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Dichiarazione di Ignazio LA RUSSA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Difesa (Partito: PdL) 


 

Referendum. «Rinviare di un anno si può e lo faremo anche senza Bossi» - INTERVISTA

  • (20 aprile 2009) - fonte: La Repubblica - Claudio Tito - inserita il 20 aprile 2009 da 861

    Il referendum si può votare ad aprile 2010. Per farlo basta un emendamento al decreto del governo per spostare la consultazione al 21 giugno. «E io quell´emendamento in Parlamento lo voterò». Il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl , Ignazio La Russa, è convinto che su questo punto non ci siano «vincoli di maggioranza». Tocca al Parlamento decidere. E la Lega su questo non può avanzare «pretese». «Noi - spiega - dobbiamo obbligatoriamente fissare la data del referendum nel prossimo consiglio dei ministri. A legislazione invariata, c´è solo una data disponibile: il 14. Poi si possono fare altre valutazioni».
    Cioè la data cambierà?
    «La Lega, lecitamente, non ha dato il nullaosta per il 7 giugno. Lo spirito della legge, in effetti, impediva l´abbinamento. Tutti, però, convengono che non è possibile votare tre domeniche di seguito. Servirà allora un disegno di legge o un decreto per cambiare».
    E quindi arrivare al 21 giugno?
    «Non c´è nulla di deciso. Io dico che hanno ragione Stracquadanio e Calderisi, due parlamentari del Pdl, secondo cui su questo tema non c´è vincolo di maggioranza. Se abbiamo fatto bene a accogliere la richiesta della Lega, facciamo anche bene a sostenere che nella scelta tra il 21 giugno e il rinvio di un anno, non c´è un legame di coalizione. Decide il Parlamento».
    Cioè lei potrebbe presentare un emendamento al decreto per rinviare la consultazione?
    «Io non posso farlo, sono ministro. Ma c´è già chi ha deciso di formularlo. E io lo sosterrei. Senza che questo comporti imboscate. Nel frattempo il Pd ci deve dire cosa vuole. Ci dica se è d´accordo sul voto nel 2010. Le Camere potranno decidere liberamente».
    Scusi, ma Bossi non sarà tanto contento.
    «Io capisco che il 7 giugno sarebbe stata una rottura. Ma il rinvio non è un ricatto. Non si può pretendere, come avverte la Lega, di agevolare il raggiungimento del quorum. Ma non si può nemmeno esigere di "svantaggiarlo" fissando la consultazione il 21 giugno. Chi ci va a votare a fine giugno?».
    Potreste anche abbinare i quesiti alle regionali del 2010?
    «Avremmo un anno di tempo per vedere le cose con calma. Servirebbe un accordo ampio. Molto meglio fissarlo ad aprile. Chi vuole va a votare e chi non vuole non ci va. Ma senza che la gente sia già al mare».
    Ci sarebbe pure il tempo per una nuova legge elettorale?
    «Forse sì, ma questo è il titolo di chiusura della vicenda. Di certo, dobbiamo fare un passo ulteriore verso il bipolarismo. Non verso il bipartitismo, ma verso il bipolarismo».
    Proprio quello che il Carroccio vuole evitare.
    «Un passo in questa direzione c´è stato già un anno fa. Poi, certo, se la Lega non trovasse l´accordo con noi verrebbe danneggiata. Ma non così tanto. Il punto, però, al momento è un altro».
    Quale?
    «Il Pd ci dica cosa vuole. Sento solo un assordante silenzio da parte di Franceschini».

    Fonte: La Repubblica - Claudio Tito | vai alla pagina
    Argomenti: legge elettorale, referendum elettorale, lega, ministro della Difesa, elezioni regionali 2010 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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