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Dichiarazione di Emma BONINO
Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato
"Attenzione: razzismo e xenofobia sono rischi reali" - INTERVISTA
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(31 luglio 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 31 luglio 2008 da 31
Per Emma Bonino la strategia del governo sul fronte immigrazione rischia di aggravare una situazione già deteriorata. Perché, spiega il vicepresidente del Senato (che in questi oggi, insieme con gli altri parlamentari radicali «occupa» per protesta la sede della Commissione di Vigilanza) «quando si cavalca la politica della paura, poi è difficile metterci un freno».
Intanto, siamo davvero in presenza di una emergenza?
«Il governo afferma che il ricorso allo stato d’emergenza è uno strumento tecnico per attivare più speditamente una serie di interventi, soprattutto per garantire l’accoglienza. Non si capisce allora perché estenderlo, per la prima volta, a tutto il territorio nazionale. Sono alle viste orde di immigrati africani in Val d’Aosta o in Trentino Alto Adige? Non mi pare».
Che fare per gli ottocentomila in attesa di regolarizzazione?
«Penso vadano incrociati i dati tra domanda e offerta. Anche gli imprenditori, compresi quelli del Nord Est, denunciano che i decreti flussi, ma meglio sarebbe definirli contagocce, sono ampiamente insufficienti alla richiesta. Ma si sa, le quote si fissano a tavolino per non impaurire l’elettorato e non sulla base di valutazioni realistiche».
Veniamo alla Bossi-Fini: è da modificare o da buttare?
«La strada maestra è una sola: maggiore integrazione. Anche i dati Istat indicano chiaramente che chi è riuscito a sanare la propria posizione, e con la Bossi-Fini è difficile, ad avviare un’attività in chiaro contribuisce ora alla crescita economica del Paese e favorisce comportamenti che determinano un minor numero di reali. La popolazione attiva straniera rappresenta il 6,5% del Pil e, nel 2006, ha versato all’Inps 6 miliardi di euro, cioè mezzo miliardo al mese».
Di questi dati però si parla poco.
«E invece dovrebbero far riflettere tutti perché gli immigrati sono parte della nostra comunità e, grazie a loro, l’Italia è più ricca, più viva, più dinamica. Ora quello che serve è un discorso serio su come, nell’era della globalizzazione, si intende affrontare la sfida moderna dell’integrazione e su quali basi nuove costruire il nostro modello di società. La Bossi-Fini è troppo distante da questa impostazione per essere semplicemente modificata».
Sulla «bocciatura» arrivata dal Consiglio d’Europa si è aperta una querelle. Chi ha ragione?
«Una bocciatura che viene dall’estero è sempre urticante ma, al di là della polemica sul comportamento delle polizia durante gli sgombri, mezza frase in tutto in un rapporto di 38 pagine, come si fa a non condividere che "il frequente ricorso a misure d’emergenza è indicativo della debolezza del meccanismo statale che così appare incapace di gestire in maniera efficace problemi sociali non nuovi"? Sinceramente mi sento di concordare con gran parte delle raccomandazioni contenute nel rapporto».
Maroni s’è detto stupito e indignato.
«E invece non può fingere sorpresa perché queste preoccupazioni gli erano state anticipate dal Commissario Hammarberg proprio durante la sua missione in Italia lo scorso giugno. Una missione compiuta all’indomani dei blitz contro i campi nomadi e nel bel mezzo di polemiche sul prelievo d’impronte ai bambini Rom e di dichiarazioni di stati di emergenza. Mi pare che l’Italia, oltre che per la politica economica, sia divenuto un sorvegliato speciale anche per i valori fondamentali che costituiscono l’essenza stessa di una democrazia».
Veniamo all’inquietante novità del «consenso» verso atti di ostilità verso gli immigrati.
«Il rischio del conformismo c’è. Agli italiani piace pensare di essere immuni dal germe del razzismo. "Italiani brava gente" come vuole la vulgata. Ma solo qualche tempo fa non c’erano i "terroni" da deridere e ostracizzare? Oggi ci sono i Rom. E non mi pare si possa dire che nel 1938 ci sia stata una rivolta popolare contro le leggi razziali. Né che adesso, in un’Italia distante anni luce da quella di allora, alcuni partiti della maggioranza non abbiano una piattaforma apertamente xenofoba. Insomma, il razzismo è un demone sempre in agguato dietro l’angolo».
Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina » Segnala errori / abusi