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«Della cultura, a questo Stato, frega pochissimo» - INTERVISTA
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(29 ottobre 2009) - fonte: Gli Altri - (C.M.d.A.) - inserita il 29 ottobre 2009 da 31
Per ovviare alla mancanza di fondi nel mondo museale, Roma affida a Zetema la gestione dei 20 musei del circuito comunale.
Possibile serva una società esterna per rendere i musei di Roma più invitanti e redditizi?In realtà, i musei potrebbero tranquillamente muoversi con le iniziative dei loro direttori, che conoscono meglio di tutti le potenzialità delle strutture che dirigono.
Il vero problema è avere idee e progetti tali da riuscire a realizzarli attirando anche il contributo dei privati.
Affidare a società come Zètema la gestione dei musei è un modo per lavarsene le mani e pensare che qualcun altro possa trovare soluzioni che non si sanno trovare da soli.Qual'è il vero problema dei musei italiani rispetto a quelli europei? Perchè sembra che solo l'Italia non riesca a guadagnare con l'arte?
In Italia, in campo museale, c'è di fatto un'offerta maggiore alla domanda rispetto a qualsiasi altro Paese; è quindi difficile far funzionare tutti i musei attirando visitatori sufficienti per mantenere le strutture.
In un contesto simile solo quei musei che sono in grado di inventare soluzioni più attraenti possono prevalere sugli altri e sopravvivere.
Si ricorre a società esterne sperando che loro facciano quello che dovrebbe essere il compito di direttori capaci: inventare nuove possibilità e trovare fondi. Anche se poi subentrerebbe il problema di come investire questi soldi!Il problema quindi non è solo un problema economico, ma anche di programmazione nel lungo periodo. A questo proposito, come vede lei il futuro delle nostre opere d'arte, data la sospensione dei corsi dell'Istituto Superiore del Restauro e dello scarso interesse che questo sembra suscitare tra i responsabili?
Sono anni ormai che in Italia si fanno restauri inutili e non si fanno i restauri necessari, il comportamento generale di coloro che se ne dovrebbero occupare non ha scuse. Il fatto di chiudere o limitare le attività dei corsi come quello di Restauro a Roma o dell'Opificio delle pietre dure di Firenze è solo uno degli aspetti della miopia dei politici che dimenticano che le capacità professionali che possono essere coltivate e maturate in quegli istituti potranno tornare utili domani.
Lo Stato di fatto rinuncia a risorse che sono fondamentali per il futuro delle nostre opere d'arte.
D'altra parte, avendo ministri come quelli che abbiamo, incapaci di decidere cosa è essenziale e cosa non lo è, è ovvio che ci troviamo in queste condizioni!
Il bilancio dello Stato è tale che consentirebbe di fare tutto, basterebbe avere solo la capacità di capire quali sono le priorità, ma siccome tale capacità non ce l'hanno nè ministri nè sottosegretari, siamo allo sbando.
Dobbiamo però smettere di pensare che sia uno sbando dovuto alla mancanza di soldi, i soldi ci sono, ma sono spesi male. Le iniziative essenziali non vengono fatte mentre quelle inutili sono sostenute, patrocinate, finanziate.
Non si può spendere 17 milioni di euro per fare il Festival del Cinema di Roma, è una puttanata!
Con quei soldi si potrebbero sostenere tutti i centri di restauro necessari, ma si preferisce investire quei soldi per un festival che interessa una minima parte della cittadinanza, a scapito del vero patrimonio nazionale italiano: l'arte e la cultura.____________________
COS'E' ZETEMAZètema, presidente Francesco Marcolini (quota An), è una società partecipata al 100% dal Comune di Roma. Sul sito si legge che l'azienda "opera con modalità in house" (ovvero, al di là del vezzo anglicista, all'interno di appalti aggiudicati dalla Pubblica Amministrazione) e ha come core business (ovvero attività principale) la gestione di attività e servizi culturali e turistici, e l'organizzazione di eventi. Zètema fu istituita dal sindaco Rutelli, foraggiata da Veltroni e ora ereditata da Alemanno.
Dotata di questa doppia anima pubblico/privato (missione pubblica e gestione privata dei contratti), Zètema ha sempre sostenuto per bocca del suo amministratore delegato Albino Ruberti, che l'arte è creatività e marketing.
L'articolo che potete leggere in questa pagina dimostra gli effetti di quella filosofia.
Fonte: Gli Altri - (C.M.d.A.) | vai alla pagina » Segnala errori / abusi