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Dichiarazione di Salvatore SORBELLO
Imprenditori e Comune ai ferri corti Contestati i nuovi oneri di urbanizzazione
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(14 giugno 2010) - fonte: www.giornaledisiracusa.it - S. Molino - inserita il 15 settembre 2010 da 72
Una settimana di attesa, poi le imprese scenderanno in piazza Imprenditori e Comune ai ferri corti Contestati i nuovi oneri di urbanizzazioneSiracusa - Pronti ad incrociare le braccia e a manifestare pubblicamente sospendendo l’attività dei propri cantieri, gli imprenditori siracusani, organizzatisi in un comitato spontaneo denominato “Sviluppo per Siracusa”, se il Comune non tornerà sui suoi passi rivedendo l’aumento degli oneri di urbanizzazione. E’ quanto emerso al termine di un incontro tenutosi stamattina nei saloni del “Quality Hotel” di Siracusa. Gli imprenditori hanno stabilito di attendere ancora una settimana per dare tempo all’amministrazione comunale di rivalutare la proposta di delibera della giunta, che prevede di innalzare gli oneri a carico delle imprese da 6 euro a 27 euro al metro cubo. In caso contrario il terreno di confronto si sposterà sulla piazza dove la categoria è pronta a confermare il proprio dissenso già da lunedì prossimo alle 9, un’ora prima, cioè, dell’apertura del consiglio comunale chiamato a trattare lo spinoso argomento. L’iniziativa del comitato ha ottenuto un primo risultato nella direzione del dialogo con palazzo Vermexio grazie all’invito rivolto dal presidente della commissione urbanistica, Salvo Sorbello, a partecipare alla riunione della commissione in programma domani 15 giugno alle ore 12. «La tempestività dell’incontro – ha detto Sorbello – ci consente un approfondimento e un dibattito precedenti all’approvazione della revisione delle tariffe che vede un’opposizione trasversale sulla questione. Si tratta della quinta delibera proposta dall’amministrazione comunale e dovremo ancora rivederla». Le richieste della categoria imprenditoriale si sintetizzano nella sospensione della proposta di delibera e nell’adeguamento dilazionato nel tempo delle nuove tariffe, prevedendo l’apertura di un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale. Non si tratta di una chiusura netta, dunque, ma della richiesta di applicare gli aumenti con una modalità che non risulti traumatica per i bilanci delle imprese. Elaborare un piano di sviluppo congiunto.«In una recente conferenza stampa il sindaco ha motivato questa scelta ritenendola obbligatoria – ha esordito l’imprenditore Aldo Signorelli -. Mai come in questo periodo sono arrivate nei nostri uffici cosi tante richieste di assunzione, da operai non qualificati a laureati, e non siamo in grado nemmeno di rispondere a tutti. Approntiamo un tavolo di concertazione con l’amministrazione comunale, siamo disponibili a mettere a disposizione i nostri uffici, le associazioni di categoria e i nostri tecnici per elaborare un piano di sviluppo. Qui si parla di tartassare le imprese per farle chiudere. Come rilevato dal vicepresidente della Camera di Commercio, Gianninoto, le imprese siracusane sono le più indebitate di tutta Italia. Come si può pensare, in un’economia così in bilico, di imporre questi aumenti?» Il confronto con gli altri comuni siciliani. L’incremento delle tariffe previsto dal comune di Siracusa sarebbe più alto di quanto stabilito nelle altre realtà siciliane. «Abbiamo ancora il tempo per poterne discutere – ha sottolineato Giuseppe Bastante, imprenditore e consigliere provinciale – e confrontarci con gli altri comuni: a Catania si pagano 17 euro, a Messina 13. Le imprese danno servizi e occupazione, non sono semplici cementificatori: realizziamo servizi e case, un bene di prima necessità. Per il cemento eccessivo semmai è responsabile chi ha realizzato il Prg, bisognerebbe cominciare a pensare a costruire in verticale, con un rapporto di superficie diverso che impedirebbe di allargare il territorio. Se in questi giorni non troveremo l’accordo con l’amministrazione, scenderemo in piazza per dire no all’aumento selvaggio e sì alla tutela del nostro diritto al lavoro. Non è possibile mungere una categoria che per decenni ha permesso al nostro territorio di crescere, bisogna ridurre sprechi, costi e ridurre tempi di attesa. Oggi stiamo soffrendo in questa terra che potrebbe avere a disposizione quei fondi regionali con cui avremmo incrementato lo sviluppo sul territorio invece di cincischiare. Allora si creino i presupposti per avere le condizioni di occupazione che noi, poi, dovremmo rendere concrete.»
Fonte: www.giornaledisiracusa.it - S. Molino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi