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Dichiarazione di Stefano STEFANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  - Pres. commissione Affari esteri Camera - Deputato (Gruppo: Lega) 


 

Ma in via Bellerio entrano solo vetture pagate di tasca propria

  • (27 aprile 2012) - fonte: Quotidiano La Padania - inserita il 27 aprile 2012 da 21157

    Siamo al “ciak si gira”di un film tragicomico o, se volete, nel pieno di una commedia dell’arte dal sapore amaro soprattutto per tutti coloro che continuano ad affrontare una stagione di lacerazioni sociali, oltre che economiche, nonostante la presunta diversità di un Governo che predica penitenza e morigeratezza ma poi non rinuncia al solito vizietto delle auto blu. Per l’esattezza 400 nuove auto blu, nonostante in dotazione a ministeri e uffici pubblici ci siano già circa 60 mila vetture, 800 delle quali inutilizzate.

    Mi domando: cosa può pensare un cittadino che tira a campare e che a giugno pagherà la stangata dell’Imu di fronte ad un ingolfamento di auto blu per la Casta? Che bisogno c’era di comprarne altre quando rinunciando ad esse il risparmio sarebbe stato assicurato? Il rigore vale solo per alcuni mentre i soliti noti continuano a trattarsi con i guanti di velluto? Evidentemente a Roma funziona così. Diversa storia quella della Lega Nord che in un servizio del Tg 5 ha dimostrato di avere un valore aggiunto rispetto ad una classe di nominati interessata a mostrare la coda del pavone: il servizio andato in onda sulle auto blu ha scattato, nella successione delle immagini, la fotografia di una realtà, quella leghista, al di sopra di ogni sospetto e di ogni opportunismo; dai cancelli di Via Bellerio sono entrate soltanto auto private, pagate di tasca propria dai nostri dirigenti, al di fuori di qualsiasi logica di prestigio personale. Stiamo dimostrando di essere, ancora una volta, il riferimento di chi in questo momento ha bisogno di tornare a credere.

    Se davvero il Governo Monti avesse dato un seguito al suo invito alla crescita, avrebbe dovuto semplicemente fare un passo indietro e rinunciare ai privilegi di pochi, che evidentemente fanno comodo, ma inquinano i sacrifici di una modesta vita quotidiana, alle prese con le difficoltà economiche e con uno stipendio che deve bastare per l’intero mese e che rappresenta la maglia nera dell’Europa, occupando gli ultimi posti nella classifica delle buste paga. Ma questa, direbbe Monti, è un’altra storia.

    Anzi, io direi, è una storia che non lo riguarda affatto: perché, in fondo, se la benzina aumenta , portata sempre più in alto dalle accise, a pagare sono sempre gli stessi; e pazienza se ministri e dirigenti non riescano proprio a rinunciare a certi status symbol! La volontà a farlo l’ha sempre predicata Monti dalla notte dei tempi, dal suo primo giorno di Presidente del Consiglio. Ma chissà perché, per un vago mistero della matematica, non sia riuscito a rottamare nemmeno una minima parte delle auto parcheggiate nel garage dello Stato. Credo, ahimè, che questo resterà un mistero e che il giorno della liberazione per gli italiani debba ancora arrivare!

    Stefano Stefani

    Fonte: Quotidiano La Padania | vai alla pagina

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