-
» Federalismo. «Niente fretta, si rischia la coesione sociale»
Gianfranco FINI in data 21 maggio 2010
-
» «Si può considerare penoso chi, nel Sud o nel Nord, balbetti giudizi liquidatori sulll'Unità d'Italia. Chi prova ad immaginare secessioni o separazioni, coltiva un salto nel buio».
Giorgio NAPOLITANO in data 11 maggio 2010
-
» «L'unità europea è un bene prezioso da non sacrificare a visioni particolaristiche e compromessi al ribasso»
Giorgio NAPOLITANO in data 09 maggio 2010
-
» Celebrazioni del 150esimo. «Questi festeggiamenti mi sembrano inutili» - INTERVISTA
Luca ZAIA in data 06 maggio 2010
-
» «Il Paese non si compatta con la demagogia» - INTERVISTA
Massimo Cacciari in data 06 maggio 2010
-
» Intervento in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della partenza dei Mille
Giorgio NAPOLITANO in data 05 maggio 2010
-
» «Celebrare il 150° dell’Unità d’Italia non è retorica né tempo perso e denaro sprecato»
Giorgio NAPOLITANO in data 05 maggio 2010
-
» L'Unità d'Italia è una ricorrenza inutile ci vado se me lo chiede Napolitano» - INTERVISTA
Umberto BOSSI in data 04 maggio 2010
-
» «Ma perchè il Pdl sta a guardare?» - INTERVISTA
Gianfranco FINI in data 04 maggio 2010
-
» Prima seduta del Consiglio Regionale: un'occasione persa per discutere del Piemonte
Monica Cerutti in data 03 maggio 2010
-
» Primo Maggio, testimonianza del lungo e sofferto cammino dei diritti del lavoro
Giorgio NAPOLITANO in data 01 maggio 2010
-
» Il mio discorso per le Celebrazioni del 65° anniversario della Liberazione e della Resistenza
Marcella ZAPPATERRA in data 25 aprile 2010
«Celebrare il 150° dell’Unità d’Italia non è retorica né tempo perso e denaro sprecato»
-
(05 maggio 2010) - fonte: Il Quirinale.it - inserita il 07 maggio 2010 da 31
"Serve più che mai un forte spirito unitario"."Non è retorica - ha affermato il Capo dello Stato - il recuperare motivi di fierezza e di orgoglio nazionale: ne abbiamo bisogno, ci è necessaria questa più matura consapevolezza storica comune, anche per affrontare con l'indispensabile fiducia le sfide che attendono e già mettono alla prova il nostro paese, per tenere con dignità il nostro posto in un mondo che è cambiato e che cambia. Ne hanno bisogno anche i ragazzi delle Forze Armate che portano la nostra bandiera, rischiando la vita, in impervi teatri di crisi. Perciò tutte le iniziative che il ministro Bondi ha richiamato come sobrio programma per il 150° - iniziative di carattere culturale, di più larga risonanza emotiva e popolare, di particolare valenza educativa e comunicativa - non sono tempo perso e denaro sprecato, ma fanno tutt'uno con l'impegno a lavorare per la soluzione dei problemi oggi aperti dinanzi a noi: perché quest'impegno si nutre di un più forte senso dell'Italia e dell'essere italiani, di un rinnovato senso della missione per il futuro della nazione".
"Ieri - ha proseguito Il Presidente Napolitano - volemmo farla una e indivisibile, come recita la nostra Costituzione, oggi vogliamo far rivivere nella memoria e nella coscienza del paese le ragioni di quell'unità e indivisibilità come fonte di coesione sociale, come base essenziale di ogni avanzamento tanto del Nord quanto del Sud in un sempre più arduo contesto mondiale. Così, anche celebrando il 150°, guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quel che c'è da rinnovare nella società e nello Stato".
"Ieri e oggi - ha aggiunto Napolitano - ho reso egualmente omaggio alla Genova di Mazzini e di Garibaldi, e alla Genova dei nostri giorni, esempio di un nuovo risorgimento scientifico e produttivo, di un nuovo slancio creativo e laborioso".
"Deve quindi guidarci - ha concluso il Capo dello Stato il suo intervento celebrativo - più che mai anche in queste celebrazioni un forte spirito unitario: esse non possono essere rivolte in polemica con nessuna parte politica né formare oggetto di polemica pregiudiziale da parte di nessuna parte politica. C'è spazio per tutti i punti di vista e per tutti i contributi. Onoriamo così i patrioti, gli eroi e i caduti dei Mille che salparono da Genova in questo giorno 5 di maggio di 150 anni orsono".
Fonte: Il Quirinale.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi