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Dichiarazione di Gianclaudio BRESSA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Vogliamo la commissione d'inchiesta sul G8 - INTERVISTA

  • (15 novembre 2008) - fonte: l'Unità - Maria Zegarelli - inserita il 16 novembre 2008 da 31

    Il 30 ottobre 2007 Antonio Di Pietro e Clemente Mastella con i loro voti affossarono insieme alla Cdl la proposta di legge di istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti del G8. Il relatore era Gianclaudio Bressa. Oggi, dopo due sentenze - Bolzaneto e Diaz - Di Pietro vuole la Commissione. Bressa, vicepresidente del Partito democratico alla Camera, tira fuori dal cassetto la proposta di allora e la rimette sul tavolo della politica. «Si commise un grave errore nel 2007», dice il giorno dopo il verdetto di Genova.
    Bressa, perché dovrebbe riuscire oggi, che siete minoranza, quello che non riuscì nel 2007, quando stavate al governo?
    Perché erano in parecchi a storcere il naso, anche dentro l’Ulivo. Avevamo una maggioranza risicata, non ci furono i numeri. Ma fu un errore perché la commissione d’inchiesta così come l’avevamo delineata nella proposta di legge chiariva che una cosa erano gli accertamenti di competenza della magistratura, altra cosa era l’oggetto l’obiettivo che doveva porsi il Parlamento. Si doveva capire perché si erano verificati quei fatti e chi li aveva autorizzati. A noi interessava accertare quale era stata la linea di comando per definire la responsabilità politica di quell’azione. Era necessario andare fino in fondo soprattutto dopo la grande burla che si era rivelata la commissione d’indagine. Il Consiglio d’Europa fu durissimo con il parlamento italiano.
    Ma la questione resta la stessa: lei crede davvero che oggi ci sia maggiore interesse ad accertare le responsabilità politiche? Gasparri ha già chiarito: non se ne farà nulla.
    Le battaglie si fanno se si è convinti che vadano fatte, a prescindere dal risultato. Le sentenze della Diaz e di Bolzaneto colpiscono soltanto gli autori materiali, è un passo, ma non è la cosa più grave di quei giorni. Era il clima l’aspetto più inquietante. Gasparri mette le mani avanti perché ha interesse a che non si ricostruiscano le responsabilità politiche. Oggi al governo ci sono gli stessi di allora. Hanno paura che vengano fuori cose compromettenti che li riguardano.
    Proviamo a vederla dal punto di vista della difesa degli imputati eccellenti: non sono stati loro a decidere a tavolino il massacro. Non sapevano delle prove false create dagli agenti. Cosa vuol dire, che i vertici della polizia non hanno il controllo dei loro uomini?
    È questa la grande contraddizione di tutta questa vicenda. Stanno dicendo che tutto è successo per una congiunzione astrale? Se è così allora, a maggior ragione c’è bisogno di una commissione parlamentare d’inchiesta. In quei due giorni in uno dei paesi di più alta civiltà giuridica d’Europa c’è stata una sospensione dei diritti fondamentali: queste cose non possono accadere e se accadono si devono mettere in atto tutte le misure per evitare che si ripetano in futuro.
    Non teme che possano ripresentarsi spaccature nel Pd?
    Non mi interessa misurare con il bilancino le forze. Quello che è successo è di una gravità enorme. Siamo in molti dentro il Pd a pensare che si debba far luce sui giorni del G8. Ho tutta l’intenzione di riproporre quel testo che portai durante la scorsa legislatura in Commissione affari costituzionali. È una questione di coscienza civile, prima ancora che di impegno politico perché fatti di questo genere sono inauditi. Oggi la magistratura ha dimostrato di fare come sempre il suo dovere: accertare la responsabilità penale individuale. Spetta a noi individuare quella politica.

    Fonte: l'Unità - Maria Zegarelli | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, di pietro, polizia, diritti civili, commissione d'inchiesta, diritti umani, diritti costituzionali, Commissione Affari Costituzionali della Camera, Consiglio Europeo, g8 genova | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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