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Quando le dimissioni di Formigoni? - Intervista - Mensile ZonaNove
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(10 ottobre 2012) - fonte: ZonaNove-ottobre2012 - inserita il 10 ottobre 2012 da 15492
Nel Lazio Renata Poverini si è dimessa, travolta dallo scandalo dei rimborsi ai gruppi consiliari. E il nostro governatore rimane inchiodato al suo trono. Ne parliamo con Franco Mirabelli, consigliere regionale Pd.
Ci spiega come vengono gestiti i rimborsi ai consiglieri in Regione?
È gravissimo ciò che è emerso. È vergognoso l’utilizzo di soldi pubblici per finalità diverse da quelle istituzionali, per alimentare privilegi e investimenti che nulla hanno a che fare con le ragioni per cui i consiglieri regionali sono stati eletti. Ma credo anche che, di là dell’utilizzo, i soldi destinati alle spese dei gruppi e quelli assegnati ai consiglieri in Lazio e in altre Regioni per le spese, che si aggiungono all’indennità, siano eccessivi e, soprattutto è grave che vengano dati, senza alcun obbligo e nessun controllo, direttamente ai consiglieri. Tutto ciò non fa altro che aumentare la distanza trai cittadini e le istituzioni, dà ragione a chi presenta la politica solo come un mezzo di arricchimento personale anziché come un servizio per i cittadini. In Lombardia da tempo, anche grazie alla iniziativa delle opposizioni, siamo impegnati a contenere i costi generali e quindi anche quelli del Consiglio. Per quanto riguarda il Consiglio nell’ultimo anno sono stati risparmiati 4 milioni, oggi destinati alle zone terremotate del Mantovano e dell’Emilia. Sono stati cancellati ormai da 2 anni i viaggi istituzionali, i 20 biglietti aerei Milano-Roma che erano a disposizione dei consiglieri e una serie di manifestazioni molto costose. In Lombardia è già stata vietata, con il regolamento votato alla fine della scorsa legislatura, la costituzione di monogruppi se non a seguito dell’elezione in una lista che ha un unico eletto. Inoltre il rapporto cittadini/eletti in Consiglio è il più alto d’Italia (un consigliere ogni 125000 abitanti) e il costo del Consiglio il più basso (7 euro per ogni lombardo all’anno). Si può e si deve fare di più ma qualcosa qui è stato fatto, anche riducendo le indennità dei consiglieri e cancellando vitalizio e indennità di fine rapporto. Per quanto riguarda i Gruppi le dotazioni del gruppo Pd sono di 36 mila euro a consigliere per pagare collaborazioni, che gli consentano di approfondire le diverse materie, la comunicazione e l’organizzazione di iniziative. Il gruppo e il Consiglio pagano direttamente le fatture senza che i consiglieri possano disporre direttamente del denaro. Questo consente un controllo quotidiano della congruità dei soldi spesi e della coerenza con il lavoro istituzionale. Per le spese che mi riguardano, ho deciso di renderle pubbliche sul mio sito dove possono essere viste da tutti.Da noi c’è il caso Formigoni (e il caso Penati, ex consigliere del Gruppo Pd). Ogni giorno la posizione del Governatore pare sempre più compromessa. Come la mettiamo?
Formigoni, mentre c’è finalmente il giusto impegno a tagliare i costi da parte del Consiglio, prosegue, nonostante sia stata da mesi approvata una mozione che chiede di cancellarli, a mantenere 4 sottosegretari che costano alla Regione un milione e 5 delegati del Presidente che costano 120mila euro ognuno. Ma il dato politicamente rilevante è che dopo le dimissioni della Polverini il re, pardon il Celeste, è nudo! La Polverini si dimette per responsabilità anche proprie e lo fa costretta per il venire meno della sua maggioranza, ma unanimemente si è riconosciuto che quel gesto era dovuto per salvaguardare le istituzioni dal discredito. In Lombardia Formigoni ha iniziato la legislatura con lo scandalo delle firme false per la presentazione del listino, ha proseguito col coinvolgimento in diverse inchieste di diversi assessori o ex assessori scelti dal presidente e ora vede lo stesso presidente coinvolto negli scandali Maugeri e San Raffaele.Nonostante questo Formigoni resta al suo posto, indifferente alla necessità di tutelare l’istituzione dalla perdita di credibilità che tutto ciò produce. Pensa a tutelare se stesso, il suo potere e i suoi interessi anche se ciò contrasta con l’interesse dei lombardi. Non esiste un solo Presidente nelle democrazie occidentali che sarebbe restato o sia restato al proprio posto dopo solo una piccola parte delle vicende che si stanno verificando in Lombardia. Chi ha a cuore le istituzioni democratiche deve evitare che i cittadini perdano fiducia in esse. Dopo le dimissioni della Polverini Maurizio Martina, consigliere regionale e segretario lombardo del Pd, ha dichiarato che il Gruppo è pronto a dimettersi per favorire nuove elezioni anche in Lombardia. La risposta di Formigoni (“Chi è questa signora Martina? Non la conosco”) fa pensare che egli paia ormai un uomo disperato e prossimo alla capitolazione. Proviamo a ipotizzare cosa succederà nei prossimi mesi. Abbiamo chiesto le dimissioni di Formigoni con la mozione di sfiducia votata da tutte le minoranze e continuiamo a chiederle. In questo senso siamo pronti a dimetterci per raggiungere quelle 41 dimissioni contemporanee che porterebbero allo scioglimento del consiglio. Diciamo ai leghisti e ai consiglieri Pdl che vivono con disagio questa situazione di unirsi a noi per chiudere questa legislatura. Non so cosa succederà e quando succederà, purtroppo Lega e PdL restano compatti, continuano a spartirsi la sanità lombarda e gli altri posti di potere ignorando la gravità della situazione. Comunque l’immagine politica di Formigoni, così come quella del suo partito, pare ormai irrimediabilmente compromessa. È ipotizzabile alle prossime elezioni un cambio di maggioranza alla guida della Regione. Abbiamo già avviato il percorso mettendo in campo l’idea di proporre un patto civico che raccolga le forze politiche, le associazioni, le realtà civiche, i mondi del lavoro, della cultura e delle professioni che vogliono cambiare in Lombardia. Costruire insieme un progetto per la Regione al cui centro ci siano una sanità meno costosa per le famiglie e meno generosa con le strutture private, politiche per il lavoro che aiutino le aziende che assumono e che si costruiscono un futuro investendo su ricerca e innovazione, sull’economia verde, invece che dare finanziamenti a pioggia, un Welfare più giusto che aiuti chi ha bisogno e superi la logica dei voucher che lasciano i cittadini soli di fronte al bisogno e finiscono più per alimentare un mercato delle prestazioni che garantirne per tutti la qualità dell’assistenza e politiche di governo del territorio che fermino il devastante consumo di suolo in atto nella nostra Regione che la sta letteralmente soffocando. I lavori sono iniziati.
Fonte: ZonaNove-ottobre2012 | vai alla pagina » Segnala errori / abusi