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Dichiarazione di Felice CASSON
Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) - Senatore (Gruppo: PD)
«Non c'è una riforma Alfano, il ministro parla del vuoto» - INTERVISTA
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(03 febbraio 2009) - fonte: Liberazione - Gemma Contin - inserita il 03 febbraio 2009 da 31
Felice Casson, magistrato veneziano, è il capogruppo del Partito democratico in Commissione Giustizia al Senato. Lo abbiamo intervistato sulla "febbre della giustizia" che, più che la "riformicchia" annunciata dal ministro guardasigilli, è il fulcro di un dibattito politico-mediatico che lascia sgomenti i cittadini.
I punti nodali della riforma Alfano?
La relazione sulla giustizia fatta la settimana scorsa da Alfano in Parlamento è del tutto povera, insoddisfacente, perfino banale. Non analizza le cause dei mali della giustizia ma dice cose assolutamente scontate fino alla banalità. Il dato di partenza è che la macchina della giustizia ha carenze gravissime. ma il problema è capire e dire che cosa fare.
E invece?
Invece questo ministro - e il governo della destra - è assolutamente allo stato "zero". Non ha proposto proprio niente. Non c'è progettualità in materia di giustizia. Non a caso si è dimenticato di citare l'unica legge approvata in questi nove mesi di legislatura, che è il "lodo Alfano", di cui evidentemente si vergogna e tace. La contestazione più forte è proprio questa: che è assolutamente zero. Noi a fine novembre abbiamo presentato una piattaforma sulla giustizia che contiene tutta una serie di disegni di legge molto specifici sui temi principali: il processo penale, il processo civile, il codice penale, la criminalità organizzata, le intercettazioni telefoniche, l'ordinamento forense, i giudici di pace, i giudici onorari. Tutti temi che riguardano esattamente la macchina della giustizia e il suo funzionamento.
E la molto propagandata separazione delle carriere?
La separazione delle carriere è solo ordinamentale, per così dire. Io sono convinto che non servirà ad accelerare di un solo giorno il funzionamento della giustizia. Noi dobbiamo pensare alla macchina, perché quello che ci chiedono i cittadini, ma anche quello che vediamo nelle aule dei tribunali, è una soluzione alla lentezza dei procedimenti nei processi, sia civili sia penali, che va ad incidere sull'effettività della pena. Noi su questo abbiamo presentato un pacchetto di disegni di legge al ministro, e stiamo ancora aspettando che ci dica che cos'è che non gli va bene. Invece c'è il silenzio assoluto, il vuoto assoluto.
In Parlamento e in tivvù viene sbandierato come una riforma costituzionale. L'obiettivo qual'è?
Tutto questo fa parte del livello dello scontro all'interno della maggioranza. All'inizio della legislatura Alfano e Berlusconi hanno annunciato la riforma della giustizia, poi hanno ribadito che avrebbero riformato la giustizia, ma non riformano assolutamente niente. Ora, che la magistratura, o anche il Csm, abbiano bisogno di una riforma, di una rivisitazione, è senza dubbio vero. E si può tranquillamente dire che delle riforme per via ordinaria si possono sicuramente fare. Io non ho nulla in contrario a dire che ci vuole anche una revisione del Csm. Ma ai cittadini interessa relativamente, perché i processi non cambieranno assolutamente in niente, né in fatto di procedure, né nei tempi e nell'esito finale.
Cosa ci vuole?
I soldi. E invece abbiamo visto, con il Documento di programmazione economica e finanziaria poi trasformato nella Finanziaria, che i soldi sono sempre di meno. Abbiamo visto che nella previsione del settore giustizia, e va detto in modo molto chiaro, nei prossimi tre anni ci sarà un taglio di circa il 40 per cento delle risorse destinate al funzionamento della macchina: fotocopie, fax, benzina...
I fondi per l'Antimafia?
Proprio così! Manca la carta, non ci saranno i soldi per l'informatizzazione degli uffici, per i collegamenti. Una delle cose che abbiamo proposto è di informatizzare l'ufficio del processo, la telematica all'interno degli uffici, la creazione della figura di un manager per gli uffici giudiziari, Ma per fare tutto questo bisogna mettere in campo dei fondi. Altrimenti di cosa stiamo parlando?
Appunto, di cosa si sta parlando?
Di sicuro di soldi alla giustizia non si parla. Ed è un segnale chiarissimo. La giustizia senza risorse è una giustizia che non può funzionare. Dunque è chiaro che per qualcuno è bene che la giustizia non funzioni, che affondi nel suo declino, che ormai non è più neanche un declino ma un vero e proprio stato di catalessi.
Tutte vere le denunce in apertura dell'anno giudiziario?
Sì, tutte vere. La macchina è inceppata, i tribunali sono al collasso, le cancellerie sommerse.
Se è così, la riforma Alfano dove va a parare?
Non c'è una riforma Alfano. E' questo che io mi sforzo di dire e di far capire. Io vorrei proprio sapere da Alfano qual'è la sua riforma. Lui parla, e basta. Ma c'è il vuoto. Io non so neanche se lui abbia un'idea della giustizia. Devo pensare che ci siano dei contrasti fortissimi all'interno della destra sull'interpretazione della giustizia e del suo funzionamento. In tema di intercettazioni Alleanza nazionale ha un'idea, il Popolo delle Libertà ne ha un'altra, la Lega un'altra ancora. Il rischio è che le intercettazioni, o la sicurezza, o l'antimafia, diventino moneta di scambio. Di scambio tra di loro. Alla Lega interessa il federalismo? pur di averlo è disposta a dare carta bianca sul resto. Oppure, le modifiche proposte dal governo la settimana scorsa io non so dove vadano a parare, perché l'emendamento di An di introdurre la limitazione ai «gravi indizi di colpevolezza» è ancora peggio rispetto alla stessa limitazione di molti reati, perché andrebbe a riguardare tutti i reati, compresi quelli di mafia. E se non lo capiscono è un problema, ma se lo capiscono è ancora peggio, perché verrebbe confermato che c'è uno sporco gioco di scambio all'interno della maggioranza.
Fonte: Liberazione - Gemma Contin | vai alla pagina » Segnala errori / abusi