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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

«Lo strumento della class action nella pubblica amministrazione non è compreso nel 'decreto anti-fannulloni'» [Link interni]

  • (15 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino.it - inserita il 16 maggio 2009 da 31

    Lo strumento della class action nella pubblica amministrazione non è compreso nel cosiddetto decreto anti-fannulloni del ministro Brunetta al quale il cdm oggi ha dato il via libera. E' stato infatti richiesto un parere al Consiglio di Stato e dell'avvocatura per valutare gli effetti che può avere la nuova disciplina sul processo amministrativo e sulla difesa erariale. Per questo, ha spiegato il premier Berlusconi, la class action verrà trattata in un decreto ad hoc. Il ministro della Pa assicura che lo strumento «partirà dal primo gennaio 2010». E sulle dimissioni minacciate dal ministro nel caso in cui il decreto non fosse passato, Berlusconi dice: «Brunetta ha messo in atto una tattica da birichino che lo ha portato a un ottimo risultato».

    Ma l'opposizione attacca.

    Per Linda Lanzillotta, responsabile funzione pubblica del Pd, il ministro «cede alle resistenze della burocrazia e alle pressioni lobbistiche dei concessionari dei servizi pubblici» rinunciando alla class action che «lui stesso aveva indicato come la rivoluzione che avrebbe finalmente tutelato i cittadini nei confronti dei soprusi delle amministrazioni». E il parere del Consiglio di Stato è «paravento per nascondere la sua sconfitta politica». Brunetta, dice Lanzillotta, dovrebbe dimettersi, visto che la class action era «un punto chiave della sua "rivoluzione"».
    «Il Ministro - dice la Lanzillotta - si rivela forte con i deboli e debole con i forti. Fa la faccia feroce con i dipendenti pubblici e si mette la coda tra le gambe di fronte all'alta burocrazia e alle società dello Stato, alle municipalizzate e a tutte le concessionarie di servizi pubblici».
    E spiega la questione del parere al Consiglio di Stato. «Il Consiglio di Stato - aggiunge la Lanzillotta - si esprime quando il Governo deve adottare un regolamento. In questo caso c'è una delega legislativa approvata dal Parlamento e il Governo deve attuarla sentendo i pareri previsti dalla legge stessa, cioè quelli della Conferenza Stato Regioni e delle Commissioni parlamentari. Eventuali problemi di carattere giuridico andavano valutati prima dell'approvazione della legge o, dopo di essa, dalla Corte costituzionale. Altrimenti si torna in Parlamento e si dice che la class action non si può più fare e si modifica la norma».

    Brunetta ribatte

    Nessun cedimento da parte del governo. Il ministro chiede alla Lanzillotta di valutare i fatti, anziché polemizzare, e ribadisce che «come da impegno del presidente del Consiglio Berlusconi, l'azione collettiva nel settore pubblico entrerà in vigore dal primo gennaio 2010». Il relativo schema di decreto legislativo «è già predisposto e verrà mandato al Consiglio di Stato nei prossimi giorni e l'iter legislativo inizierà prima della pausa estiva».
    Brunetta quindi critica il governo Prodi ricordando che «nello scalcagnato provvedimento sulla class action, l'azione collettiva sulla Pubblica Amministrazione era stata infatti colpevolmente stralciata. Da Prodi e dalla stessa Lanzillotta. Chi è dunque più cedevole ai poteri forti?».
    E sul decreto spiega: «Solo il 25% dei dipendenti pubblici, e il sindacato è d'accordo, avrà a disposizione il 50% di tutte le risorse destinate alla premialità. Non è stato fatto mai neanche nel privato se non per qualche iniziativa singola».

    Codacons

    Brunetta si dimetta. Il rinvio del provvedimento sulla class action nella pubblica amministrazione segna «una sconfitta» per il ministro per la Pubblica amministrazione. Lo afferma in una nota il presidente del Codacons Carlo Rienzi aggiungendo: «Ci aspettiamo dimissioni immediate». «Brunetta, che si è strenuamente battuto per l'estensione dell'azione collettiva alla P.A., deve essere coerente - prosegue Rienzi -. Così come pochi giorni fa ha minacciato le dimissioni se non fosse passato il suo decreto, ora che è stato battuto sulla class action deve lasciare il proprio incarico».

    Fonte: Il Gazzettino.it | vai alla pagina

    Argomenti: pubblica amministrazione, class action, ministro P.A., Lanzilotta Linda, Consiglio di Stato | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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