33 per cento, ne siamo certi. Ma magari il voto non sarà disastroso e potremo riflettere serenamente. Non mettiamo il carro davanti ai buoi".
Fonte: Affaritaliani.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi