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Andrea FERRAZZI in data 19 novembre 2009
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Mario MAURO in data 12 novembre 2009
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» Sentenza Crocifisso.
Riccardo NASCIMBENI in data 06 novembre 2009
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Silvio BERLUSCONI in data 04 novembre 2009
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» La sentenza della Corte europea che dice no al crocifisso nelle aule scolastiche "é una sentenza - che merita una discussione, un approfondimento, spero senza spirito di crociata, senza anatemi reciproci"
Nichi VENDOLA in data 04 novembre 2009
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Mariastella GELMINI in data 03 novembre 2009
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Rocco BUTTIGLIONE in data 03 novembre 2009
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» Penso che un'antica tradizione come quella del crocifisso non possa essere offensiva per nessuno.
Pier Luigi BERSANI in data 03 novembre 2009
Dichiarazione di Riccardo NASCIMBENI
Sentenza Crocifisso.
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(06 novembre 2009) - fonte: Blog assessore - inserita il 11 dicembre 2009 da 11575
Il crocifisso appeso nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni. Lo sostiene la sentenza emessa all’unanimità da sette giudici della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, presieduti dalla belga Francoise Tulkens, che hanno esaminato il ricorso di una cittadina italiana. Sul piano teorico non posso che essere in accordo con la sentenza, sul piano pratico trovo la questione ai limiti dell'irrilevante.Ritengo non corretta l'esposizione di simboli sacri all'interno di uffici pubblici e in una scuola di nuova costruzione riterrei sconveniente il loro inserimento. Non mi sento però di condurre una battaglia per la rimozione di tali simboli ove essi siano già posti poiché penso che la laicità della scuola non sia messa in pericolo dalla presenza di un crocifisso che si connota come semplice tradizione culturale. Una tradizione radicata che nel concreto non penso abbia mai impedito a nessuno di maturare liberamente le proprie convinzioni.
Il crocefisso è stato sempre presente in molte scuole e non ha impedito di avere il più grande partito comunista d'occidente nella nostra nazione, per fare un esempio.
Aldilà dei simboli sono altri i campi che ritengo problematici e che mi preoccupano maggiormente. Il fatto che gli insegnanti di religione siano formati e indicati dall'autorità religiosa ma retribuiti da quella statale è oggetto di molte critiche e ritengo che sia incompatibile con il principio della separazione tra Chiesa e Stato. Inoltre la nomina da parte dell'autorità religiosa favorisce gli insegnanti di fede cattolica violando i principi di uguaglianza e antidiscriminazione sul lavoro in funzione della fede dell'individuo.
La programmazione non prevede l'insegnamento delle religioni, ma di una religione; le esperienze di storia delle religioni, di confronto tra le diverse culture sono sempre state lasciate alla lungimiranza di qualche insegnate.
Ancora più preoccupanti le reazioni di molti rappresentanti istituzionali che si limitano a sterili affermazioni e suscitano il mio profondo dissenso.
La definizione del crocefisso come simbolo dei nostri valori, sostenuta dal Ministro Gelmini, è sintomo della mancanza di laicità di molti nostri politici che per ignoranza o per comodità non riconoscono come valori fondanti della nostra nazione quelli del Risorgimento e della Costituzione che se conosciuti e compresi risolverebbero già da loro la questione dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Indegne le dichiarazione del Ministro La Russa che ci ricorda che i giudici della Corte europea "possono anche morire", ennesima dichiarazione volgare e violenta ma senza conseguenze , senza obbligo di rendere conto, senza il pestaggio mediatico che invece è stato riservato alla sciocchezza, se pur gravissima, di un ragazzino di vent'anni.
La discussione sul crocifisso ha poi suscitato le reazioni più inutili e futili anche a livello locale, che non portano nessun contributo a un serio ragionamento sulla questione. Sono affermazioni da consegnare alla categoria "spot pubblicitari"; il Sindaco Soragni che minaccia ordinanze a doc per imporre il crocefisso e l'acquisto, provocatorio ed elettoralistico, di 50 crocefissi da parte del Sindaco Caselli di Sassuolo da mettere in tutti gli uffici pubblici.
In conclusione, con amarezza, tocca constatare come una sentenza che potrebbe contribuire ad aprire un serio ragionamento sulle reali problematiche legate al rapporto tra Stato e Chiesa, sulle ingerenze ecclesiastiche, sulla laicità venga utilizzata per parlare della cosa probabilmente più futile, contribuendo a distogliere il nostro sguardo dalle problematiche molto più concrete e reali come nell'esempio degli insegnanti di religione.
Fonte: Blog assessore | vai alla pagina » Segnala errori / abusi