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Dichiarazione di Meri Marziali
Con i giovani un fiammifero diventa un incendio. "Giovani e Lavoro. Difficoltà e nuove prospettive"
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(01 maggio 2012) - fonte: Facebook - inserita il 02 maggio 2012 da 1994
Lo scorso sabato 28 aprile ho avuto il piacere di prendere parte ad un’iniziativa organizzata presso l’I.T.C.G.T. CARDUCCI GALILEI dall’associazione degli ex-alunni “NOI DEL CARDUCCI GALILEI”. Iniziativa rivolta ai ragazzi delle classi quarte e quinte dell’istituto e riguardante il mondo del lavoro tra difficoltà e nuove prospettive.Di questa iniziativa e di quest’invito ringrazio ancora il Presidente dell’Associazione “Noi del Carducci Galilei” Fabio D’Erasmo e il vicepresidente Maurizio D’Ercoli perché mi hanno regalato un’emozione unica. Una grande emozione dettata dal tornare tra quei corridoi che ho percorso quotidianamente per cinque anni della mia vita e poi da un aula magna piena di giovani curiosi ed attenti. Mentre iniziavo a parlare a quei ragazzi mi sono tornati alla mente molti ricordi vissuti in quell’istituto: le amicizie, il ricordo dei professori, il legame di amicizia rimasto con alcuni di essi, il dolore per la perdita del nostro caro Preside Antonio Battista, a cui oggi è intitolata l'aula magna, nella quale stavo parlando. Ho comunicato questo tripudio di emozioni a quei ragazzi, dicendo loro che ero molto felice di essere lì con loro, di rimettermi a disposizione da ex alunna per un istituto che ha significato moltissimo per la mia formazione umana, personale e professionale.
Il tema della mattinata riguardava i giovani e il lavoro tra difficoltà e nuove prospettive, un argomento non semplice visto il grave momento che sta attraversando il nostro Paese. Una crisi che ha colpito tutti ma in particolare le nuove generazioni nate in una società che ha espresso come valore la “costruzione del mondo” ma che poi li espelle da questa costruzione. Ed è questa la grande risposta che i giovani stanno attendendo.
I dati sulla disoccupazione giovanile non sono certo incoraggianti , nel terzo trimestre 2011 secondo l’Istat un milione e 574 mila disoccupati, il dato più alto dal 2004 (anno in cui sono partite le serie storiche). L’ultimo scatto fotografa il nostro Paese con un tasso di disoccupazione complessivo del 8,6% e quella giovanile del 30,1% (quasi un under 25 su tre è senza lavoro). Se si pensa poi che 2.100.000 ragazzi (+134.000 rispetto al 2009) pari al 22,4% degli under 30 transitano nella categoria dei neet (not in education, employment or training) quelli che non ne possono più di cercare,bussare, aspettare e neppure sperare per questo abbandonano tutto.
Eppure credo che i giovani non debbano rinunciare a prepararsi, al conseguimento di un diploma o meglio ancora di una laurea che certo non daranno immediatamente i loro frutti ma comunque arriveranno. Investimento nella conoscenza, nello studio e in esperienze parallele al percorso scolastico: tirocini formativi, stage, borse lavoro, esperienze all’estero che contribuiranno ad allargare il loro orizzonte futuro. Certamente la crisi attuale fa percepire molto più lontani i frutti di un percorso scolastico e/o universitario ma questo non deve assolutamente scoraggiare le nuove generazioni, questa assenza di futuro che ci viene ripetuta come una giaculatoria passerà, come passerà questa crisi.
La crisi per essere superata avrà però bisogno della costruzione di un nuovo tessuto sociale, economico e non di meno politico, occorre toccare il fondo per ritrovare le fondamenta e le fondamenta non potranno che essere le nuove generazioni. Mi sono sentita ancor più di ribadire a quell’aula magna gremita di giovani che è importantissimo studiare, imparare bene le lingue straniere, le conoscenze tecnologiche: la fortuna non esiste, fortuna potrebbe volere dire la possibilità di trovare un’occasione lavorativa nel momento in cui si è pronti e dunque se rinunceranno a prepararsi bruceranno delle opportunità che possono non arrivare immediatamente ma che prima o poi arrivano. E non dovranno farsi scoraggiare da un mondo del lavoro non sempre accogliente, invincibile non è certo chi vince sempre ma chi non rinuncia a battersi di nuovo.
Al termine della mattinata durante la quale abbiamo simulato colloqui di lavoro, domande di selezione, non sono stata io ad aver fatto una lezione a loro ma loro a me. I giovani ci provano, sono preparati, stanno lavorando, elaborando proposte concrete, coerenti e costruttive, spetta a noi però farli diventare i protagonisti di questo tempo.
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