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Dichiarazione di Giulio TREMONTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Economia e Finanze (Partito: PdL) 


 

C’è da aspettare anche se il Parlamento protesta. Niente soldi ai partiti.

  • (31 luglio 2008) - fonte: Il Messaggero - Paola Orefice - inserita il 31 luglio 2008 da 31

    ROMA - I soldi non ci sono. Per ora i partiti restano a secco. Niente rimborsi per le elezioni dell’aprile scorso. Questo anche se il Parlamento ha deliberato la ripartizione di fondi per oltre 100 milioni di euro. E allora i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani si sono precipitati a scrivere al ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Nella lettera avrebbero chiesto di assumere «le necessarie iniziative» per poter dar seguito «a quanto previsto dalle disposizioni legislative vigenti», visto che allo stato attuale «sono state solo parzialmente messe a disposizione» dei due rami del Parlamento le somme per procedere alla liquidazione dei rimborsi elettorali. Preoccupati i presidenti avrebbero fatto presente che non è possibile «procedere tempestivamente e integralmente alla erogazione dei rimborsi».
    Le comunicazioni finora giunte dal ministero dell'Economia «non chiariscono nè l'entità complessiva delle somme ancora da trasferire nè la data in cui verranno trasmesse le ulteriori risorse finanziarie». E dal Tesoro fanno sapere che sarà proprio il ministro Tremonti ad ”informare” per via ufficiale come stanno le cose. I fondi elettorali di Camera e Senato ammontano a 50 milioni di euro ciascuno e sono costituiti calcolando la cifra di un euro (prima il rimborso era pari a 800 lire) per ogni avente diritto al voto.
    Da questo fondo ad ogni partito è attribuita una quota sulla base delle percentuali ottenute. Inoltre, una legge ad hoc approvata con voto bipartisan all'inizio del 2006, poco prima di andare a votare, aveva sancito il diritto dei partiti a continuare ad incassare i rimborsi anche in caso di voto anticipato: «Se la legislatura ha termine prima della scadenza naturale, lo Stato deve comunque pagare le somme già maturate per tutti e cinque gli anni della legislatura».
    Il conto è semplice: 100 milioni di euro tra Camera e Senato, per i restanti tre anni della passata legislatura, cioè fino alla sua scadenza naturale nel 2011, significano 300 milioni di euro da distribuire complessivamente ai partiti. Quanto ai rimborsi 2008, la delibera della Camera ha stabilito che al Pdl spettano 19 milioni e 383 mila euro, al Pd 17 milioni e 233 mila euro, alla Lega 4 milioni 243 mila euro, all'Udc 2 milioni 937 mila euro, all'Italia dei valori 2 milioni 272 mila euro, alla Sinistra arcobaleno 1 milione 595 mila euro, a La Destra 1 milione 240 mila euro, al Movimento per le autonomie 575 mila euro, al Partito socialista 498 mila euro, alla Svp 161 mila euro, alle Autonomie 80 mila euro, al Movimento associativo italiani all'estero 51 mila euro, alle Associazioni italiane in sudamerica 37 mila euro. E i partiti aspettano. A parte la Sinistra Arcobaleno non ci sono proteste. Dice Ettore Rosato tesoriere del gruppo del Pd alla Camera: «Tra le priorità del Paese non c’è quella dei rimborsi. E poi i partiti potranno fare delle fideiussioni con le banche sapendo di poter contare su importi sicuri». Caustico il commento del tesoriere della Sinistra arcobaleno Marco Fredda: «La decisione del governo? Un'ottima mossa di maquillage. Se poi il Pd non ha nulla da dire e non si lamenta, allora va tutto benissimo...Anche perchè il Pd, alle elezioni del 2006 non c'era, mentre tutti gli altri partiti sì. E se ora i rimborsi 2008 slittano, per ora il partito di Veltroni non riceve nulla, mentre gli altri continuano a percepire le rate dei rimborsi del 2006». Commenta Francesco Storace: «Ce ne faremo una ragione».

    Fonte: Il Messaggero - Paola Orefice | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento, sinistra arcobaleno, partiti, rimborsi, ministro Economia, Tremonti Giulio, rimborsi elettorali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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