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Dichiarazione di Franco MARINI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo)  - Pres. Senato  


 

Sicuro ... che un «piccolo margine» c'è ancora

  • (02 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino ed.nazionale - Mario Antolini - - inserita il 02 febbraio 2008 da 31
    Roma - Sicuro che un «piccolo margine» c'è ancora e che sia suo obbligo esplorare ogni possibilità, Marini sceglie al via diretta e si appella a Forza Italia: «Sono convinto - dichiara il presidente del consiglio incaricato - che un grande partito che rappresenta la società, molto radicato come Fi, non possa trascurare l'accettazione di uno sforzo, che è ritenuto utile così largamente». Insomma, Berlusconi non dovrebbe sottrarsi al dialogo sulla riforma elettorale che, oltretutto - insiste Marini - chiedono in tanti. Prontamente - mentre il Capo dello Stato, Napolitano, in un messaggio alla Comunità di Sant'Egidio, parla di «un'Italia in questo momento così agitata e confusa» - a Marini arriva l'appoggio di Veltroni, che rilancia la proposta di una grande coalizione per riscrivere le regole e, incidentalmente, osserva che la destra sbaglia a pensare di aver già vinto le elezioni. Arrivato a metà del giro di consultazioni - ieri ha visto una ventina di partitini, oggi vede le parti sociali, lunedì Fi - Marini fa un primo bilancio. Il presidente del Senato, che in questi giorni ha avuto contatti discreti con Gianni Letta («Con Franco siamo amici», ha spiegato il fidato consigliere di Berlusconi, lasciando Palazzo Madama), ammette che il suo compito resta «gravoso», assicura che «non ci sono né scorciatoie, né sotterfugi» e ribadisce che una intesa sulla legge elettorale è la «precondizione per la nascita di un governo». Aggiunto di vedere «un piccolo margine», Marini lancia l'appello: «È una mia convinzione personale, non riscontrata con fatti, che un grande partito come Fi non possa trascurare questo fatto eccezionale, questa totalità di orientamenti ad uno sforzo ritenuto utile così largamente» per la riforma della legge elettorale. Marini continua: «Il Paese chiede di mutare in senso positivo il clima. Sono convinto che se fossimo capaci di cambiare le regole assieme, con una maggioranza più larga possibile, sarebbe una novità ma anche un dovere. Questo potrebbe migliorare i rapporti, che in questa legislatura sono sempre stati conflittuali. Potrebbe essere un elemento che può aiutare la campagna elettorale più costruttiva, più legata alle esigenze degli italiani, meno agli scontri che tanto ci piacciono, a mutare in senso positivo un clima che il Paese vuole, cioè state più sulle cose e qualche volta, quando c'è un problema grosso, cercate di deciderlo insieme». Mentre il centrodestra, però, ripete che l'unica soluzione è il voto subito, a Marini arriva immediatamente l'appoggio incondizionato di Veltroni che, comunque, usa un linguaggio meno diplomatico. Veltroni propone una grande coalizione guidata da Marini per scrivere insieme le regole del gioco: «Il centrodestra dice di voler votare subito - osserva - e poi magari fare una grande coalizione. Perché non la facciamo ora con un governo guidato da Marini che scriva le regole? Avrebbe senso fare una intesa adesso». Il segretario del Pd, nello sforzo di convincere Fi, usa tutti gli strumenti che ha in mano: ricorda che «Confindustria, forze sociali ed anche il Vaticano chiedono nuove regole e invece il centrodestra vuole trascinare il Paese verso un voto il cui esito non è scontato. In un atteggiamento del genere non c'è responsabilità nazionale». E mette in guardia il centrodestra dal dare per scontata la vittoria: «La parte migliore del Paese - assicura - guarda con rispetto alla posizione di responsabilità che abbiamo assunto in questa crisi di governo. I sondaggi ce lo dicono. Nel '94 eravamo convinti di vincere noi e invece abbiamo perso, nel '96 è accaduto il contrario».
    Fonte: Il Gazzettino ed.nazionale - Mario Antolini - | vai alla pagina
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