Ti trovi in Home  » Politici  » Renzo TONDO  » Il programma: priorità famiglie. Precedenza ai residenti per le case Ater.

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Renzo TONDO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Friuli Venezia Giulia (Partito: FI)  - Consigliere Regione Friuli Venezia Giulia (Gruppo: FI) 


 

Il programma: priorità famiglie. Precedenza ai residenti per le case Ater.

  • (16 maggio 2008) - fonte: Il piccolo - Roberta Giani - inserita il 20 maggio 2008 da 31

    «Oggi il 50% di alloggi va a extracomunitari». Stop ai centri commerciali

    «Vanno ricercati i punti di coesione. A cominciare dal rispetto istituzionale per il lavoro svolto negli ultimi cinque anni da giunta e consiglio uscenti».
    Silvio Berlusconi, chiedendo a Roma la fiducia, apre all'opposizione? Renzo Tondo, replicando a Trieste, non è da meno. Ma rivendica, orgoglioso, il copyright: «Ho sempre detto che non sarò un uomo solo al comando».

    IL PROGRAMMA
    Il presidente della Regione presenta il suo programma di governo, 25 cartelle limate sino all'ultimo e lette con un po' di emozione, davanti ai dieci assessori e all'aula pressoché al completo. Punta sui costi della politica, sul federalismo fiscale, sulla sicurezza. Non infierisce sul debito «molto elevato», non cita l'Euroregione, nemmeno la Friulia holding. Ripropone, «settore per settore», le promesse elettorali: le risorse più che raddoppiate per la famiglia, la «tolleranza zero con chi non si integra», le corsie preferenziali per i residenti, l'attenzione alle piccole imprese e non solo alle grandi, il taglio generalizzato dell'Irap... Prima di tutto, però, Tondo promette di restituire centralità al consiglio, «eletto con il presidente e non dopo», e auspica «la massima coesione sociale», pur nel rispetto dei ruoli. Una nuova stagione, all'insegna del dialogo, è alle porte? Chissà: «Offro piena collaborazione. Vediamo la risposta» dirà, a fine seduta, il presidente.

    I CAPISALDI
    Nell'attesa, dopo il saluto a Riccardo Illy, Tondo dedica le prime otto cartelle ai capisaldi della sua «era». Vuole «rigore» ed «austerità» nelle istituzioni perché i cittadini chiedono di ridurre i costi della politica: promette di tagliare le consulenze e gli stipendi dei manager, auspicando che i consiglieri facciano altrettanto con sé stessi. Assicura lotta spietata alla burocrazia inutile: ci sono troppe leggi, troppi sprechi, mentre ci vuole più privato e una Regione più snella, pur nella salvaguardia della «risorsa prima», i dipendenti. Garantisce grande sforzo affinché il Friuli Venezia Giulia, quello che non intende dimenticare né la minoranza italiana di Slovenia e Croazia né la questione dei beni abbandonati, diventi «piattaforma di incontro» dello sviluppo italiano ed europeo: e allora rilancia gli Stati generali transfrontalieri, le antenne a supporto delle imprese, la cooperazione con i paesi della nuova Europa.
    Ancora, definisce «priorità assoluta» un nuovo statuto di autonomia ma si deve ripartire daccapo, ricercando sinergie tra il Consiglio e il Parlamento, inseguendo più risorse, più poteri e un patto con il governo su infrastrutture, pensioni e sanità. Subito dopo, accende i riflettori sul federalismo e sulla riduzione della pressione fiscale, annunciando il taglio dell'1% dell'Irap per tutte le pmi, gli incentivi ai Comuni che riducono Ici e addizionali, l'eliminazione dell'Irpef per i contribuenti minori. Ancora, calca la mano sulla sicurezza, puntando su intese con Roma, poliziotti di quartiere e riforma della polizia locale. Infine, lancia un «patto di responsabilità» per la ripresa e lo sviluppo economico, promettendo il coinvolgimento del mondo produttivo.

    LE PRIORITÀ
    Solo adesso, definiti i capisaldi del programma, Tondo entra nel dettaglio. E puntigliosamente, partendo dall'agricoltura e concludendo con la sanità, ripropone temi, impegni, promesse della campagna elettorale. Nell'industria, ad esempio, si rivolge alle pmi, giacché l'attuale gestione degli incentivi è «percepita come premiante solo per le realtà più grandi». Nel commercio, ribadisce il blocco delle licenze per la grande distribuzione e il tetto di venti aperture domenicali. Nella scuola, promette una nuova legge quadro e l'effettiva parità scolastica. Nella cultura, più peso alle Province.
    Nel welfare, dopo aver evidenziato la crescita delle famiglie povere e garantito ancora una volta priorità a quelle «autoctone», conferma l'abrogazione del reddito di base, l'integrazione delle pensioni minime, il fondo di rotazione per adeguare le case di riposo.
    Nella sanità, cita tra l'altro una nuova governance, l'atteso Cup regionale, la tutela degli ospedali di rete, l'aumento degli organici. Nelle infrastrutture, infine, la realizzazione della Tav e di un hub aeroportuale con Venezia e Lubiana.

    LE LEGGI DA RIFARE
    Ma come dimenticare le leggi che l'era illyana ha approvato e che quella tondiana vuole rifare o modificare? Il pacchetto è nutrito. C'è l'immigrazione dove prevedere il censimento effettivo e i corsi di italiano e regole civiche obbligatori, se si vogliono i contributi. Ci sono gli alloggi popolari dove inserire tra i requisiti d'accesso «almeno 5 anni di residenza», visto che «più del 50% delle disponibilità Ater finisce agli extracomunitari». E poi, importantissima, c'è l'urbanistica dove il rischio attuale è «l'ingovernabilità del territorio». Non è finita, non ancora. C'è il volontariato: «Quasi 6 mila associazioni da valorizzare». C'è la questione femminile: «L'obiettivo è andare oltre la parità». E soprattutto c'è la famiglia, cavallo di battaglia del centrodestra: «Destineremo, entro i primi tre anni, almeno l'1% della spesa corrente». Più di 40 milioni di euro all'anno, traduce l'assessore Roberto Molinaro.

    LA RESPONSABILITÀ
    Tondo parla già da più di un'ora quando inizia le conclusioni. Fa un richiamo all'«etica della responsabilità», alla «forza del dialogo», alla «pazienza della politica». E delinea infine il Friuli Venezia Giulia che vorrebbe, con «più figli», «più imprese», «più ricchezza», e capace di costruirsi un futuro: «È l'unico vero grande obiettivo che desidero porre al mio lavoro. Non ho traguardi personali da raggiungere e ho la piena consapevolezza del fatto che la politica mi ha dato molto». È finita. La maggioranza applaude. In piedi. L'opposizione, con l'eccezione di Giorgio Baiutti e Daniele Gerolin che accennano al battimano, tace. Composta. «Ma non posso pretendere troppo...» commenta Tondo. Mercoledì lo aspettano dibattito e voto.

    Fonte: Il piccolo - Roberta Giani | vai alla pagina
    Argomenti: Statuti Speciali per Provincie e Regioni, Friuli Venezia Giulia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato