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Dichiarazione di Gianfranco FINI

Alla data della dichiarazione: Pres. Camera   (Lista di elezione: PdL)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Lo dico a tutti, si sta imboccando una china pericolosa. Ora basta killeraggi, l'informazione è a rischio imbarbarimento.

  • (03 settembre 2009) - fonte: Il Gazzettino - Claudia Terracina - inserita il 03 settembre 2009 da 31

    «Il Pdl non è una casermetta dove comanda uno solo».

    Sa che le sue parole verranno prese male da una buona parte del Pdl, tuttavia, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non si esime dal dare quello che consapevolmentedefinisce «un consiglio non richiesto» rispetto alla bufera che agita il mondo dell’informazione.
    E, come impone il suo ruolo, non si schiera né con il premier Berlusconi, che querela i giornali che lo attaccano, chiedendo risarcimenti miliardari, né con le testate giornalistiche che muovono severe critiche alla vita privata del presidente del Consiglio.

    Ma di fronte all’ennesimo scontro frontale tra il Cavaliere e la stampa, dopo l’ultima querela contro ”L’Unità”, Fini vuole assolutamente dire la sua, tentando, ancora una volta di tenere aperto il canale del dialogo tra maggioranza e opposizione, che si va restringendo sempre più.

    «Lo dico a tutti, consiglio di fermarsi perchè si sta imboccando una china pericolosa e brutta. È un’ordalia, una resa dei conti, un duello da Orazi e Curiazi. Si sa come si comincia, ma non come può andare a finire», avverte, ricordando, come fa spesso che ben altri sono i problemi degli italiani. «La qualità del dibattito politico potrebbe essere molto più alta rispetto a quello che quotidianamente si legge- ammonisce il presidente della Camera- invece da qualche tempo, in Italia non si polemizza tra portatori di idee, non si tenta di demolire un’idea, ma colui che l’idea ce l’ha. Si va dritti al killeraggio delle persone, con buona pace della credibilità dell’informazione e della politica, ma anche della credibilità dell’Italia in Europa. E se ogni occasione diventa un pretesto per randellate verbali- sottolinea- accadrà che la pubblica opinione, potrà anche seguire all’inizio, ma poi non si potrà appassionare ad un gioco come questo».

    L’allarme, tuttavia, cade a proposito, pur motivato da preoccupazioni tutte politiche, che hanno come obiettivo innanzitutto le riforme, rispetto alle quali confida di «non aver perso la speranza di verificare la possibilità di una convergenza tra maggioranza e opposizione. E questo non è buonismo», rivendica Fini. La tensione tra il premier e il mondo dell’informazione è infatti di nuovo al culmine dopo la citazione per danni per due milioni di euro nei confronti dell’Unità, rea di aver pubblicato servizi sugli scandali a sfondo sessuale nei quali sarebbe stato coinvolto Berlusconi. Inoltre, viene richiesta la condanna a una pena pecuniaria di 200mila euro per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra.

    Un’azione quella dei legali del premier che ha suscitato l’unanime riprovazione da parte del Pd, Italia dei valori, dell’Udc, e della Fnsi. «Questa è un’ulteriore tappa dell’escalation contro la libertà di critica e di stampa», tuona il Cdr del giornale fondato da Antonio Gramsci. Il presidente della Camera, ovviamente, non entra nel merito della questione, tuttavia fa capire di non condividere certi metodi e certi stili. E nel prendere le distanze da «una destra che sa solo mostrare i muscoli» cita proprio «certi stucchevoli giudizi» anche sulla sua partecipazione alla Festa del Pd, quando «solo perchè sono stato applaudito, si è scatenato il gioco dell’estate sul dilemma se io fossi o meno diventato di sinistra». Il fatto è che i tempi sono cambiati, e ora il Pd deve saper rispondere alle nuove questioni che si pongono, l’immigrazione, i diritti della persona. Non ha senso un eccesso di acquiescenza nei confronti della Lega e l’alleanza è sì importante, ma non al punto da riconoscere all’alleato una sorta di ”golden share”, una primazia su questioni così importanti».

    E sul Pdl è netto: «Ha un perchè solo se è un grande partito plurale del 40 per cento. Se qualcuno pensa invece ad una specie di casermetta dove comanda uno solo, beh questa non è l’opinione di chi ha fatto il Pdl, nè di coloro che lo votano».

    Fonte: Il Gazzettino - Claudia Terracina | vai alla pagina

    Argomenti: informazione, pdl, Libertà di stampa, Stampa, Fini Gianfranco, presidente della Camera | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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